La Gioia è il secondo Frutto dello Spirito

Nella Bella Stagione si raccolgono i Buoni Frutti

Anche questa estate, come nella scorsa, vi proponiamo di affiancare, ai vostri viaggi fisici, un viaggio interiore, attraverso un ciclo di riflessioni spirituali. Sarà un cammino alla ricerca di noi stessi, affrontato con semplicità, attraverso i Frutti dello Spirito Santo che ognuno di noi può portare nella propria vita o in quella degli altri, per arricchirla e trovare un senso. 

Ancora una volta saranno le parole e le riflessioni di Sant’Agostino a guidarci, attraverso l’interpretazione dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio. Mentre la Madre Priora del nostro monastero, Suor Maria Rosa Bernardinis, calerà ciascun tema nella vita di tutti i giorni, a livello esperienziale.

“La felicità della vita non è proprio ciò che tutti vogliono?»

Questa è la domanda che ci pone Padre Pasquale, riprendendola da Sant’Agostino, nelle Confessioni, riflettendo sul secondo Frutto dello Spirito, che è la Gioia.

“Nella sua vita Agostino ha provato che vi sono tante voci che fanno a gara per accaparrarsi il cuore dell’uomo  illuderlo sulla felicità: ricerca spasmodica di beni e di amori, soddisfacimento di passioni, superbia, egoismo – continua il padre agostiniano – Per concludere, infine, che è andato fuori strada, imbattendosi in vicoli ciechi. Quando ha cercato di fondare ogni sua ricerca di felicità su attese o realizzazioni puramente umane, il giovane Agostino si è ritrovato infelice, con un pesante fardello di delusioni e di amarezza”.

L’uomo è stato creato su misura per Dio

“Solo quando incontra e si arrende a Cristo, Agostino può sperimentare che ogni desiderio di gioia è finalmente colmato – conclude Padre Pasquale – L’uomo è creato per la felicità, ma non può raggiungere un simile stato con le proprie forze, né vincolarla a un possesso materiale, né a un orizzonte esclusivamente terreno, perché ha in sé un orientamento verso l’Eternità di Dio. L’uomo è stato creato su misura per Dio, e non può essere felice se non raggiungendo e possedendo Dio”.

Si legge infatti nelle Confessioni:

«Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore non trova riposo finché non riposa in te» 

(I,1.1)

La Gioia non è in un bene, ma nella relazione con Dio

«In che consiste la gioia di Cristo in noi, se non nell’essere in comunione con lui?»

Questo il commento di Agostino al Vangelo di San Giovanni 83,1, che così trova la sua strada non solo per la felicità, ma la gioia, quella vera.

“La gioia non deriva dalle opere di Dio, ma da Dio stesso, che agisce e interviene nella nostra vita – conclude il padre agostiniano – La gioia, che assicura il Signore, non è in un bene, ma in una relazione; è radicata nella comunione, nella condivisione e partecipazione dei doni, nella capacità di gioire del bene degli altri. L’amore fraterno moltiplica la gioia; al contrario, la discordia ci fa vittima delle passioni e disgregandoci ci rende tristi”.

“Dio solo basta!”

Così aggiunge la Madre Priora: “Perché la sorgente della gioia è Dio stesso. Cerca Dio e Lui riempirà di senso il tuo agire, la sua presenza sarà gioia vera e duratura. Allora come Santa Teresa d’Avila potremmo dire: “Dio solo basta!” È la gioia che niente e nessuno potrà togliere”.

Secondo la Madre, “il ritratto di Santa Rita della cassa solenne, che raggiante di gioia riconsegna la spina a Gesù crocifisso e risorgente dal sepolcro, ci vuole ricordare proprio questo, che la vera gioia si trova solo in Dio e ne sono prova le Beatitudini”.

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