Avere cura del prossimo vuol dire avere cura del nostro futuro.
Ecco perché è essenziale fare volontariato, che è parte del cammino educativo di tutti noi e soprattutto dei nostri giovani.
Di questo ha parlato Rita Gentili nell’intervista a Massimo Gargiulo, professore e presidente dell’associazione La Primula di Roma, che è cresciuto da volontario e oggi educa i giovani perché siano consapevoli e attivi a loro volta.
Come coinvolgere i giovani?
Secondo il professor Gargiulo tutto dipende da cosa proponiamo come modello da seguire: “… se il modello è soltanto quello del consumo, dell’influencer, è un disastro, perché la partecipazione attiva al corpo civico viene meno e la società nel suo complesso non può che peggiorare”.
Creare socialità
Per amare il prossimo e sentire il desiderio di aiutarlo, prima di tutto bisogna incontrarlo e conoscerlo. La missione, perciò, è moltiplicare le occasioni di socialità: “Tendo a vedere – ha detto il professore – una sorta di spinta, da una parte all’isolamento, dall’altra a forme di socializzazione che devono essere a tutti i costi vendute. L’uscita dal lockdown, per molti studenti, ha significato soltanto la possibilità di andare a consumare, che va bene, ma non è l’unico modo per stare insieme”.
Il volontariato è frutto anche dell’educazione
Come dice Gargiulo, l’impegno al volontariato può essere insegnato e tutti siamo parte attiva di questa speciale educazione: “… quello che si cerca di insegnare è il modo in cui si sta nella comunità, magari con la speranza che se ne faccia parte attivamente… tutti gli attori coinvolti, a cominciare dalle istituzioni locali, dovrebbero essere in grado di lavorare per coinvolgere i giovani nel volontariato”.
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Lo trovi nel numero di settembre-ottobre 2021.