Quest’estate cerchiamo la bellezza che non passa

La fede è sempre un viaggio: 1° tappa

Quest’estate abbiamo pensato di partire per un viaggio speciale, quello all’interno della nostra fede, che non è mai una meta da raggiungere ma un cammino da compiere. Noi, vogliamo farlo insieme a tutti voi, lasciandoci accompagnare da Sant’Agostino che sarà la nostra guida d’eccezione.
Ad aiutarci a interpretare le sue parole e a farle nostre, ogni settimana ci saranno le riflessioni della Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Madre Maria Rosa Bernardinis o del Rettore della Basilica di Santa Rita di Cascia, Padre Luciano De Michieli. Fate le valigie, partiamo!

Interrogai sul mio Dio tutto l’universo, e mi rispose: “Non sono io, ma è lui che mi fece”. Interrogai la terra, e mi rispose: “Non sono io”; Interrogai il mare, i suoi abissi e i rettili; e mi risposero: “Non siamo noi il tuo Dio; cerca sopra di noi”. Interrogai il cielo, il sole, la luna, le stelle: “Neppure noi siamo il Dio che cerchi”, rispondono. “Parlatemi del mio Dio; se non lo siete voi, ditemi qualcosa di lui”; ed essi esclamarono a gran voce: “È lui che ci fece” (Salmo 99,3). Le mie domande erano la mia contemplazione; le loro risposte, la loro bellezza. Allora mi rivolsi a me stesso. Mi chiesi. “Tu, chi sei?” 
Sant’Agostino (Confessioni 10,6,9)

Estate, tempo di bellezza, stupore e ricerca

Nella prima tappa del viaggio è Padre Luciano a essere al nostro fianco, per scoprire come vivere al meglio l’incontro con la bellezza. “L’estate è un tempo propizio per vedere cose nuove e gustare, al mare, in montagna, tra le colline, le bellezze della natura, paesaggi incantevoli, tramonti mozzafiato. È tempo di stupore per la bellezza e i colori dei fiori o per l’incontro con l’eleganza e la tenerezza degli animali.

In questa esplosione di sensi e immersione di bellezza, Agostino, giovane cuore inquieto in ricerca del vero, si lascia attirare dalla creazione con stupore e insieme tante domande in cuore. E, invita anche noi oggi ad attivarci, a non contemplare soltanto la bellezza, ma a interrogarci davanti ad essa”.

Lo spirito prima di tutto

“Sant’Agostino – dice ancora il Rettore – cerca sempre la felicità e la bellezza in tutto ciò che fa, ma una felicità che non duri un’istante, una bellezza che non tramonti, e per questo va a fondo delle cose. Anche lui rimane estasiato e attirato, ad esempio, dalla bellezza dei corpi, che d’estate, con il caldo, è più facile ammirare. Ma ci ricorda che in questo incontro è necessario stare attenti a non lasciare che quelle bellezze ci facciano dimenticare quella dello spirito, ci facciano diventare estranei a noi stessi”.

Puntiamo alla fonte che è il Signore

“Anche il giovane Agostino ha rischiato di perdersi, ma ha saputo andare oltre per incontrare la Fonte di ogni bellezza, Dio. Perciò ha scritto: Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai!
Ma perché ci ha messo tanto a scoprire il Signore? Sempre lui ce lo dice: Tu eri dentro di me e io fuori. (Confessioni X,27,38)
Raccogliamo, dunque, la grande lezione che Agostino ci dà nelle Confessioni. Le ha scritte perché noi lettori, particolarmente i giovani, imparassimo, mentre ammiriamo e godiamo delle cose belle, a non dimenticare di cercare sempre la fonte di ogni bellezza e perché quando la troviamo l’amassimo con tutti noi stessi.

Così, giovani e vecchi, a dispetto del logorio inesorabile del tempo, conserveremo perenne nell’amore della bellezza eterna lo splendore interiore della gioventù, che è la suprema aspirazione di tutti.

Amiamo perciò la bellezza. Non solo – sembra dirci Agostino – la bellezza dei corpi, che potrebbe far dimenticare quella dello spirito, né solo quella dell’arte, ma la bellezza interiore di atteggiamenti nobilmente umani e, soprattutto, la bellezza eterna di Dio, da cui discende ogni bellezza creata: di Dio che è ‘bellezza di ogni bellezza’”.

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