Il tuo cuore è inquieto?

La fede è sempre un viaggio: 5° tappa

Quest’estate abbiamo pensato di partire per un viaggio speciale, quello all’interno della nostra fede, che non è mai una meta da raggiungere ma un cammino da compiere. Noi, vogliamo farlo insieme a tutti voi, lasciandoci accompagnare da Sant’Agostino che sarà la nostra guida d’eccezione.
Ad aiutarci ad interpretare le sue parole e a farle nostre, ogni settimana ci saranno le riflessioni della Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Madre Maria Rosa Bernardinis o del Rettore della Basilica di Santa Rita di Cascia, Padre Luciano De Michieli. Fate le valigie, partiamo!

Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te

Sant’Agostino (Confessioni I,1,1).

Inquietudine no stress, ma sano desiderio di vita

“Con queste parole, diventate celebri, Sant’Agostino si rivolge a Dio e ci dà la sintesi di tutta la sua vita”. Inizia così la riflessione di Padre Luciano De Michieli, che ci invita a non aver paura dell’inquietudine, ma anzi a viverla fino in fondo.

“L’inquietudine – continua – spesso la scambiamo con lo stress, frutto di continue tensioni, insoddisfazioni e corse frenetiche. Ma, l’inquietudine è ben altra cosa! Agostino ci insegna che è una delle caratteristiche più belle del cuore umano. Guai a spegnere quella sana inquietudine! Se lo fai sei già morto anche se vivi! L’inquietudine che ci fa bene è quel desiderio di amare di più, di capire di più, di essere più felici, ma anche di dare di più, volere gli altri più felici”.

Tre inquietudini essenziali

Quali inquietudini Agostino ci invita a suscitare e a mantenere vive nella nostra vita? È la domanda che, alcuni anni fa, Papa Francesco rivolse agli Agostiniani. Il Pontefice ne indicò tre essenziali: “l’inquietudine della ricerca spirituale, l’inquietudine dell’incontro con Dio, l’inquietudine dell’amore”. Scopriamole una alla volta.

L’inquietudine della ricerca spirituale, per cercare qualcosa di grande

“Agostino – ricorda il Rettore – vive un’esperienza comune a tutti: commette errori, prende anche vie sbagliate, si trova in vicoli ciechi, ma ci insegna a non perdere l’inquietudine della ricerca spirituale. Solo grazie a questa, infatti, alla fine scopre che Dio lo aspettava e che Lui per primo non aveva mai smesso di cercarlo.

Seguiamo il suo esempio e, come ci dice il Papa, se siamo indifferenti alla fede, se ci siamo allontanati da Dio o se lo abbiamo abbandonato, domandiamoci: ho un cuore che desidera qualcosa di grande o un cuore addormentato dalle cose?”.

L’inquietudine dell’incontro con Dio, per scoprirlo vicino

“In Agostino – osserva il Papa – è proprio questa inquietudine che lo porta all’incontro personale con Cristo e a capire che quel Dio che cercava lontano da sé, è il Dio vicino a ogni essere umano”.

“Il tesoro di Agostino è questo atteggiamento: uscire sempre verso Dio e verso le persone… È un uomo in tensione, tra queste due uscite. Sta sempre in cammino! Sempre inquieto! E questa è la pace dell’inquietudine. Noi, possiamo domandarci: ho l’inquietudine dell’incontro con Dio, ne parlo con gli altri? O mi lascio affascinare dalla mondanità spirituale che spinge a fare tutto solo per amore di se stessi?”.  

L’inquietudine dell’amore, per non chiuderci in noi

“Cercare sempre, senza sosta, il bene dell’altro con quella intensità che porta anche alle lacrime. Ecco cosa vuol dire l’inquietudine dell’amore. E noi? Crediamo nell’amore a Dio e agli altri? Ci lasciamo inquietare dalle loro necessità o rimaniamo chiusi in noi stessi, nelle nostre case? A volte si può vivere in un condominio senza conoscere chi ci vive accanto. L’inquietudine dell’amore spinge sempre ad andare incontro all’altro, senza aspettare che sia l’altro a manifestare il suo bisogno”.

“Auguro a tutti – chiude il Rettore – un’estate piena della Pace che vive solo un cuore inquieto!”.

DOMENICA 28 AGOSTO, VIVIAMO INSIEME LA MESSA PER LA FESTA DI SANT’AGOSTINO, IN DIRETTA DALLA BASILICA DI SANTA RITA ALLE ORE 18.00

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