Nella vedovanza si può ancora dare molto

È una Rita sola, quella che troviamo nel settimo dei 15 Giovedì. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei figli, non ha nessuno, ma si avvicina di più a Cristo. In Lui, trova una nuova vita, sempre dedicata all’amore. Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, ci racconta la strada percorsa da Rita, che le persone vedove possono imitare.

Ritrovare un senso e ricostruirsi con l’amore

“Nella vedovanza – riflette il Rettore – l’anima corre il rischio di chiudersi in un lutto senza prospettive e così inaridire, perdendosi nel dolore. Si pensa di non avere più uno scopo, ci si fanno tante domande a cui non si sa dare una risposta e non ci si sente più in grado di andare avanti. Ma, questo può essere il punto di partenza per un percorso che arricchisca e aiuti a ricostruire la vita, con la preghiera.
Rita, infatti, è stata una vedova, coraggiosa e benedetta, perché si è messa ancora in gioco, amando il Signore e il prossimo. 

Carità e consolazione,
per testimoniare la Risurrezione

“La chiamata alla vedovanza – continua – consiste soprattutto nel servizio della carità e nel dono della consolazione! Una carità attiva e discreta, operosa e preziosa che permette a chi vive questo momento della vita di donare tutta la ricchezza e la voglia di amare ed essere utile che ha“.

“D’altra parte, il dolore e la mancanza che hanno segnato la propria vicenda, rendono più attenti e capaci di accostarsi a chi soffre, di non temere il dolore e testimoniare un’attesa che profuma di eterno. In questo modo chi vive la vedovanza attende con ancor più vigore la luce e la speranza della Risurrezione e la testimonia con il suo coraggio, la sua perseveranza e la sua vitalità”.

Nella riconciliazione Rita ha trovato una nuova vita

Nel Signore, Santa Rita ha trovato un’alternativa alla disperazione, all’odio per la vita e alla solitudine, anche se non è stato facile.
“Prima di poter entrare in monastero – ricorda Padre Luciano – Rita nella sua umiltà si è impegnata nel ricucire la veste lacerata dagli odi di Cascia. Il suo cuore aveva già perdonato, ma come cambiare chi odia? Ancora una volta si è fidata di Dio: digiuni, preghiere, la fiducia nell’uomo. Su questo fondamento avvengono i miracoli, la conversione dei cuori che solo Dio può donare”.

DOMANI 24 MARZO ALLE 17:00 PARTECIPA IN DIRETTA ALLA CELEBRAZIONE SOLENNE DEL 7° GIOVEDÌ DI SANTA RITA

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