“Riprendendo queste parole dell’Apostolo Paolo, la liturgia – sottolinea Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia – chiama la terza domenica di Avvento, domenica Laetare, ossia Siate lieti. Anche i paramenti dei sacerdoti dal viola diventano rosacei, per sottolineare questo clima di gioia e speranza rinnovata”.
Di quale gioia parliamo?
Il Rettore ci aiuta a rispondere. “Siamo chiamati prima di tutto, dalla forte Parola di Giovanni Battista, ad essere sinceri e a riconoscere ciò che ci ha dato una gioia duratura, che arricchisce di pienezza la nostra vita, che rimane nel tempo come dolce memoria.
Altro è constatare ciò che invece è stata gioia effimera, che magari poi ci ha anche lasciato un fondo di amarezza e vergogna, perché non è stata condivisa o si è vissuta generando tristezza e divisione per chi vive con noi o perché è stata dannosa per la nostra stessa persona.
Si perché c’è una gioia che nasce dal donarsi ed un’altra apparente che si fonda sull’accaparrare per noi stessi senza tener conto degli altri, sull’ingordigia e l’egoismo, senza alcuna gratitudine”.
Prepariamo la strada
Per capire come raggiungere la vera gioia c’è bisogno di impegno, quello che Giovanni Battista chiama conversione, invitandoci a cambiare vita operando la giustizia: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto… Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato… Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe.
“È un linguaggio comprensibile – osserva Padre Luciano – sono richieste ragionevoli, sono un presupposto indispensabile, ma non sono ancora la gioia. La giustizia e l’impegno umano sono solo la strada per lasciarsi incontrare dalla Gioia e dalla Pace vera, dalla misura dell’Amore di Dio. È Gesù, il Signore, che ci viene incontro. È l’incontro con lui che cambia davvero la vita e tramuta il deserto in giardini rigogliosi”.
La gioia che cerchiamo è dono gratuito
“Sempre Giovanni – dice il Rettore – ci insegna che per accogliere questo Dono prezioso, è lo sguardo sull’altro che deve iniziare a cambiare. I suoi inviti alla conversione parlano infatti di una rinnovata relazione con l’altro, di preoccupazione per chi ci sta accanto, di condivisione.
Questo buon proposito apre la porta alla Grazia di Dio che viene, e rende possibile una nuova capacità di comunione, rende sicuro il nostro passo tra le inevitabili difficoltà della vita, dona la pace di Cristo e la gioia, dona la capacità di dare tutto trovando in Lui tutto.
Questa gioia è preparata per noi”.