Undicesimo Giovedì di Santa Rita, anche Gesù pregava con i Salmi

Come pregavano Gesù e la sua famiglia?

Siamo certi che Gesù, Maria, Giuseppe e gli apostoli pregavano con i salmi. I 150 salmi presenti nella Bibbia, nel libro chiamato Salterio, sono le preghiere del popolo eletto, che venivano utilizzate in maniera pubblica nelle celebrazioni nelle famiglie e tra la gente. Risalgono, infatti, ad epoca antichissima, primo millennio a.C. , e inizialmente venivano tramandate oralmente e, solo, dopo, sono state trascritte nei testi sacri.  Noi cristiani abbiamo mantenuto questo modo di pregare, nella liturgia ufficiale della Chiesa, ma li abbiamo riletti secondo la chiave dell’incarnazione di Gesù”.

Così dichiara Suor Maria Rosa Bernardinis, la Madre Priora del nostro monastero a proposito dei Salmi, tema dell’undicesimo Giovedì Santa Rita, il percorso spirituale di avvicinamento alla Festa, in cui stiamo trattando il tema della preghiera. 

I Salmi svolgono la funzione terapeutica della Scrittura Divina

Interviene Padre Pasquale Cormio, Rettore del “Collegio Santa Monica” di Roma: “I salmi non sono semplicemente dei testi poetici, ma un laboratorio della preghiera, una vera e propria mappa dell’animo umano, per imparare a leggere e a decifrare il nostro vissuto quotidiano e spirituale, mettendoci di fronte a Dio. Esprimono assai bene i dolori e la speranza, la miseria e la fiducia degli uomini di ogni tempo e luogo, e cantano specialmente la fede in Dio, la rivelazione e la redenzione. I salmi nascono da situazioni concrete di ogni giorno, dalle fatiche o dai lamenti, dalle suppliche o dalle lodi, dagli insegnamenti sapienziali o dai grandi avvenimenti storici: intendono farci comprendere il corso della storia all’interno di un orizzonte più ampio, la cosiddetta “storia della salvezza”, che è regolata dalla Provvidenza di Dio”.

Evidenzia ancora: “La ricchezza della raccolta dei salmi è proprio nella descrizione dei sentimenti del cuore dell’uomo, nella correzione e guarigione che apporta alle nostre mancanze: pertanto i salmi svolgono la funzione terapeutica della Scrittura divina!”

Anche Gesù si è formato a questa scuola di preghiera e ha interpretato la sua missione redentrice alla luce di alcuni versetti dei salmi: sia quando ha gridato il suo abbandono sulla croce (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?), sia quando ha rinnovato la sua fiducia al Padre consegnando nelle sua mani la sua vita (Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito).

Come pregare i salmi

La Chiesa ha strutturato la sua preghiera proprio sul canto dei salmi, nucleo della Liturgia delle Ore (Lodi, Ora media Vespri) che scandisce la giornata non solo dei sacerdoti e delle monache, ma di tutti i battezzati. C’è il rischio, però, di cadere in una forma di stanchezza nel pregare i salmi senza entusiasmo, senza riflettere sulle parole che si pronunciano. 

Padre Cormio, seguendo soprattutto i suggerimenti di Sant’Agostino, ci offre tre indicazioni: 

  1. L’uomo non sa cosa esprimere nella preghiera e, con i salmi, Dio presta a noi le sue parole, così da evitare il pericolo del soggettivismo, che tante volte produce nella nostra mente immagini di Dio non corrispondenti al suo volto: ci facciamo spesso un Dio a nostra misura e somiglianza!
  2. Chi prega i salmi deve immedesimarsi nella voce del salmista che ha scritto quel testo, deve aderire al significato delle parole, farle proprie. Noi non preghiamo solo per noi stessi, ma a nome di tutta la Chiesa, anche quando siamo da soli.
  3. Alla preghiera dei salmi deve seguire l’applicazione nella propria vita di quegli insegnamenti; in questo modo, assicura sant’Agostino, la lode a Dio sarà continua: “Canti la voce, canti la vita, cantino le opere” (Commento al salmo 148, 2). La preghiera si verifica nella coerenza della vit

I Salmi ci accompagnano in un autentico cammino spirituale

“Quando cantiamo i salmi veniamo avvolti da una bellezza e da un fuoco che nessuna preghiera devozionale ci può donare – conclude la Madre Priora –  Ci propongono un dinamismo che parte da un tono di supplica e di angoscia e poi sfocia nella fiducia, nell’esperienza della salvezza. Ci accompagnano in un autentico cammino spirituale che va dalle tenebre alla luce, dal dolore alla lode. Accostiamoci, dunque, con gioia e con semplicità senza la pretesa di poter comprendere tutto subito, ma nella certezza che la Parola di Dio ha in sé la potenza della grazia, che trasforma il nostro cuore di pietra in un cuore di carne”.

GUARDA QUI LA MESSA DELL 11° GIOVEDì DI SANTA RITA

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