La Beata Maria Teresa Fasce su Tv2000

Il 18 gennaio, nel giorno della sua nascita al cielo, la trasmissione “Di Buon Mattino”, su Tv2000, ha mandato in onda un approfondimento sulla Beata Maria Teresa Fasce, colei che per 27 anni (dal 1920 al 1947) è stata la Badessa del Monastero di Cascia, conosciuta come “la Madre”.
Pur avendo un’anima contemplativa, il suo nome è legato alle opere concrete che hanno cambiato il volto di Cascia, rendendola così com’è oggi.

Ospite in studio Padre Vittorino Grossi, direttore responsabile della rivista “Dalle Api alle Rose”. Suor Maria Rosa Bernardinis, la Madre Priora, ha invece inviato un videomessaggio, spiegando come l’eredità della Beata sia di ispirazione per lei nell’alimentare in maniera costante il fuoco dello Spirito che anima la sua comunità monastica.

L’amore per Santa Rita

Innamorata di Santa Rita, fortissima la volontà della giovane Marietta di diventare monaca e di farlo proprio nel Monastero dove la santa dei casi impossibili aveva vissuto, a Cascia, che allora era un paesino sperduto e sconosciuto, molto lontano da Torriglia, vicino Genova, dove era nata.

Donna di preghiera e azione

Realizzato il suo desiderio e diventata Badessa, si è lasciata accompagnare dalla Provvidenza, che per lei non significava aspettare, ma “pregare e agire”. Da qui nasce il suo spirito “imprenditoriale”, che l’ha guidata a diffondere il messaggio e il culto di Rita in Italia nel mondo, come la santa capace di portare il perdono nelle famiglie e di accogliere le spine che fanno inevitabilmente parte della vita.

Nel 1923 ha creato infatti la rivista “Dalle Api alle Rose”, che festeggia quest’anno ben 100 anni. E, proprio grazie alle donazioni che in seguito sono arrivate tramite la rivista, è riuscita a costruire la Basilica, che viene inaugurata il 18 maggio del 1947, dopo la sua morte a causa di un tumore.

Lo spirito materno

Un’altra sua importante opera è stato l’Alveare di Santa Rita, il progetto di accoglienza per bimbe orfane, nel quale ha espresso il suo speciale spirito materno, tanto da invitare le monache a ospitare le piccole nelle loro celle.  

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