“Probabilmente chi soffre sente Santa Rita vicina e compartecipe del proprio dolore e si rivolge a lei con la certezza di trovare comprensione, conforto e aiuto. Al di là dell’esito, i miracoli sono un segno di una realtà comunque più preziosa: la presenza di Dio accanto a noi, anche e soprattutto nella prova”.
Così scrive Padre Giuseppe Caruso sulle innumerevoli testimonianze di grazie ricevute, per intercessione di Santa Rita, a cui Dalle Api alle Rose dà voce fin dal primo numero e in cui si racconta nell’esposizione ““Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”, inaugurata il 12 ottobre presso la Sala degli Ascensori di Cascia. Un evento per celebrare i cento anni della rivista storica del monastero, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.
Fin da subito, il bollettino diventa lo spazio del racconto, della condivisione e della pubblica riconoscenza dei devoti, con le parole e poi anche con le foto, come un moderno social network. La Santa è invocata dai devoti in Italia e nel mondo in tante situazioni, specialmente nei “casi impossibili”.
Le storie
Tante e le più svariate le testimonianze di grazie ricevute, come si racconta nella mostra, da ogni parte del mondo. Si va dalla giovane donna con diagnosi di meningite tubercolare che guarisce, alla dichiarazione di innocenza per il condannato in carcere per motivi politici; dalla possibilità di salvare il patrimonio di famiglia, alla liberazione del soldato partigiano che era stato condannato a morte; dall’esame difficile superato, alla salute ritrovata della neonata prematura.
La mostra riporta di prodigi avvenuti già durante la vita di Santa Rita e che i notai di Cascia iniziarono a trascrivere testimonianze di miracoli già tre giorni dopo la sua morte. In linea con le disposizioni vaticane in materia, si specifica ai lettori che la redazione non entra nel merito delle testimonianze ricevute e pubblicate, riconoscendo loro la sola “fede umana”.
Testimonianze come piccoli Magnificat
“Queste testimonianze sono dei piccoli Magnificat scritti da chi ha conosciuto la sofferenza fisica e morale e poi ha visto accadere ciò che sembrava impossibile, salvare ciò che sembrava perduto – così si legge in uno dei pannelli tematici della mostra – Ogni storia è unica. Ma tutti i racconti hanno una cosa in comune: parlano di fede e di preghiera. Una fede che sostiene nelle difficoltà. Una fede che chiede. Una fede che conosce la gratitudine e dà testimonianza.
Per chi si reca a Cascia, la mostra è visitabile gratuitamente per tutta la stagione dei pellegrinaggi.