Ottavo Giovedì: dove c’è dialogo, c’è comunione

Siamo ormai giunti all’ottava tappa del nostro percorso attraverso i 15 Giovedì di Santa Rita e le problematiche della vita famigliare. Oggi, Padre Luciano De Michieli, Rettore della nostra basilica, e Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del monastero, ci portano a riflettere sul come creare comunione in famiglia, che ne è il luogo per eccellenza. Una condizione che si può tradurre nell’ideale agostiniano di essere “un cuor solo ed un’anima sola protési verso Dio”, come vissuto da Santa Rita.

 “Se il nostro cuore è pacificato, perché in sintonia con Dio, possiamo allora essere operatori di pace e di unità. Rita ha creduto che la comunione con gli altri sia l’unica strada che corrisponde al cuore dell’uomo, creato a immagine di Dio Trinità”, così commenta Padre Luciano.

Il dialogo, antidoto alla violenza

La taumaturga umbra ha risposto perciò ad ogni violenza perdonando, ricucendo, riconciliando e insegnando al marito, ai figli e a chiunque la incontrasse a fare lo stesso.  

Rita ha mostrato quanto sia distruttiva e fragile la violenza, perseguendo sempre con tutte le sue forze la via della riconciliazione e della pacificazione, l’unica che sopravvive in eterno.

Seguendo l’esempio di Rita, Padre Luciano ci invita a usare il dialogo “quando in casa si rompe la comunione, così da tornare ad essere più uniti di prima. Quando invece si permette agli attriti non chiariti e “riconciliati” di covare nel silenzio, arriva un giorno in cui ci si scopre estranei, nemici, fino ad arrivare a non tollerare neanche più la presenza dell’altro, senza che vi sia più spazio per ricucire”.

L’umiltà e l’esempio di Santa Rita

Interviene la claustrale: “La comunione, iscritta nel cuore dell’uomo come nostalgia, è dono di Dio. Il peccato ha rotto l’equilibrio con Dio, con noi stessi e con l’altro. L’orgoglio, la presunzione, l’arroganza causati dal libero arbitrio, in altre parole dalla libertà dell’uomo che vuole vivere senza Dio, diventano l’ostacolo principale della comunione”

Cosa può aiutare l’uomo a riconciliarsi con se stesso, con l’altro e con Dio? 

“Gliel’ha insegnato Gesù e l’ha compreso bene Santa Rita: è con l’umiltà – sottolinea Suor Maria Rosa  – La sua attenzione è per l’umile e per chi ha lo spirito contrito; mentre al superbo Egli volge lo sguardo da lontano. La distanza non la causa Dio, ma l’uomo che si allontana da Lui. È fondamentale allora fidarsi di Dio, credere nel suo amore che non viene ami meno, e condividere con l’altro il bene ricevuto perché questo circoli tra i membri della famiglia, della Comunità. La condivisione apre il cuore all’accoglienza dell’altro perché supera l’egoismo”.

La stessa Rita ci insegna che la comunione si custodisce e costruisce, giorno per giorno, con umiltà e verità ed è, sì impegno personale, ma anche dono dall’Alto e soprattutto il grande frutto dell’Eucarestia: essere uno con il Signore, sedersi a tavola con Dio, fonte di ogni vera comunione tra noi.

GUARDA QUI LA MESSA DELL’8° GIOVEDì DI SANTA RITA

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