Donarsi a Dio, per servire il prossimo

La seconda Donna a ricevere il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2023, così come viene raccontato nel nostro ultimo numero della rivista Dalle Api alle Rose, è stata Antonella Dirella.

In particolare, si legge nella motivazione, Antonella è stata premiata “per essersi saputa affidare a Dio ogni volta che la vita l’ha messa alla prova. Sempre in cerca di un Amore più grande, ha accolto la malattia del marito, ha adottato un bambino con problemi di salute, ha parlato di un Padre buono a generazioni di bambini e ora vive la sua vocazione in un percorso di consacrazione dell’associazione San Giuseppe”.

“Dovrò dire solo ‘Sì’, il resto lo farà il Signore”.

Antonella, insegnante, nasce a Santa Croce di Magliano e oggi risiede a Termoli, sempre nella provincia di Campobasso. Da giovane non si sente pienamente amata dalla mamma, così si mette alla ricerca di un amore più grande, quello di Dio, a cui dedica tutta la sua vita, sperimentando tutte le fasi della vita di una donna, come Rita: figlia, fidanzata, moglie, madre, vedova e consacrata.

Conosce Pinuccio in giovane età. A soli 22 anni al ragazzo viene diagnosticato un carcinoma ai testicoli, che lo renderà sterile e lo costringerà a una vita difficile tra cure e ospedali. Nel 1989, nonostante i pareri contrastanti dei familiari, i due si dicono quel Sì che li unirà per l’eternità davanti a Cristo e nella vita. A chi le dice che può ripensarci, Antonella risponde: “Dovrò dire solo ‘Sì’, il resto lo farà il Signore”.

“L’ultima parola non è dell’uomo, ma di Dio”

I primi anni di matrimonio, gli sposi aprono la porta della loro casa ai bambini profughi della guerra in Bosnia Erzegovina e Romania. Nel ‘94, la famiglia si arricchisce della presenza di Gianclaudio, un bambino che nessuno aspettava e che adottano quando ha solo 29 giorni: altri lo avevano rifiutato perché aveva problemi di salute. L’unione di Antonella e Pinuccio è durata 23 anni, nei quali hanno lottato contro 6 tumori. Pinuccio ha chiuso gli occhi sulla terra, per riaprirli alla presenza di Dio quando ha 47 anni e 11 mesi, dopo una vita di combattimento contro la malattia, ma vissuta sempre con fede.

“Ogni volta che la malattia si è ripresentata l’abbiamo sempre affrontata, sapendo che tra noi c’era il Signore e l’incessante preghiera delle persone a noi care – racconta Antonella – La crescita insieme nella fede grazie a Comunione e Liberazione ci ha portato a questo livello di consapevolezza. Non mi sono mai sentita tradita da Dio, perché il suo amore è immenso. Il nostro matrimonio poteva durare un anno, invece il Signore ci ha concesso molti più anni. Tante volte i medici ci hanno tolte le speranze, ma Pinuccio ha continuato a vivere. Perché l’ultima parola non è dell’uomo, ma di Dio”.

La vita è un dono così come si presenta

Rimasta sola dopo la morte di Pinuccio e la lontananza del figlio per motivi di studio, Antonella si è trovata a vivere in una casa piena di ricordi. “Ho capito che dovevo continuare a mettermi al servizio dell’altro – spiega – Il mio Amore doveva trasformarsi ancora. Oggi vivo donandomi tutta a Dio, in cammino di consacrazione con la fraternità San Giuseppe di Comunione e Liberazione”.

Questa decisione è nata anche dal desiderio di vivere la vita come gli ha insegnato Pinuccio: guardandola con bellezza, nonostante ciò che arriva, perché è un dono così come si presenta. Perché per un cristiano la morte che cos’è se non un seme che morendo germoglia e dà frutto?

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