Il Premio Fasce a Finalmente Domenica su Tv2000 con Luciana Delle Donne

P. Ibrahim Faltas Vicario della Custodia di Terra Santa in preghiera da Santa Rita per la pace

Nuovi orari per il tuo pellegrinaggio a Cascia

Conflitti, Rita e l’arte di ascoltare

Storie di grazie ricevute, Dalle Api alle Rose come un social network

Dalle Api alle Rose: al fianco dell’uomo e della donna di ogni epoca. Parola di Suor Giacomina

L’intervista di Luciana Delle Donne su Vita non profit

Dal 1 al 8 novembre, preghiamo insieme per i defunti

Stasera alle 20:30, prega con le monache per la pace dall’Urna di Santa Rita

In udienza col Papa: coraggio, libertà e creatività regole dell’evangelizzazione

Nella puntata di domenica 19 novembre il programma Finalmente Domenica, condotto su Tv2000 dalla giornalista Lucia Ascione, ha ospitato Luciana Delle Donne, che conosciamo già molto bene.

Delle Donne è infatti la ex manager bancaria di successo che ha rinunciato alla sua carriera per fondare, ormai 17 anni fa, l’impresa sociale “Made in Carcere”, e che è stata scelta dalle nostre monache per ricevere il primo Premio “Madre Maria Teresa Fasce”. Un riconoscimento che, sull’esempio della storica Badessa del nostro Monastero, vuole premiare l’imprenditoria ispirata alla carità evangelica, capace non solo di generare profitto ma anche impatto sociale.

Una vita al servizio delle donne detenute

Durante, l’intervista Delle Donne ha parlato della sua vita, del suo desiderio di lasciare comodità e benefit per riaccendere la luce nello sguardo delle persone dimenticate. La sua scelta è caduta sulle donne detenute, offrendo loro una possibilità di riabilitazione attraverso il lavoro creativo di sartoria a partire da tessuti di scarto. Immancabile il suo riferimento al Premio “Madre Fasce”, che per lei ha rappresentato una benedizione.

La Madre Priora, Luciana sulle orme dell'”imprenditrice di Dio”

A questo proposito è intervenuta Suor Maria Rosa Bernardinis, la Madre Priora del nostro monastero, spiegando il significato del premio, ispirato a colei che è stata “l’imprenditrice di Dio”, Madre Fasce. Ed esprimendo la gioia di aver scelto Luciana come prima premiata, per aver fatto “una scelta illogica per il mondo ma logica per il Vangelo”.

Oggi sono arrivato qui a chiedere aiuto a Santa Rita per la pace in Terra Santa

A firmare questo pensiero è Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa. Oggi è arrivato da Israele alla Basilica di Santa Rita per pregare la santa degli impossibili e chiederle di intercedere per la Pace in Terra Santa.

Ad accoglierlo la Madre Priora del Monastero, Suor Maria Rosa Bernardinis e il Priore della Comunità Agostiniana di Cascia, Padre Mario De Santis.

GUARDA QUI IL VIDEO CON LA DICHIARAZIONE DELLA PRIORA

La Reliquia di Santa Rita in Terra Santa

Per l’occasione Padre Ibrahim ha portato con sè un frammento della Grotta della Natività incastonato in una stella a 14 punte, che ora sarà custodito in Basilica.

Mentre la Priora ha donato al francescano una Reliquia di Santa Rita, così che simbolicamente la santa sarà presto presente anche in quelle terre oggi scenario di violenze atroci. La speranza di tutti è che possa portare invece il suo messaggio di pace, dialogo e ascolto.

A raccontare la speciale visita di Padre Ibrahim c’era anche l’ANSA con il giornalista Gianluigi Basilietti.

SENTI QUI LE PAROLE DI PADRE IBRAHIM FALTAS

ORARI INVERNALI (da NOVEMBRE a MARZO)

Apertura Basilica
dalle ore 6.45 alle ore 18.30

Giorni festivi

SANTE MESSE
Ore 7.30 con le Monache agostiniane
Ore 9.00 – 10.30 – 12.00 – 17.00

VISITE AL MONASTERO
Ore 9.00 – 10.00 – 11.30 – 14.30 – 16.00
VESPRO: ore 16.30 festivi e prefestivi

SANTO ROSARIO: ore 16.00

Giorni feriali

SANTE MESSE
Ore 7.30 con le Monache agostiniane
Ore 10.30 – 12.00 – 17.00

VISITE AL MONASTERO
10.00 – 11.30 – 14.30 – 16.00

SANTO ROSARIO: ore 16.30

Appuntamenti fissi

ADORAZIONE EUCARISTICA
Ogni mercoledì alle ore 16.00 // ultimo venerdì del mese alle ore 21.00

PASSAGGIO ALL’URNA
Ultimo giovedì del mese, dopo la Santa Messa delle ore 17:00

VESPRO
Mercoledì, sabato, domenica e festivi, cantato con le Monache, ore 16:30

PREGHIERA ALLA BEATA MARIA TERESA FASCE
Primo venerdì del mese, alle ore 17:00 – Santa Messa e preghiera in Cripta

Confessioni in Basilica

Dal lunedì al venerdì –  dalle 9:00 alle 12:30 dalle 15:30 alle 18:00

Sabato, domenica e festivi –  dalle 7:00 alle 12.30 dalle 15:00 alle 18:00

Per aggiornamenti, contattare l’Ufficio Informazioni del Santuario:
tel. +39 0743 75091 – [email protected]

Scopri anche gli appuntamenti
in
diretta streaming

“La capacità di mediare, cioè di ascoltare attentamente il pensiero e i sentimenti di ciascuno, di comprenderli e ridirli con verità è la via di risoluzione dei conflitti. Rita ha conosciuto bene quest’arte, e ad essa si è applicata con dedizione piena per portare riconciliazione e pace dovunque vi fosse divisione e discordia”

Queste le parole di Padre Giuseppe Caruso osa sull’arte di saper ascoltare e quindi mediare che si rivelano di estrema importanza in questi tempi di guerra, dopo che, anche al termine dell’ultima udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha rinnovato il suo appello per la pace, in Ucraina, Terra Santa e Sudan.

Il conflitto, fatto umano e universale

Sottolinea il padre agostiniano: “L’incomprensione, la tensione e il conflitto sono elementi ineliminabili di ogni convivenza: quando più persone si trovano a condividere il medesimo spazio sembra, e forse è inevitabile, che le aspettative, i bisogni e i limiti di uno si scontrino con quelli di un altro. Si tratta di un fatto umano e universale, e pertanto non ci deve scandalizzare”

La sfida di imparare a percorrere il sentiero stretto

La vera sfida, secondo Padre Caruso,  “sta nel modo in cui il conflitto viene affrontato e vissuto. Lo si può evitare sempre e comunque, chiedendo a una sola parte, quella più debole (che si vuol fare passare per quella “buona”) di sacrificare i propri sogni e bisogni fino al punto di trascurare se stessa, in una sorta di martirio che però ha ben poco di eroico; oppure si può decidere di intraprendere una guerra a oltranza, senza possibilità di compromesso e di pacificazione. Le due soluzioni sono entrambe unilaterali e pertanto difettose”.

Ma, evidenzia, “c’è un altro sentiero da poter percorrere, un sentiero stretto e non sempre facile, che però giunge inevitabilmente a uno sbocco. Il metaforico viottolo, quello che Rita stessa ha percorso, è quello della mediazione, cioè di una pacificazione che sia in grado di ascoltare e tenere in debita considerazione tutte le parti in causa”.

Qual è dunque il punto? Che “il conflitto, aperto o nascosto che sia, è sempre l’ultimo atto di un cammino fatto di parole non dette o fraintese; un cammino che allontana le persone rendendole estranee tra di loro e, qualche volta, anche a se stesse”.

Da qui la necessità dell’arte di saper ascoltare, di cui Rita è stata un esempio.

“Probabilmente chi soffre sente Santa Rita vicina e compartecipe del proprio dolore e si rivolge a lei con la certezza di trovare comprensione, conforto e aiuto. Al di là dell’esito, i miracoli sono un segno di una realtà comunque più preziosa: la presenza di Dio accanto a noi, anche e soprattutto nella prova”.

Così scrive Padre Giuseppe Caruso sulle innumerevoli testimonianze di grazie ricevute, per intercessione di Santa Rita, a cui Dalle Api alle Rose dà voce fin dal primo numero e in cui si racconta nell’esposizione ““Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”, inaugurata il 12 ottobre presso la Sala degli Ascensori di Cascia. Un evento per celebrare i cento anni della rivista storica del monastero, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.

Fin da subito, il bollettino diventa lo spazio del racconto, della condivisione e della pubblica riconoscenza dei devoti, con le parole e poi anche con le foto, come un moderno social network. La Santa è invocata dai devoti in Italia e nel mondo in tante situazioni, specialmente nei “casi impossibili”.

Le storie

Tante e le più svariate le testimonianze di grazie ricevute, come si racconta nella mostra, da ogni parte del mondo. Si va dalla giovane donna con diagnosi di meningite tubercolare che guarisce, alla dichiarazione di innocenza per il condannato in carcere per motivi politici; dalla possibilità di salvare il patrimonio di famiglia, alla liberazione del soldato partigiano che era stato condannato a morte; dall’esame difficile superato, alla salute ritrovata della neonata prematura.

La mostra riporta di prodigi avvenuti già durante la vita di Santa Rita e che i notai di Cascia iniziarono a trascrivere testimonianze di miracoli già tre giorni dopo la sua morte. In linea con le disposizioni vaticane in materia, si specifica ai lettori che la redazione non entra nel merito delle testimonianze ricevute e pubblicate, riconoscendo loro la sola “fede umana”.

Testimonianze come piccoli Magnificat

“Queste testimonianze sono dei piccoli Magnificat scritti da chi ha conosciuto la sofferenza fisica e morale e poi ha visto accadere ciò che sembrava impossibile, salvare ciò che sembrava perduto – così si legge in uno dei pannelli tematici della mostra – Ogni storia è unica. Ma tutti i racconti hanno una cosa in comune: parlano di fede e di preghiera. Una fede che sostiene nelle difficoltà. Una fede che chiede. Una fede che conosce la gratitudine e dà testimonianza.

Per chi si reca a Cascia, la mostra è visitabile gratuitamente per tutta la stagione dei pellegrinaggi.

Il pannello tematico sulle storie di grazie ricevute

Arrivati quasi alla fine di questo 2023 che ci ha visto celebrare i 100 anni della Rivista del nostro Monastero, Dalle Api alle Rose, è tempo di guardare al futuro! E noi vogliamo farlo sempre insieme a voi, che ogni giorno accompagnate il nostro cammino!

Una rivista antica ma sempre nuova

Questo è il titolo che abbiamo dato alle riflessioni di Suor Giacomina Stuani, direttore editoriale della Rivista, che vogliamo condividere.

“Infondere Speranza, Amore, Bellezza, Giustizia, Verità, Bontà, Gioia… gettare ponti di amicizia, fraternità, comunione… prendere tutti nel cuore e far loro sperimentare l’amicizia, la Provvidenza, l’accoglienza di Dio”.

Sintetizza così Suor Giacomina quella che è sempre stata ed è ancora la missione di Dalle Api alle Rose. Portare la voce di Santa Rita nel mondo, diffondere i suoi valori, che vanno oltre la fede perché sono delle mappe per orientarci nello spazio e nelle relazioni di ogni giorno e di ogni Paese.

Non dare solo informazioni ma essere informazione

Essere informazione è la sfida e insieme l’obiettivo più grande della Rivista che, dopo aver cambiato negli anni la sua veste per stare al passo coi tempi, si propone di continuare a parlare a tutti, ascoltando e aprendosi “a 360 gradi – dice l’agostiniana – alle tematiche sociali, morali, culturali, spirituali”.

Leggi il pensiero di Suor Giacomina

Scopri Dalle Api alle Rose

Il magazine online Vita non profit ha dedicato un’intervista molto approfondita a Luciana Delle Donne, dopo che la fondatrice di Made in Carcere ha ricevuto dal nostro monastero il primo Premio “Madre Maria Teresa Fasce”. Un riconoscimento che è stato voluto, nel nome della nostra storica Badessa, in modo da sostenere l’imprenditoria che nasce  “da una carità solida e concreta, per un modello di sviluppo fondato non sul profitto ma sull’impatto sociale e umano”.

Delle Donne è stata infatti scelta per aver rinunciato a una carriera manageriale di successo, mettendo i suoi talenti al servizio del prossimo in un progetto imprenditoriale sociale. Si tratta appunto di Made in Carcere, marchio nato per offrire un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale a donne detenute, attraverso un progetto sartoriale per la produzione di accessori di abbigliamento realizzati con tessuti di scarto.

Un modo per, diffondere la filosofia della seconda opportunità (per le persone) e della doppia vita (per i tessuti), come riporta l’articolo di Vita. Nell’intervista Delle Donne ricorda come il nostro premio gli abbia toccato “il cuore perché mi hanno letta dentro, ripaga di tutta la fatica. Avere lo sguardo felice delle persone è una grande soddisfazione

Oggi il progetto Made in Carcere è attivo nei penitenziari di Lecce, Trani, Taranto, Bari, Matera, coinvolgendo anche minori e uomini e producendo anche biscotti vegani biologici.

Leggi l’articolo su Vita

San Carlo Borromeo, in un quadro raffigurante la morte con la falce in mano, fece togliere la falce e mettere una piccola chiave d’oro; perché, diceva il santo, la morte chiude la porta del tempo e apre quella dell’eternità, chiude il periodo della prova e apre quello della gioia.

Ricordando chi abbiamo perduto e pregando, tutti noi sosteniamo il loro cammino verso l’eternità e la gioia di cui parlava il santo.

Segui su YouTube l’Ottavario dei defunti dalla Basilica di Santa Rita,
dal 1 al 8 novembre dalle 17:30

Noi monache vi invitiamo a unire le vostre voci alle nostre per l’Ottavario che, dal 1 al 8 novembre dedichiamo ai defunti. Offriremo in loro suffragio il Rosario, il Vespro e la Messa che trasmetteremo in diretta, ogni giorno dalle ore 17:30.

In particolare, pregheremo per tutte le vittime delle guerre, delle violenze e dell’odio.

In questi 8 giorni si può lucrare, ogni giorno, l’indulgenza plenaria per un defunto alle solite condizioni: confessione entro 8 giorni precedenti o seguenti, l’Eucaristia e la Preghiera per il Santo Padre: 1 Credo, 1 Padre nostro, 1 Ave Maria e 1 Gloria al Padre.

Questa sera, accogliendo l’invito del Papa, la nostra comunità si riunirà davanti al corpo di Santa Rita, nella Basilica di Cascia, per recitare una speciale preghiera per la pace, scritta appositamente e tradotta in arabo ed ebraico per permettere la comunione spirituale anche di musulmani ed ebrei.

Unisci la tua voce alla nostra!
Ti aspettiamo alle ore 20:30 in contemporanea su FacebookYouTubeInstagram

La preghiera a Santa Rita per la pace

Ecco la preghiera che le agostiniane reciteranno in diretta social.  

Santa Rita, tu che hai scelto la strada della pace a quella della vendetta, ottieni per noi la forza del dialogo che spinge alla riconciliazione e costruisce invece di distruggere.
Intercedi presso Dio per la pace nel Medio Oriente e nel mondo, perché ovunque venga prima di tutto la vita. 
Santa Rita liberaci dall’odio che ci acceca e donaci il tuo sguardo di fede per credere che, uniti nelle nostre diversità, possiamo far nascere la rosa della speranza.
Amen.

In arabo

يا قديسة ريتا، يا من فضّلت اختيار درب السلام على طريق الانتقام، اجعلينا نمتلك قوة الحوار الذي يدفع نحو المصالحة والبناء بدلاً من الهدم.

تَشفّعي لأجلنا إلى الله من أجل السلام في الشرق الأوسط وفي العالم، ولكي تأتي الحياة أولاً في كل مكان.

حررينا أيتها القديسة ريتا من الكراهية التي تعمي أنظارنا، وأعطِنا نظرة الإيمان، لنؤمن بأننا إنْ اتحدنا في تنوعنا، يمكننا أن نحقق ولادة وردة الرجاء.

آمين.

In ebraico

ריטה הקדושה,

את, שבחרת בדרך השלום על פני דרך הנקמה, השיגי בעבורנו את עוצמת ההידברות המובילה לפיוס ואשר בונה במקום להרוס.

השתדלי אצל האל למען השלום במזרח התיכון ובעולם כולו, על מנת שבכל מקום על פני האדמה יהיו החיים ראשונים במעלה.

ריטה הקדושה, שחררי אותנו מן השנאה המעוורת אותנו והעניקי לנו את מבט האמונה שלך, כדי שנוכל להאמין שכולנו, מאוחדים בכל הגוונים שלנו, נוכל לגרום לשושנת התקווה לפרוח.

אמן.

Nella catechesi di ieri all’Udienza Generale in Piazza San Pietro, il Papa ha portato l’esempio dei Santi Cirillo e Metodio, “apostoli degli Slavi” e compatroni d’Europa.

Nati in Grecia nel IX secolo da famiglia aristocratica, rinunciano alla carriera politica per dedicarsi alla vita monastica. Vengono inviati come missionari nella Grande Moravia, che all’epoca comprendeva vari popoli, già in parte evangelizzati. Il loro principe chiedeva un maestro che spiegasse la fede cristiana nella loro lingua, che però non aveva un alfabeto. Quindi, il primo impegno di Cirillo e Metodio è stato studiare a fondo la cultura di quei popoli, perché per annunciare il Vangelo e pregare ci voleva uno strumento proprio, adatto, specifico. Inventano così l’alfabeto glagolitico. Traducono la Bibbia e i testi liturgici. La gente sente che quella fede cristiana non è più “straniera”, ma diventa la loro fede, parlata nella lingua materna.

Ben presto, però, iniziano i contrasti da parte di alcuni Latini. La loro obiezione è religiosa, ma solo in apparenza: Dio può essere lodato – dicono – solo nelle tre lingue scritte sulla croce, l’ebraico, il greco e il latino. Questi avevano la mentalità chiusa per difendere la propria autonomia. Ma Cirillo risponde con forza: Dio vuole che ogni popolo lo lodi nella propria lingua. Insieme al fratello Metodio si appella al Papa e questi approva i loro testi liturgici in lingua slava.

La Parola di Dio non è incatenata

Presentando la loro storia, il Santo Padre ci invita a essere oggi testimoni del Vangelo con la stessa passione dimostrata dai due santi, una passione che si è tradotta nel portare la Parola di Dio non come costrizione o imposizione, bensì facendo in modo che i valori della fede cristiana si integrassero pienamente nella cultura dei popoli, diventando familiari.

Evangelizzazione e cultura – ha ricordato Papa Francesco – sono strettamente connesse. Non si può predicare un Vangelo in astratto, distillato, no: il Vangelo va inculturato ed è anche espressione della cultura”.

Ci vogliono libertà e coraggio

“Nella predicazione – ha detto il Santo Padre – ci vuole libertà ma la libertà ha sempre bisogno del coraggio, una persona è libera quanto è più coraggiosa e non si lascia incatenare da tante cose che le tolgono la libertà”.

Ecco un altro aspetto importante, quello della libertà, una libertà che dobbiamo possedere e anche desiderare per coloro che ci ascoltano. E, per essere testimoni credibili del Vangelo, bisogna sviluppare e allenare anche la nostra creatività, essenziale per saper trasformare davvero i cuori.

Bisogna agire per carità: il commento della Priora

La Chiesa è sempre vissuta tra le consolazioni dello Spirito e le persecuzioni del mondo. Ma, in ogni tempo, anche quando sono sorte tensioni e crisi all’interno di essa, lo Spirito Santo ha ispirato uomini, come i due fratelli Cirillo e Metodio nei territori slavi, o donne come la nostra Santa Rita, o Santa Caterina da Siena o Santa Brigida dì Svezia, a vincere il male con il bene, con franchezza e coraggio, portando un beneficio non solo alla Chiesa, ma a tutta l’umanità.

Per agire nella verità, con coraggio, e fare in modo che ciò porti frutto, occorre che il motivo per cui ci muoviamo sia la carità. Sempre dobbiamo essere animati da essa.

Sant’Agostino scrive: “Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene”.

Solo da questa radice può sorgere una umanità rinnovata. Oggi, occorre che sia “ordinato” il nostro modo di amare.

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