In attesa della festa della Beata Maria Teresa Fasce

Il 12 ottobre è il giorno della memoria solenne della Beata Maria Teresa Fasce, che è stata Badessa del nostro Monastero per 27 anni, nella prima metà del 1900, lasciando un’impronta indelebile nella storia.

La nostra famiglia Agostiniana è pronta a festeggiarla dedicandole alcuni eventi che celebreranno il suo Spirito, le sue opere e la grande eredità che ci ha lasciato.

Ci sarà un appuntamento per i 100 anni della Rivista “Dalle Api alle Rose“, che la Madre Fasce ha creato nel 1923.
Poi, ispirato alla sua figura di donna che ha saputo coniugare la vita contemplativa con la lungimiranza di una moderna imprenditrice illuminata, verrà assegnato il Premio “Madre Maria Teresa Fasce 2023, come riconoscimento per gli imprenditori e le imprenditrici che si sono particolarmente distinti per il loro impegno a improntare le proprie scelte ai valori del Vangelo.

E, infine, presenteremo una novità editoriale, che vuole portare la voce di Santa Rita nelle vite di tutti, così com’era intento della Beata, e che speriamo arrivi dritta ai cuori!

Presto vi diremo di più su tutto!

Ricordando la “Madre”

Nata il 27 dicembre 1881, a Torriglia, nell’entroterra genovese, in una famiglia di estrazione borghese e fervente religiosità, a 19 anni Maria si innamora di Santa Rita: l’incontro con la santa di Cascia è come un colpo di fulmine, tanto da maturare il desiderio è di essere accolta nello stesso Monastero in cui era vissuta Rita.

Nonostante l’iniziale opposizione dei suoi familiari, lei sente che il Monastero di Santa Rita è il luogo in cui Gesù la voleva e, grazie alla sua tenacia il 22 giugno 1906, festa del Sacro Cuore, fa il suo ingresso in Monastero. Un anno dopo, il 25 dicembre 1907, emette la professione dei voti temporanei e nella primavera del 1912, a 30 anni, quella solenne.

Nel luglio del 1914 le è affidato l’incarico di Maestra delle Novizie. È perfetta in questo ruolo: predisposta, organizzata, sensibile, forte e dolce, ideale come guida spirituale. Nel 1917 è scelta come Madre Vicaria e, allo scadere del triennio, nel 1920 viene eletta Abbadessa, incarico che le verrà rinnovato con voto unanime per nove volte di seguito.

Donna di misericordia

Affidandosi alla Provvidenza, durante i 27 anni in cui è alla guida del Monastero, la Fasce compie un’opera magnifica, orientata all’accoglienza, all’ascolto, al portare conforto e carità. L’opera di misericordia più bella arriva nel 1938, quando accogliendo tra le monache una bambina, di cui la mamma vedova non poteva prendersi cura, dà inizio all’attuale Alveare di Santa Rita, che da 85 anni è un nido sicuro per tanti minori.

Il suo faro è Santa Rita e, infatti, a lei si deve la diffusione del culto in tutto il mondo, una missione iniziata dalla Rivista e proseguita poi dal sogno di costruire l’attuale Basilica di Cascia. Che vedrà la luce nel 1947, dopo quattro mesi dalla morte della Madre Fasce.

Esempio di santità

Tra il canto delle sue Apette (così sono ancora chiamate le bambine accolte nell’Alveare) e la preghiera delle sue monache, la Fasce lascia il mondo terreno nel gennaio del 1947. Insieme ad altri malesseri, il tumore che l’aveva colpita nel 1920 l’accompagna fino alla morte, ma per lei è un dono del Signore, tanto da chiamarlo “il mio tesoro“.

E’ beatificata da Papa Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1997, che nel suo discorso sottolinea: “Dal Chiostro del suo Monastero, questa fedele serva di Dio ha costruito una grande varietà di opere, animate dall’amore per Dio e per l’uomo. Possiate presentarvi di fronte a Dio con le mani piene di tanti gesti d’amore“.

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