Venite da Santa Rita! Il primo pellegrinaggio a Cascia

Sei ancora in tempo per l’evento di Natale della Fondazione Santa Rita da Cascia

Giornata di preghiera per la pace in Medio Oriente. Il messaggio della Priora

In attesa del Premio “Madre Fasce”

“Aiutami ad essere madre”, nasce la nostra collana “Rita quotidiana”

“Dalle Api alle Rose”: 100 anni in mostra

I° Premio Madre Fasce a Luciana Delle Donne

In attesa della festa della Beata Maria Teresa Fasce

Al via un Sinodo speciale, con l’augurio della Priora

La Beata Fasce e l’Alveare in un fumetto

La devozione per i santi è parte di una spiritualità popolare fatta di gesti, segni, riti. I pellegrinaggi ne sono parte. Con il pellegrinaggio, chi crede esce da sé per cercare un contatto con il sacro, nutrire la propria fede e darne testimonianza. Madre Fasce ne comprendeva l’importanza e ben quasi 100 anni fa organizzò il primo pellegrinaggio Cascia (PG), per avvicinare Santa Rita a voi devoti, con partenza da Roma: dal 20 al 22 giugno 1925.

Il programma includeva la celebrazione, la visita all’Urna, al chiostro e altri luoghi del monastero, una visita a Roccaporena e una speciale benedizione finale.

Così apprendiamo dal bollettino “Dalle Api alle Rose”, ideato dalla Beata Fasce due anni prima, che promosse l’iniziativa, facendolo diventare un appuntamento annuale. È una delle curiosità che emergono dell’esposizione “Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”, inaugurata il 12 ottobre presso la Sala degli Ascensori di Cascia. Un evento per celebrare i cento anni della rivista storica del monastero, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.

I collegamenti

Attraverso il bollettino, Madre Fasce, da “imprenditrice illuminata”, fece in modo di fornire tutte le informazioni necessarie a far conoscere Cascia e Santa Rita, diffondendo così il suo culto mondiale. Ad esempio, diffuse le informazioni su come raggiungere la cittadina umbra, pubblicando gli orari della ferrovia a trazione elettrica Spoleto-Norcia, che collegava il territorio con una pregiata opera di ingegneria ferroviaria.

La Casa del Pellegrino

Inoltre, per “dare ai devoti una assistenza confortevole, cordiale, serenante”, nacque anche la Casa del Pellegrino che,  presentata in anteprima su Dalle Api alle Rose, aprirà ufficialmente il 24 aprile 1955. Oggi è diventata l’Hotel delle Rose

Volete saperne di più?

Potete visitare gratuitamente la mostra, che resterà aperta per tutta la stagione dei pellegrinaggi. Orari di apertura: 9-13 / 14.30-17.30. Ingresso libero.

Hai ancora pochi giorni per diventare volontario e partecipare attivamente all’evento di piazza di sabato 2 e domenica 3 dicembre, organizzato dalla nostra Fondazione Santa Rita da Cascia, per aiutare le persone fragili in Italia e nel mondo.

“Fare del bene non è mai stato così buono”

Porta nella piazza o nella parrocchia della tua città il nostro Cioccolario, la tavoletta di cioccolato, al latte e fondente, che si trasforma in un calendario da scrivania. Diffondi insieme a noi la dolcezza della solidarietà!

Allestendo il banchetto per distribuire il Cioccolario, sarai ambasciatore di tutti i valori ispirati all’esempio di Santa Rita che la nostra Fondazione trasforma in aiuto concreto per molti

Contattaci e saremo insieme dalla parte dei più fragili

Se sei interessato a partecipare, scrivi a [email protected] o invia un messaggio al 366-3631465: le nostre collaboratrici ti richiameranno al più presto.

GRAZIE, perché il tuo Sì è prezioso per tante persone che aspettano il nostro aiuto!!!

“Viviamo da giorni lo stesso dolore e sgomento con cui il Patriarca Latino di Gerusalemme ha aperto il suo appello. Rispondiamo alimentando con la preghiera la speranza di riuscire a portare pace tra le righe storte della nostra storia.

Chiediamo l’intercessione di Santa Rita, che con coraggio e fede ha scelto di essere donna di pace in un tempo di faide, costruendo per tutti la riconciliazione, non con forza e odio ma con dialogo, amore e compassione.

Il Signore ci conceda di attingere al suo carisma per trasformare la violenza e essere oggi impronte di pace, finalmente parte della soluzione e non del problema”. 

È questo il messaggio che la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis, lancia in vista della giornata di digiuno e preghiera voluta per domani, martedì 17 ottobre, dal cardinale Pierbattista Pizzaballa per la pace e la riconciliazione.

Cascia in preghiera per la pace

Le Comunità Agostiniane di Cascia alle 11:45 si riuniranno nella cappellina della Basilica di Santa Rita a Cascia, proprio accanto all’urna che custodisce il corpo della taumaturga, per recitare il rosario. Inoltre, sempre nella cappellina, per tutta la giornata sarà possibile pregare con adorazione del Santissimo Sacramento.

Accanto alle monache e ai padri, anche il Comune di Cascia: “Mi associo – ha dichiarato il sindaco Mario De Carolis – alla preghiera per la pace nel Medio Oriente in questi giorni difficili e terribili”.

L’invito della Priora a unirsi, anche ai devoti ritiani musulmani

“Invitiamo i devoti ritiani in tutto il mondo, molti presenti anche tra le comunità musulmane – prosegue la claustrale – a pregare con noi.
Solo insieme possiamo rendere concreto quel ‘basta!” che ieri all’Angelus il Papa ha pronunciato dal profondo del cuore, ricordandoci che le guerre sono sempre una sconfitta.

Come culla dell’eredità di Santa Rita e ambasciatrici del suo messaggio, chiediamo a Rita e anche a Sant’Agostino, che spese tempo, fatiche, veglie e digiuni per la pace, di avvalorare la nostra preghiera per ottenere la sospirata pace tra le Nazioni in lotta, iniziando dalla pace delle coscienze, con la volontà di bene, che Dio continua a seminare nei cuori generosi”.

A Luciana Delle Donne, per aver compiuto e portato avanti con coraggio, determinazione e umanità una scelta illogica per il mondo, ma pienamente logica per il Vangelo, mettendo i propri talenti al servizio delle donne detenute e offrendo loro qualificazione, sostegno, dignità, speranza e prospettive di futuro. 

Questa la motivazione con cui, nel pomeriggio di sabato 14 ottobre, presso la Basilica Inferiore di Cascia (PG), la nostra Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, consegnerà alla pugliese Luciana Delle Donne, una volta manager di successo, il primo Premio “Madre Maria Teresa Fasce”.
Solo uno degli eventi previsti per la giornata in ricordo della beatificazione della storica Badessa del nostro monastero.

Il Premio è stato fortemente voluto da noi monache, nell’anniversario della sua beatificazione, proprio per portare avanti l’idea di imprenditorialità da lei incarnata. Un’idea fondata su una solida e concreta carità evangelica, in favore di un modello di sviluppo capace non solo di generare profitto ma un impatto sociale e umano.

Made in Carcere

Delle Donne, già Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha rinunciato alla sua carriera per dare vita a un progetto di imprenditoria sociale, Made in Carcere.  Una realtà che è stata avviata per favorire la riabilitazione e il reinserimento sociale delle donne detenute, attraverso un mestiere creativo come quello della sartoria. Con l’obiettivo di produrre accessori  di abbigliamento realizzati con tessuti di scarto e percepire così un regolare stipendio.

Oggi ha coinvolto anche gli uomini, i minori e ad altri settori di produzione. I laboratori, attualmente, sono presenti presso gli istituti penitenziari di Lecce, Trani, Taranto, Matera e ai Bari, supportando inoltre l’apertura di tante piccole sartorie sociali di periferia distribuite in tutta Italia e all’estero.

Gli eventi di sabato 14 ottobre

La giornata della premiazione sarà densa di importanti iniziative volute dal nostro monastero.

Alle ore 10.30, presso la Sala della Pace, si svolgerà un incontro riservato agli studenti degli studi superiori di Cascia e Norcia. L’evento sarà condotto da Lucia Ascione, volto storico di Tv2000, con l’intervento della stessa Delle Donne, e di Suor Giacomina Stuani, economa del nostro monastero e direttrice editoriale della rivista. Le due donne si confronteranno sulla figura della Beata Fasce.

Un nuovo confronto sul tema, aperto alla cittadinanza, è inoltre previsto per il pomeriggio, prima della premiazione, dalle ore 17, presso la Basilica Inferiore. Sarà moderato di nuovo dalla giornalista di Tv2000, che presenterà la storia dell’imprenditrice premiata, con l’intervento di noi monache.

A seguire, finalmente, la splendida opera d’arte realizzata come premio dalla monaca e artista Suor Elena Manganelli, sarà consegnata nelle mani di Delle Donne.

Cento anni dopo la nascita della nostra rivista “Dalle Api alle Rose”, proseguiamo il sogno della nostra storica Badessa, la Beata Fasce, di portare Santa Rita nella vita di tutti e facciamo il nostro straordinario ingresso nel mondo dei libri. Sabato 14 ottobre a Cascia (PG), in occasione degli eventi per celebrare proprio la memoria solenne della Beata, sarà presentato in anteprima “Aiutami ad essere madre”, il libriccino tascabile dedicato alla maternità, nelle librerie dal 19 ottobre, con cui inauguriamo la collana “Rita quotidiana”.

Si tratta del nostro primo straordinario progetto editoriale, con cui siamo pronte a offrire consigli di vita concreta e giornaliera ispirati alla figura della nostra amata Santa, che diventa così un’amica e una “guida del cuore” sempre a disposizione.

Il libro

“Le mamme non sono eroine di una storia, sono fragili, insicure, umane e va bene così. Il mestiere della mamma non è cosa facile, ma neppure cosa impossibile”.

Così si legge nel nostro libriccino, con cui vogliamo accompagnare le madri e coloro che vogliono diventarlo, prendendo spunto da storie vere.

Proviamo così a rispondere a interrogativi quali: come posso essere una brava mamma? Come conciliare maternità e lavoro? Come affrontare una gravidanza a rischio? Come sopportare il dolore della perdita di un figlio? Come sostenere la prova della sterilità?

“Abbiamo voluto inaugurare la nostra collana, parlando di maternità, ispirate dalla figura di Santa Rita, prima madre di due figli e oggi madre di un’immensa famiglia di devoti – dichiara Suor Maria Rosa Bernardinis, la nostra Madre Priora– Ma anche perché pensiamo che tutte le donne siano “madri dentro”, anche noi monache, nello spirito con “l’innata attitudine accoglienza dell’altro”. Con la collana vogliamo essere presenti nella vita dei nostri devoti, e non solo, come delle amiche, come lo è la santa, che è stata una “seminatrice di amicizia”, in modo che nessuno si senta solo, soprattutto nell’affrontare le sofferenze e le difficoltà di ogni giorno”.

“Rita quotidiana”

Vuole essere un percorso, attraverso i dolori, ma anche le gioie che fanno parte della quotidianità, attualizzando il messaggio di Santa Rita e rimanendo al passo con la società e le sue trasformazioni. Affronteremo quindi, due volte all’anno, temi più propriamente ritiani quali lutto, malattia, famiglia, carità, solitudine, ma anche un tema più contemporaneo come quello della solitudine, il vero disagio della società odierna.

Tutti i libriccini conterranno i nostri consigli a partire da testimonianze reali, per cui chiunque di voi voglia inviare la propria, in vista delle future pubblicazioni, può scrivere a [email protected]. I temi affrontati in futuro saranno lutto, malattia, famiglia, carità, solitudine.

Domani 12 ottobre sarà il giorno della memoria solenne della Beata Maria Teresa Fasce, che è stata Badessa del nostro monastero per 27 anni, nella prima metà del 1900, lasciando un’impronta indelebile nella storia. Tra gli eventi che la nostra famiglia agostiniana ha organizzato per festeggiarla, domani alle ore 16, a Cascia (PG), presso la Sala degli Ascensori, si svolgerà l’inaugurazione dell’esposizione “Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”. Un’iniziativa  che vuole celebrare i cento anni di Dalle Api alle Rose, la rivista del monastero ideata proprio da Madre Fasce, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.

All’evento saranno presenti la Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, il Priore, Padre Mario De Santis e il sindaco Mario De Carolis. Alle ore 18, l’inaugurazione sarà seguita dalla Messa presso la Basilica Inferiore, presieduta dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo.

Un racconto tra la rivista, la vita del monastero e di Cascia, la storia

Dal primo numero, pubblicato il 22 maggio 1923, in questi cento anni la rivista è arrivata in migliaia di case in Italia e nel mondo, diffondendo il culto di Santa Rita e precorrendo i tempi dei social network e del crowdfunding.

Nel tempo, la rivista ha saputo mantenere la propria identità e al tempo stesso rinnovarsi nei temi e nei linguaggi, tenendo vivo il dialogo con la società. La mostra propone una sintesi di questa storia eccezionale strettamente intrecciata a quella del monastero e del suo santuario. Raccontarla oggi, permette di leggere quindi in filigrana la vita, la storia e le opere del monastero, nonché la vita di Cascia e un pezzo della nostra storia.

Attraverso una serie di pannelli tematici, il racconto si sviluppa dunque su tre piani: il progetto editoriale, il racconto del monastero, la dimensione storico-sociale.

La mostra resterà aperta per tutta la stagione dei pellegrinaggi. Orari di apertura: 9-13 / 14.30-17.30. Ingresso libero.

Sabato 14 ottobre alle ore 17 a Cascia (PG), presso la Basilica Inferiore, in occasione degli eventi per la beatificazione di Madre Maria Teresa Fasce, Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del nostro monastero, consegnerà a Luciana Delle Donne, a nome della comunità delle monache agostiniane, il primo Premio intitolato alla storica Badessa. Un premio voluto per sostenere l’imprenditoria ispirata alla carità evangelica, ai fini del bene comune e della sostenibilità, secondo gli appelli da sempre lanciati da Papa Francesco.

Delle Donne, già Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è stata scelta per aver rinunciato a una carriera manageriale di successo, mettendo i suoi talenti al servizio del prossimo in un progetto imprenditoriale sociale. Si tratta di Made in Carcere, che offre una concreta seconda possibilità alle donne detenute, nel segno di un’economia civile rigenerativa. Portando così avanti una scelta illogica per il mondo, ma logica per il Vangelo.

Un premio per un’idea imprenditoriale fondata sulla carità ritiana

“Abbiamo voluto questo premio per promuovere l’idea di imprenditorialità della Beata Fasce – commenta la Priora – rappresentata simbolicamente dall’opera d’arte realizzata come premio dalla monaca e artista Suor Elena Manganelli. La sua base esagonale, che raffigura l’Alveare di Santa Rita, il progetto d’accoglienza per minori del nostro monastero voluto dalla Beata, racconta la costruzione imprenditoriale che nasce da una carità solida e concreta, per un modello di sviluppo fondato non sul profitto ma sull’impatto sociale e umano”.

“Lo stesso impatto che Madre Fasce, donna che ha saputo coniugare la vita contemplativa di monaca agostiniana con la lungimiranza di una moderna imprenditrice illuminata – conclude la Madre – ha avuto su Cascia e sul culto di Santa Rita”.

Made in Carcere

È un progetto che oggi permette a uomini, donne e minori di avviare un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale, attraverso un progetto sartoriale per la produzione di accessori di abbigliamento realizzati con tessuti di scarto e percependo un regolare stipendio. In realtà, oggi si è allargato anche ad altri settori di produzione supportando inoltre l’apertura di tante piccole sartorie distribuite in tutta Italia e all’estero.

Come dimostrato dai dati diffusi dal Cnel, il lavoro è lo strumento che maggiormente permette la riabilitazione dei detenuti, abbattendo la percentuale di recidiva. Che infatti è al 70% tra chi non lavora, mentre scende al 2% per chi durante la pena ha avuto la possibilità di lavorare e imparare un mestiere.

 “Questo premio rappresenta per me un momento importante – così commenta Delle Donne – perché la figura di Santa Rita, santa degli impossibili, legittima il nostro operato, che è stato sempre difficile, in un contesto scomodo, praticamente impossibile appunto, dimostrando che invece si può fare, grazie alla cura e alla passione. Vogliamo diffondere la filosofia della “Seconda Opportunità” per le persone, ricostruendo le loro vite, e della “Doppia vita” per i tessuti”

“Il mio desiderio – sottolinea – è sempre stato, con consapevolezza crescente, di essere al servizio degli altri, in un’ottica imprenditoriale ma sempre soccorrevole e con un approccio altruista e creativo. Dare e darsi è la nuova frontiera della ricchezza”.

Il 12 ottobre è il giorno della memoria solenne della Beata Maria Teresa Fasce, che è stata Badessa del nostro Monastero per 27 anni, nella prima metà del 1900, lasciando un’impronta indelebile nella storia.

La nostra famiglia Agostiniana è pronta a festeggiarla dedicandole alcuni eventi che celebreranno il suo Spirito, le sue opere e la grande eredità che ci ha lasciato.

Ci sarà un appuntamento per i 100 anni della Rivista “Dalle Api alle Rose“, che la Madre Fasce ha creato nel 1923.
Poi, ispirato alla sua figura di donna che ha saputo coniugare la vita contemplativa con la lungimiranza di una moderna imprenditrice illuminata, verrà assegnato il Premio “Madre Maria Teresa Fasce 2023, come riconoscimento per gli imprenditori e le imprenditrici che si sono particolarmente distinti per il loro impegno a improntare le proprie scelte ai valori del Vangelo.

E, infine, presenteremo una novità editoriale, che vuole portare la voce di Santa Rita nelle vite di tutti, così com’era intento della Beata, e che speriamo arrivi dritta ai cuori!

Presto vi diremo di più su tutto!

Ricordando la “Madre”

Nata il 27 dicembre 1881, a Torriglia, nell’entroterra genovese, in una famiglia di estrazione borghese e fervente religiosità, a 19 anni Maria si innamora di Santa Rita: l’incontro con la santa di Cascia è come un colpo di fulmine, tanto da maturare il desiderio è di essere accolta nello stesso Monastero in cui era vissuta Rita.

Nonostante l’iniziale opposizione dei suoi familiari, lei sente che il Monastero di Santa Rita è il luogo in cui Gesù la voleva e, grazie alla sua tenacia il 22 giugno 1906, festa del Sacro Cuore, fa il suo ingresso in Monastero. Un anno dopo, il 25 dicembre 1907, emette la professione dei voti temporanei e nella primavera del 1912, a 30 anni, quella solenne.

Nel luglio del 1914 le è affidato l’incarico di Maestra delle Novizie. È perfetta in questo ruolo: predisposta, organizzata, sensibile, forte e dolce, ideale come guida spirituale. Nel 1917 è scelta come Madre Vicaria e, allo scadere del triennio, nel 1920 viene eletta Abbadessa, incarico che le verrà rinnovato con voto unanime per nove volte di seguito.

Donna di misericordia

Affidandosi alla Provvidenza, durante i 27 anni in cui è alla guida del Monastero, la Fasce compie un’opera magnifica, orientata all’accoglienza, all’ascolto, al portare conforto e carità. L’opera di misericordia più bella arriva nel 1938, quando accogliendo tra le monache una bambina, di cui la mamma vedova non poteva prendersi cura, dà inizio all’attuale Alveare di Santa Rita, che da 85 anni è un nido sicuro per tanti minori.

Il suo faro è Santa Rita e, infatti, a lei si deve la diffusione del culto in tutto il mondo, una missione iniziata dalla Rivista e proseguita poi dal sogno di costruire l’attuale Basilica di Cascia. Che vedrà la luce nel 1947, dopo quattro mesi dalla morte della Madre Fasce.

Esempio di santità

Tra il canto delle sue Apette (così sono ancora chiamate le bambine accolte nell’Alveare) e la preghiera delle sue monache, la Fasce lascia il mondo terreno nel gennaio del 1947. Insieme ad altri malesseri, il tumore che l’aveva colpita nel 1920 l’accompagna fino alla morte, ma per lei è un dono del Signore, tanto da chiamarlo “il mio tesoro“.

E’ beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1997, che nel suo discorso sottolinea: “Dal Chiostro del suo Monastero, questa fedele serva di Dio ha costruito una grande varietà di opere, animate dall’amore per Dio e per l’uomo. Possiate presentarvi di fronte a Dio con le mani piene di tanti gesti d’amore“.

Comunione, partecipazione, missione

Queste tre parole racchiudono il tema della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che si è aperta ieri con la Messa presieduta dal Papa in piazza S. Pietro. Comunione, partecipazione e missione per una Chiesa sinodale, questo è l’obiettivo di questo Sinodo, che si chiuderà domenica 29 ottobre. Sarà un tempo prezioso di ascolto, dialogo, preghiera, condivisione e discernimento, per continuare il cammino verso la Chiesa del futuro.

Il compito del Sinodo: ricentrare il nostro sguardo su Dio

“Siamo qui per camminare insieme – ha detto, infatti, ieri mattina Papa Francesco – con lo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente”.

Uno sguardo che dev’essere di tutti noi fedeli, per essere “una Chiesa che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo”.

Inoltre – ha proseguito – lo sguardo di Gesù “ci invita a essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore”.

Si fa la storia: voto anche alle donne

Tra gli oltre 400 partecipanti all’Assemblea, per la prima volta nella storia avranno diritto di voto e saranno parte attiva dei lavori anche 54 donne, religiose e laiche, provenienti da tutto il mondo e di tutte le età. Un’apertura straordinaria, voluta dal Santo Padre, per conferire maggiore collegialità al sinodo ed anche per valorizzare le donne, che – ha detto recentemente – sono “impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà, tenacia”.

Attenzione all’ambiente: l’esortazione apostolica Laudate Deum

Il Sinodo avrà riguardo anche per la tutela dell’ambiente, preferendo all’uso della carta quello di tablet. E non poteva essere diversamente iniziando nel giorno in cui il Papa ha reso nota la sua nuova Esortazione apostolica sulla crisi climatica. “«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso”.

Si chiude così il documento nel quale il Pontefice torna, 8 anni dopo l’enciclica Laudato Sì, sulle tematiche ambientali, esortando tutti a fare di più, a sentire la responsabilità dei vari segni di sofferenza della Terra, partendo in primis dal mondo politico e decisionale che dovrebbe garantire i diritti di tutti e non solo dei più forti.

L’augurio della Priora per il Sinodo

“Quello che sta vivendo la Chiesa in questi giorni – commenta Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia – è un tempo di grazia che ci apre a guardare il mondo, la storia e le vicende liete o drammatiche con uno sguardo, come ci ricorda Papa Francesco, rivolto a Dio Padre tenendo al centro Gesù Cristo, che ancora oggi ci rivela il volto misericordioso del Padre. 

Uno sguardo carico di speranza che ravvivi, con la grazia dello Spirito Santo, la fede della Chiesa e attui una nuova Pentecoste. Preghiamo il Signore perché tutti i lavori tendano al bene comune nell’ascolto della Parola con un atteggiamento di umiltà e mitezza“.

“Il 24 settembre 1938 arrivò al monastero di Cascia Edda Petrucci di 7 anni, la prima “apetta” di Santa Rita, come la Madre Fasce chiamò le bambine orfane che formavano l’Alveare. La Beata accolse diverse orfanelle in quegli anni, affidandosi totalmente alla Provvidenza di Dio in tempi durissimi […]”

Così Mauro Papalini, nel numero di settembre-ottobre della rivista “Dalle Api alle Rose”, nello speciale dedicato al suo centenario, commenta la nascita dell’Alveare così come viene raccontata nell’episodio del fumetto dedicato alla Beata Maria Teresa Fasce, ideatrice del magazine, attraverso la voce narrante di Santa Rita.

Le Apette di Santa Rita

“Ci prenderemo cura di voi, insieme a Edda, sarete le Apette di Santa Rita”.

Queste le parole della Beata nella seconda scena del fumetto, sottolineando l’aspetto del prendersi cura e ribadendo il nome dato alle orfane che decide di accogliere, in virtù dell’amore e della carità, rompendo le regole della clausura.

Le trasformazioni nel tempo

“…oggi, dopo 85 anni, l’Alveare non accoglie più orfane, ma bambine provenienti da famiglie con difficoltà economiche e sociali, rivolgendosi a giovani di tutte le nazionalità”.

Così commenta, invece, la voce narrante di Santa Rita nell’ultima scena, mettendo in risalto i cambiamenti che l’Alveare ha subito nel corso degli anni, per rispondere ai bisogni mutati dei suoi beneficiari.

Dal 1974 ha adottato due percorsi distinti: quello residenziale, per le Apette, bambine e ragazze dai 6 ai 19 anni, assicurando un ambiente familiare e accogliente in cui crescere; quello semiresidenziale, chiamato Millefiori, per bambini e bambine del territorio tra i 6 e gli 11 anni, garantendo doposcuola con attività scolastiche e di tempo libero. Oggi, nella sua parte residenziale, sta per diventare una comunità educativa, pronta ad accogliere bambine dagli 11 ai 17 anni provenienti dai servizi, nei casi previsti dalla legge, e dalle famiglie con problemi socio-economici e di integrazione.

La parola d’ordine: accoglienza

Ciò che non è cambiato, in questi anni, è l’attenzione al minore e ai suoi bisogni, mantenendo fede all’idea di accoglienza che aveva la sua fondatrice, Madre Fasce.

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