L’ Urna di Santa Rita
Davanti all’Urna, centro della devozione a Santa Rita, si innalzano le preghiere di tutti i fedeli che affidano la loro vita alla Santa degli impossibili.
Meta di pellegrinaggio, l’Urna del 1930 contiene il corpo di Santa Rita, qui collocato il 18 maggio 1947.
Sui quattro lati esterni dell’arca in cui è contenuta, sono rappresentate le virtù cardinali: temperanza, fortezza, giustizia, prudenza.
L’esterno della Basilica di Santa Rita
Incastonata sul colle Sant’Agostino, la facciata è ricoperta del bianco candido del marmo travertino di Tivoli.
Ad incorniciare il portale d’ingresso, dieci bassorilievi immortalano gli episodi significativi della vita di Rita con le api; Rita insegna ai figli a pregare; morte del marito; ingresso al monastero; prova dell’obbedienza; Rita suora dona il pane ai poveri; Rita riceve la stigmata; il pellegrinaggio a Roma; le rose e i fichi in inverno; il transito.
Salve Rita vas amoris, sponsa Christi dolorosa tu de spinis Salvatoris pulchra nasceris ut ros
Incisione facciata della Basilica
L’interno della Basilica di Santa Rita
L’interno della Basilica di Santa Rita da Cascia, a croce greca, è costituito da una cupola centrale e quattro grandi absidi.
Le colonne sostengono il matroneo riservato alla preghiera delle monache
agostiniane. Le vetrate sono di Armando Marrocco.
La cupola centrale è affrescata da Luigi Montanarini: la colomba, simbolo dello Spirito Santo, spicca al centro mentre tutt’intorno irradia la gloria dei santi agostiniani.
Nell’abside principale, il presbiterio è adornato dalle sculture in bronzo di Giacomo Manzù: il tabernacolo, i pannelli-rami d’ulivo, la mensa dell’altare, il crocifisso, l’ambone e la lampada eucaristica.
Gli affreschi sono di Luigi Filocamo.
L’abside d’ingresso è impreziosito dagli affreschi di Silvio Consadori e dall’altare laterale di San Giuseppe con il bambino Gesù, realizzato da Cesarino Vincenzi.
Nell’abside dell’Assunta splende l’affresco di Gisberto Ceracchini. La Vergine ascende al cielo circondata da angeli in festa, che agitano dei gigli.
La pala sull’altare di Giuseppe Valerio Egger raffigura la Madonna della Consolazione, seduta in trono con il Bambino sulle ginocchia mentre, a lato, Sant’Agostino e Santa Monica ricevono la cintura, simbolo della famiglia agostiniana.
L’abside di Santa Rita è stato affrescato da Ferruccio Ferrazzi (“Santa Rita nella Gloria”). Al centro, sta il Cristo Giudice seduto in trono con, alle spalle, una croce luminosa. Ai suoi piedi, Santa Rita poggia dolcemente la testa sulle ginocchia del Salvatore; umile e fiduciosa, intercede grazia e misericordia per i suoi devoti.
Madre Teresa Fasce
Badessa del Monastero per oltre vent’anni, è stata la monaca rivoluzionaria che, con tutte le sue forze, volle fare di Cascia la città che oggi conosciamo.
All’inizio degli anni Venti, a Cascia c’è solo una piccola chiesa dedicata a Santa Rita. Madre Fasce non dispone di capitali, né grandi né piccoli, necessari per avviare la rivoluzione casciana.
Madre Maria Teresa si serve di un periodico: lo chiama Dalle Api alle Rose.
È qui che Madre Fasce lancia l’idea della costruzione di un nuovo Tempio. Un’idea pazza per un piccolo e povero paese come quello di Cascia.
Per trovare i fondi necessari, Madre Fasce si rivolge al Papa Pio XI che, nel 1934, offre il suo tecnico, l’ingegnere Monsignor Maria Spirito Chiapetta, presidente della Pontificia Commissione per l’arte sacra in Italia.
Il 20 giugno 1937 il cardinale Enrico Gasparri pone la prima pietra. Solo dieci anni dopo arriva la consacrazione a chiesa, è il 18 maggio 1947. L’erezione a Basilica ha luogo il 1° agosto del 1955, ad opera di Pio XII.