Decimo Giovedì di Santa Rita, chiamarlo Padre per sentirsi suoi Figli

Un giorno i discepoli, osservando Gesù che pregava, gli chiedono “Insegnaci a pregare”. E alla loro richiesta, insegna loro e regala anche a noi, la preghiera del Padre Nostro, la preghiera cristiana per eccellenza. Sant’Agostino la presenta come una sintesi di perfezione cristiana: essa, infatti, racchiude nelle sue sette richieste la ricchezza di tutta la Sacra Scrittura ed offre un compendio di ciò che l’uomo deve desiderare e chiedere a Dio. 
 
Così Suor Maria Rosa Bernardinis, la nostra Madre Priora, e Padre Pasquale Cormio, Rettore del “Collegio Santa Monica” di Roma, ci introducono al nostro appuntamento con il decimo dei quindici Giovedì di Santa Rita. Un percorso spirituale di avvicinamento alla Festa di Santa Rita che stiamo affrontando insieme, in modalità virtuale, approfondendo il tema della preghiera

Una preghiera che sale da un cuore solo per tutta la Chiesa

Continua Padre Cormio: “Gesù non ci lascia una formula da ripetere meccanicamente, ma ci dà le parole che il Padre ha dato a lui per i bisogni dell’umanità. Con fiducia e con umiltà invochiamo Dio con un nome familiare: “Papà/Abbà, pregando  in una prospettiva comunitaria e non individualistica”  
 
 Dicendo Padre nostro, secondo San Giovanni Crisostomo, il Signore  

ci insegna a pregare insieme per tutti i nostri fratelli. Infatti egli non dice Padre mio che sei nei cieli, ma Padre nostro, affinché la nostra preghiera salga, da un cuore solo, per tutto il corpo della Chiesa. 

 Le sette domande

“All’ invocazione del Padre seguono sette domande: le prime tre hanno come oggetto il Regno, le ultime quattro i beni terreni: la richiesta del pane, del perdono, dell’assistenza nella tentazione e della vittoria sul male. Perciò è una preghiera fatta per noi stessi, secondo cui dovremmo conformare i nostri desideri”, specifica Padre Cormio. 

E, con l’aiuto di Sant’Agostino, ci aiuta a commentare in sintesi le parole di questa preghiera:
 «Che significa: Sia santificato il tuo nome? Che il nome di Dio sia ritenuto santo e non venga disprezzato».
 «Quando dici: Venga il tuo regno, tu preghi per te, di vivere bene”.
«Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra. Che significa? Come ti servono gli angeli in cielo, fa’ che anche noi ti serviamo sulla terra».
«Quando chiediamo il pane, con esso chiediamo tutto»: il cibo per nutrirci, la Parola di Dio per saziare la mente, il Pane eucaristico come sostegno dello spirito.
 «Rimetti a noi i nostri debiti Noi prendiamo un impegno solenne, facciamo un patto e un accordo con Dio. Dio tuo Signore ti dice: “Perdona tu e perdonerò anch’io”».
 «Quando diciamo: Non c’indurre in tentazionenon acconsentiamo ad alcuna tentazione né vi cediamo accasciati dal dolore».
 Ma liberaci dal male: da tutti i mali presenti, passati e futuri”.  

Preghiamo per mantenere vivo il nostro desiderio di Lui

Perché dobbiamo pregare, se Dio sa ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra vita?

Interviene Suor Maria Rosa: “In questo modo rimane in noi vivo il desiderio di stare con Dio; se lo riconosciamo come Padre, diventa una necessità, perché cresca la fiducia: se ci ama, desidera per noi solo il bene; cresce la speranza che Lui non farà mancare l’aiuto necessario, l’amore allora dà forza, gioia e pace nel cuore. Tutto ciò che ci accade di contrario, diventa un’opportunità per conoscere di più le nostre potenzialità e sperimentare la grazia del Signore che ci sostiene quando il cammino è più doloroso. Allora pregare Dio, chiamandolo Padre nostro, ci rende più familiari con Lui”.   

GUARDA QUI LA MESSA DEL 10° GIOVEDì DI SANTA RITA

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