Entriamo nella Parabola dell’amore

All’interno della Festa di Santa Rita c’è una Santa Messa particolarmente sentita anche nel pomeriggio. Quella dedicata ai benefattori del Santuario. Quest’anno, a celebrarla è stato Padre Mario De Santis, Vice Rettore della Basilica di Santa Rita di Cascia.

La sua omelia è stata pubblicata sull’ultimo numero di Dalle Api alle Rose, la Rivista del Monastero.

La Basilica è fondata sulla generosità

Nelle sue parole del 22 maggio scorso, Padre Mario ha ricordato che la stessa Basilica è stata costruita proprio grazie ai devoti.
“Ogni anno il 18 maggio ricordiamo la Dedicazione della nostra Basilica a Santa Rita, avvenuta nel 1947. Basilica voluta, fortemente, dall’allora Abbadessa del Monastero, Madre Teresa Fasce, dichiarata Beata da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1997. Una Basilica alla cui realizzazione concorsero tantissimi devoti, sparsi in tutto il mondo, impegnati tutti in quella gara di solidarietà che ha permesso al Santuario di essere così capiente, accogliente, bello e funzionale. Almeno in quel tempo, ora forse non più per i tanti pellegrini che lo visitano; ecco perché accanto al Santuario è sorta anche la Sala della Pace per le grandi celebrazioni.

Costruiamo insieme anche il Tempio del cuore

L’agostiniano ha invitato tutti a costruire oggi un altro “tempio”, quello di cui abbiamo ancor più bisogno: “Mi domando: si poteva rendere così splendente e accogliente il nostro Santuario senza la fede nella Divina Provvidenza della Fasce e la carità di tanti benefattori? Direi di No!

Ma, credo che a Santa Rita e alla Beata Fasce interessi molto di più la costruzione di un altro Tempio, quello del nostro cuore e della nostra anima, dove veramente Dio vuole abitare e annidarsi per sempre in questo nostro cammino terreno. È questo il miracolo che la nostra santa e la nostra beata hanno in grande abbondanza elargito a tutti i benefattori del Santuario, rigenerati e riconciliati nello spirito del Signore rendendo il loro cuore vero Tempio di Dio, un cuore che altrimenti sarebbe stato inquieto, per dirla con Sant’Agostino.

Nel circuito dell’amore e della carità

In conclusione, Padre Mario ha sottolineato l’importanza di testimoniare in concreto la propria fede, attraverso la carità. “È in questa Parabola dell’amore che i nostri benefattori trovano la giusta collocazione nel presentarli all’attenzione anzitutto del Signore, di Santa Rita e della Beata Fasce, affinché siano ricompensati per il tanto bene che hanno compiuto in vita e siano tra quei ‘Benedetti del Padre mio’, preconizzati da Gesù.

Chi vuole amare Rita e servirla dev’essere dentro questo meraviglioso circuito d’amore, carità e solidarietà. A quanti ora godono la pace eterna e la giusta ricompensa perché in vita sono stati dentro questo circuito, rendiamo onore e gloria, nella speranza che tanti altri possano ripercorrere questo meraviglioso cammino di amore.

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