“Soprattutto nell’Antico Testamento, Dio è visto più come Giudice che come Padre. Nel Nuovo Testamento, Gesù ha scelto di abitare la nostra carne per mostrarci il vero volto di Dio: un Padre pieno di amore, misericordia, bontà per i suoi figli. Gesù Cristo, sulla Croce, ha “saldato il conto” per noi, liberandoci dalla schiavitù del peccato e della morte. Lui è il nostro Redentore. Non è meritato da noi, ma è puro dono dello Spirito Santo, cioè dono della Grazia divina”.
Così esordisce Suor Giacomina Stuani, Direttrice editoriale della nostra rivista Dalle Api alle Rose, nell’intervista a lei dedicata nel numero di marzo-aprile, che approfondisce il significato della Pasqua da poco trascorsa e un nuovo concetto di giustizia ad essa ispirata. Una giustizia fondata sulla “giustificazione”, sulla distinzione tra peccato e peccatore e sulla misericordia. Nell’antica saggezza delle Sacre Scritture, emerge infatti l’immagine della Redenzione e di un Dio non più Giudice, ma Padre.
La salvezza come un viaggio continuo
Ma come accogliamo noi questa redenzione? La salvezza non è solo un punto di arrivo, ma un cammino di fede, un viaggio continuo di conversione e pentimento: “conversi ad Dominum”, cioè “rivolti al Signore”, come indica “Sant’Agostino”.
Commenta Suor Giacomina: “La Salvezza ha inizio con la decisione di seguire Dio e obbedirGli e continua con il riconoscimento e il pentimento dei propri peccati perché Lo si ama; è un processo che diviene uno stile di vita e ci accompagna per tutta la nostra esistenza”.
Il peccato è da condannare, il peccatore da accogliere e amare
In un mondo che spesso condanna senza speranza chi sbaglia, senza possibilità di recupero, ci viene offerto un nuovo sguardo, un’alternativa di amore e misericordia.
In teologia si parla di “giustificazione” che manifesta la giustizia di Dio nel condannare e punire il peccato, la Sua misericordia nel perdonare e accogliere i peccatori, e la Sua sapienza nell’esercizio armonioso di entrambi gli attributi (giustizia e misericordia) attraverso il Cristo/Messia .
(Romani 3:23ss.)
Come ci ricorda Sant’Agostino, il peccato è da condannare, ma il peccatore è da accogliere e amare. L’episodio dell’adultera ci offre uno sguardo privilegiato su questa misericordia divina.
Riflette Suor Giacomina: “Una volta che Gesù ha zittito e disperso gli accusatori della donna con la semplice frase ‘Chi di voi è senza peccato, scagli per primo una pietra contro di lei’, resta solo con la peccatrice. In quel momento di eternità Sant’Agostino riconosce l’incontro decisivo che può cambiare la vita a ognuno di noi. Dice: Rimasero soltanto loro due: la miseria e la misericordia. In una frase ha sintetizzato il senso della vita umana”.
“Era spiritualmente morta e Gesù le ridona vita – continua la claustrale – Le ridona la verità di se stessa. Le ridona dignità e regalità. Lo fa solo con uno sguardo. È bastato lo sguardo di un innamorato. Lo sguardo di Dio che va oltrela miseria e la fragilità dell’uomo e riesce a vederne la bellezza costitutiva, che è fatta da Dio, fatta a immagine di Dio. Questo sguardo dovremmo avere anche noi”
Giustizia e Redenzione vanno insieme alla Riconciliazione
Nel sacramento della riconciliazione il Signore lava a noi sempre di nuovo i piedi sporchi e invita ogni credente a fare altrettanto con i fratelli. Dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri nel quotidiano servizio vicendevole dell’amore. Ma dobbiamo lavarci i piedi anche nel senso che sempre di nuovo perdoniamo gli uni gli altri. Non lasciare che il rancore verso l’altro diventi nel profondo un avvelenamento dell’anima.
(Benedetto XVI – Omelia S. Messa In Coena Domini – Giovedì santo 2008)
“Il per-dono è dono, dono di Dio, dono nella sua forma più bella e vera: l’amore di misericordia”, riflette Suor Giacomina.
“Continuamente Dio interviene per ristabilire l’alleanza che noi creature infrangiamo a causa del peccato – prosegue – Mentre Dio è sempre fedele, gli uomini più volte vengono meno al patto con Dio e deviano dalla Via della Vita. È talmente grande la gioia di Dio nel riabbracciare la sua creatura peccatrice, che ogni volta Egli imbandisce un banchetto per festeggiare il ritorno del figlio lontano. Dio ci ama proprio nel nostro essere peccatori e nel suo grande amore di Padre ha mandato il Figlio per riconciliarci a Sé”
Santa Rita ci indica la via del perdono
Ritrovare la via del perdono è un’esperienza profonda e trasformativa, un cammino di conversione e rinascita che ci riconduce alla comunione con Dio e con i nostri fratelli. Seguendo le orme di Santa Rita, possiamo imparare ad abbracciare il perdono come un’espressione suprema di amore e compassione, un gesto che ci libera dalle catene del passato e ci apre alla gioia della nuova vita in Cristo.
Commenta ancora Suor Giacomina: “Perdonare è imitare il Crocifisso in tutti i suoi aspetti: lasciarsi crocifiggere da tutto il dolore altrui e personale, sentirne umanamente il grande peso, portarlo al Padre come figli insieme al Figlio, attraversarlo con Amore, con fede e abbandono, sfiorare una sorte di morte interiore per poi risorgere …E tutto questo lo si vive non una volta sola ma più volte perché il perdono è di ogni giorno, di ogni istante, è sempre da rinnovare affinché la miseria incontri la Misericordia”.