Dal 1 al 8 novembre, preghiamo insieme per i defunti

Stasera alle 20:30, prega con le monache per la pace dall’Urna di Santa Rita

In udienza col Papa: coraggio, libertà e creatività regole dell’evangelizzazione

Venite da Santa Rita! Il primo pellegrinaggio a Cascia

Sei ancora in tempo per l’evento di Natale della Fondazione Santa Rita da Cascia

Giornata di preghiera per la pace in Medio Oriente. Il messaggio della Priora

In attesa del Premio “Madre Fasce”

“Aiutami ad essere madre”, nasce la nostra collana “Rita quotidiana”

“Dalle Api alle Rose”: 100 anni in mostra

I° Premio Madre Fasce a Luciana Delle Donne

San Carlo Borromeo, in un quadro raffigurante la morte con la falce in mano, fece togliere la falce e mettere una piccola chiave d’oro; perché, diceva il santo, la morte chiude la porta del tempo e apre quella dell’eternità, chiude il periodo della prova e apre quello della gioia.

Ricordando chi abbiamo perduto e pregando, tutti noi sosteniamo il loro cammino verso l’eternità e la gioia di cui parlava il santo.

Segui su YouTube l’Ottavario dei defunti dalla Basilica di Santa Rita,
dal 1 al 8 novembre dalle 17:30

Noi monache vi invitiamo a unire le vostre voci alle nostre per l’Ottavario che, dal 1 al 8 novembre dedichiamo ai defunti. Offriremo in loro suffragio il Rosario, il Vespro e la Messa che trasmetteremo in diretta, ogni giorno dalle ore 17:30.

In particolare, pregheremo per tutte le vittime delle guerre, delle violenze e dell’odio.

In questi 8 giorni si può lucrare, ogni giorno, l’indulgenza plenaria per un defunto alle solite condizioni: confessione entro 8 giorni precedenti o seguenti, l’Eucaristia e la Preghiera per il Santo Padre: 1 Credo, 1 Padre nostro, 1 Ave Maria e 1 Gloria al Padre.

Questa sera, accogliendo l’invito del Papa, la nostra comunità si riunirà davanti al corpo di Santa Rita, nella Basilica di Cascia, per recitare una speciale preghiera per la pace, scritta appositamente e tradotta in arabo ed ebraico per permettere la comunione spirituale anche di musulmani ed ebrei.

Unisci la tua voce alla nostra!
Ti aspettiamo alle ore 20:30 in contemporanea su FacebookYouTubeInstagram

La preghiera a Santa Rita per la pace

Ecco la preghiera che le agostiniane reciteranno in diretta social.  

Santa Rita, tu che hai scelto la strada della pace a quella della vendetta, ottieni per noi la forza del dialogo che spinge alla riconciliazione e costruisce invece di distruggere.
Intercedi presso Dio per la pace nel Medio Oriente e nel mondo, perché ovunque venga prima di tutto la vita. 
Santa Rita liberaci dall’odio che ci acceca e donaci il tuo sguardo di fede per credere che, uniti nelle nostre diversità, possiamo far nascere la rosa della speranza.
Amen.

In arabo

يا قديسة ريتا، يا من فضّلت اختيار درب السلام على طريق الانتقام، اجعلينا نمتلك قوة الحوار الذي يدفع نحو المصالحة والبناء بدلاً من الهدم.

تَشفّعي لأجلنا إلى الله من أجل السلام في الشرق الأوسط وفي العالم، ولكي تأتي الحياة أولاً في كل مكان.

حررينا أيتها القديسة ريتا من الكراهية التي تعمي أنظارنا، وأعطِنا نظرة الإيمان، لنؤمن بأننا إنْ اتحدنا في تنوعنا، يمكننا أن نحقق ولادة وردة الرجاء.

آمين.

In ebraico

ריטה הקדושה,

את, שבחרת בדרך השלום על פני דרך הנקמה, השיגי בעבורנו את עוצמת ההידברות המובילה לפיוס ואשר בונה במקום להרוס.

השתדלי אצל האל למען השלום במזרח התיכון ובעולם כולו, על מנת שבכל מקום על פני האדמה יהיו החיים ראשונים במעלה.

ריטה הקדושה, שחררי אותנו מן השנאה המעוורת אותנו והעניקי לנו את מבט האמונה שלך, כדי שנוכל להאמין שכולנו, מאוחדים בכל הגוונים שלנו, נוכל לגרום לשושנת התקווה לפרוח.

אמן.

Nella catechesi di ieri all’Udienza Generale in Piazza San Pietro, il Papa ha portato l’esempio dei Santi Cirillo e Metodio, “apostoli degli Slavi” e compatroni d’Europa.

Nati in Grecia nel IX secolo da famiglia aristocratica, rinunciano alla carriera politica per dedicarsi alla vita monastica. Vengono inviati come missionari nella Grande Moravia, che all’epoca comprendeva vari popoli, già in parte evangelizzati. Il loro principe chiedeva un maestro che spiegasse la fede cristiana nella loro lingua, che però non aveva un alfabeto. Quindi, il primo impegno di Cirillo e Metodio è stato studiare a fondo la cultura di quei popoli, perché per annunciare il Vangelo e pregare ci voleva uno strumento proprio, adatto, specifico. Inventano così l’alfabeto glagolitico. Traducono la Bibbia e i testi liturgici. La gente sente che quella fede cristiana non è più “straniera”, ma diventa la loro fede, parlata nella lingua materna.

Ben presto, però, iniziano i contrasti da parte di alcuni Latini. La loro obiezione è religiosa, ma solo in apparenza: Dio può essere lodato – dicono – solo nelle tre lingue scritte sulla croce, l’ebraico, il greco e il latino. Questi avevano la mentalità chiusa per difendere la propria autonomia. Ma Cirillo risponde con forza: Dio vuole che ogni popolo lo lodi nella propria lingua. Insieme al fratello Metodio si appella al Papa e questi approva i loro testi liturgici in lingua slava.

La Parola di Dio non è incatenata

Presentando la loro storia, il Santo Padre ci invita a essere oggi testimoni del Vangelo con la stessa passione dimostrata dai due santi, una passione che si è tradotta nel portare la Parola di Dio non come costrizione o imposizione, bensì facendo in modo che i valori della fede cristiana si integrassero pienamente nella cultura dei popoli, diventando familiari.

Evangelizzazione e cultura – ha ricordato Papa Francesco – sono strettamente connesse. Non si può predicare un Vangelo in astratto, distillato, no: il Vangelo va inculturato ed è anche espressione della cultura”.

Ci vogliono libertà e coraggio

“Nella predicazione – ha detto il Santo Padre – ci vuole libertà ma la libertà ha sempre bisogno del coraggio, una persona è libera quanto è più coraggiosa e non si lascia incatenare da tante cose che le tolgono la libertà”.

Ecco un altro aspetto importante, quello della libertà, una libertà che dobbiamo possedere e anche desiderare per coloro che ci ascoltano. E, per essere testimoni credibili del Vangelo, bisogna sviluppare e allenare anche la nostra creatività, essenziale per saper trasformare davvero i cuori.

Bisogna agire per carità: il commento della Priora

La Chiesa è sempre vissuta tra le consolazioni dello Spirito e le persecuzioni del mondo. Ma, in ogni tempo, anche quando sono sorte tensioni e crisi all’interno di essa, lo Spirito Santo ha ispirato uomini, come i due fratelli Cirillo e Metodio nei territori slavi, o donne come la nostra Santa Rita, o Santa Caterina da Siena o Santa Brigida dì Svezia, a vincere il male con il bene, con franchezza e coraggio, portando un beneficio non solo alla Chiesa, ma a tutta l’umanità.

Per agire nella verità, con coraggio, e fare in modo che ciò porti frutto, occorre che il motivo per cui ci muoviamo sia la carità. Sempre dobbiamo essere animati da essa.

Sant’Agostino scrive: “Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene”.

Solo da questa radice può sorgere una umanità rinnovata. Oggi, occorre che sia “ordinato” il nostro modo di amare.

La devozione per i santi è parte di una spiritualità popolare fatta di gesti, segni, riti. I pellegrinaggi ne sono parte. Con il pellegrinaggio, chi crede esce da sé per cercare un contatto con il sacro, nutrire la propria fede e darne testimonianza. Madre Fasce ne comprendeva l’importanza e ben quasi 100 anni fa organizzò il primo pellegrinaggio Cascia (PG), per avvicinare Santa Rita a voi devoti, con partenza da Roma: dal 20 al 22 giugno 1925.

Il programma includeva la celebrazione, la visita all’Urna, al chiostro e altri luoghi del monastero, una visita a Roccaporena e una speciale benedizione finale.

Così apprendiamo dal bollettino “Dalle Api alle Rose”, ideato dalla Beata Fasce due anni prima, che promosse l’iniziativa, facendolo diventare un appuntamento annuale. È una delle curiosità che emergono dell’esposizione “Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”, inaugurata il 12 ottobre presso la Sala degli Ascensori di Cascia. Un evento per celebrare i cento anni della rivista storica del monastero, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.

I collegamenti

Attraverso il bollettino, Madre Fasce, da “imprenditrice illuminata”, fece in modo di fornire tutte le informazioni necessarie a far conoscere Cascia e Santa Rita, diffondendo così il suo culto mondiale. Ad esempio, diffuse le informazioni su come raggiungere la cittadina umbra, pubblicando gli orari della ferrovia a trazione elettrica Spoleto-Norcia, che collegava il territorio con una pregiata opera di ingegneria ferroviaria.

La Casa del Pellegrino

Inoltre, per “dare ai devoti una assistenza confortevole, cordiale, serenante”, nacque anche la Casa del Pellegrino che,  presentata in anteprima su Dalle Api alle Rose, aprirà ufficialmente il 24 aprile 1955. Oggi è diventata l’Hotel delle Rose

Volete saperne di più?

Potete visitare gratuitamente la mostra, che resterà aperta per tutta la stagione dei pellegrinaggi. Orari di apertura: 9-13 / 14.30-17.30. Ingresso libero.

Hai ancora pochi giorni per diventare volontario e partecipare attivamente all’evento di piazza di sabato 2 e domenica 3 dicembre, organizzato dalla nostra Fondazione Santa Rita da Cascia, per aiutare le persone fragili in Italia e nel mondo.

“Fare del bene non è mai stato così buono”

Porta nella piazza o nella parrocchia della tua città il nostro Cioccolario, la tavoletta di cioccolato, al latte e fondente, che si trasforma in un calendario da scrivania. Diffondi insieme a noi la dolcezza della solidarietà!

Allestendo il banchetto per distribuire il Cioccolario, sarai ambasciatore di tutti i valori ispirati all’esempio di Santa Rita che la nostra Fondazione trasforma in aiuto concreto per molti

Contattaci e saremo insieme dalla parte dei più fragili

Se sei interessato a partecipare, scrivi a [email protected] o invia un messaggio al 366-3631465: le nostre collaboratrici ti richiameranno al più presto.

GRAZIE, perché il tuo Sì è prezioso per tante persone che aspettano il nostro aiuto!!!

“Viviamo da giorni lo stesso dolore e sgomento con cui il Patriarca Latino di Gerusalemme ha aperto il suo appello. Rispondiamo alimentando con la preghiera la speranza di riuscire a portare pace tra le righe storte della nostra storia.

Chiediamo l’intercessione di Santa Rita, che con coraggio e fede ha scelto di essere donna di pace in un tempo di faide, costruendo per tutti la riconciliazione, non con forza e odio ma con dialogo, amore e compassione.

Il Signore ci conceda di attingere al suo carisma per trasformare la violenza e essere oggi impronte di pace, finalmente parte della soluzione e non del problema”. 

È questo il messaggio che la Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis, lancia in vista della giornata di digiuno e preghiera voluta per domani, martedì 17 ottobre, dal cardinale Pierbattista Pizzaballa per la pace e la riconciliazione.

Cascia in preghiera per la pace

Le Comunità Agostiniane di Cascia alle 11:45 si riuniranno nella cappellina della Basilica di Santa Rita a Cascia, proprio accanto all’urna che custodisce il corpo della taumaturga, per recitare il rosario. Inoltre, sempre nella cappellina, per tutta la giornata sarà possibile pregare con adorazione del Santissimo Sacramento.

Accanto alle monache e ai padri, anche il Comune di Cascia: “Mi associo – ha dichiarato il sindaco Mario De Carolis – alla preghiera per la pace nel Medio Oriente in questi giorni difficili e terribili”.

L’invito della Priora a unirsi, anche ai devoti ritiani musulmani

“Invitiamo i devoti ritiani in tutto il mondo, molti presenti anche tra le comunità musulmane – prosegue la claustrale – a pregare con noi.
Solo insieme possiamo rendere concreto quel ‘basta!” che ieri all’Angelus il Papa ha pronunciato dal profondo del cuore, ricordandoci che le guerre sono sempre una sconfitta.

Come culla dell’eredità di Santa Rita e ambasciatrici del suo messaggio, chiediamo a Rita e anche a Sant’Agostino, che spese tempo, fatiche, veglie e digiuni per la pace, di avvalorare la nostra preghiera per ottenere la sospirata pace tra le Nazioni in lotta, iniziando dalla pace delle coscienze, con la volontà di bene, che Dio continua a seminare nei cuori generosi”.

A Luciana Delle Donne, per aver compiuto e portato avanti con coraggio, determinazione e umanità una scelta illogica per il mondo, ma pienamente logica per il Vangelo, mettendo i propri talenti al servizio delle donne detenute e offrendo loro qualificazione, sostegno, dignità, speranza e prospettive di futuro. 

Questa la motivazione con cui, nel pomeriggio di sabato 14 ottobre, presso la Basilica Inferiore di Cascia (PG), la nostra Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, consegnerà alla pugliese Luciana Delle Donne, una volta manager di successo, il primo Premio “Madre Maria Teresa Fasce”.
Solo uno degli eventi previsti per la giornata in ricordo della beatificazione della storica Badessa del nostro monastero.

Il Premio è stato fortemente voluto da noi monache, nell’anniversario della sua beatificazione, proprio per portare avanti l’idea di imprenditorialità da lei incarnata. Un’idea fondata su una solida e concreta carità evangelica, in favore di un modello di sviluppo capace non solo di generare profitto ma un impatto sociale e umano.

Made in Carcere

Delle Donne, già Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ha rinunciato alla sua carriera per dare vita a un progetto di imprenditoria sociale, Made in Carcere.  Una realtà che è stata avviata per favorire la riabilitazione e il reinserimento sociale delle donne detenute, attraverso un mestiere creativo come quello della sartoria. Con l’obiettivo di produrre accessori  di abbigliamento realizzati con tessuti di scarto e percepire così un regolare stipendio.

Oggi ha coinvolto anche gli uomini, i minori e ad altri settori di produzione. I laboratori, attualmente, sono presenti presso gli istituti penitenziari di Lecce, Trani, Taranto, Matera e ai Bari, supportando inoltre l’apertura di tante piccole sartorie sociali di periferia distribuite in tutta Italia e all’estero.

Gli eventi di sabato 14 ottobre

La giornata della premiazione sarà densa di importanti iniziative volute dal nostro monastero.

Alle ore 10.30, presso la Sala della Pace, si svolgerà un incontro riservato agli studenti degli studi superiori di Cascia e Norcia. L’evento sarà condotto da Lucia Ascione, volto storico di Tv2000, con l’intervento della stessa Delle Donne, e di Suor Giacomina Stuani, economa del nostro monastero e direttrice editoriale della rivista. Le due donne si confronteranno sulla figura della Beata Fasce.

Un nuovo confronto sul tema, aperto alla cittadinanza, è inoltre previsto per il pomeriggio, prima della premiazione, dalle ore 17, presso la Basilica Inferiore. Sarà moderato di nuovo dalla giornalista di Tv2000, che presenterà la storia dell’imprenditrice premiata, con l’intervento di noi monache.

A seguire, finalmente, la splendida opera d’arte realizzata come premio dalla monaca e artista Suor Elena Manganelli, sarà consegnata nelle mani di Delle Donne.

Cento anni dopo la nascita della nostra rivista “Dalle Api alle Rose”, proseguiamo il sogno della nostra storica Badessa, la Beata Fasce, di portare Santa Rita nella vita di tutti e facciamo il nostro straordinario ingresso nel mondo dei libri. Sabato 14 ottobre a Cascia (PG), in occasione degli eventi per celebrare proprio la memoria solenne della Beata, sarà presentato in anteprima “Aiutami ad essere madre”, il libriccino tascabile dedicato alla maternità, nelle librerie dal 19 ottobre, con cui inauguriamo la collana “Rita quotidiana”.

Si tratta del nostro primo straordinario progetto editoriale, con cui siamo pronte a offrire consigli di vita concreta e giornaliera ispirati alla figura della nostra amata Santa, che diventa così un’amica e una “guida del cuore” sempre a disposizione.

Il libro

“Le mamme non sono eroine di una storia, sono fragili, insicure, umane e va bene così. Il mestiere della mamma non è cosa facile, ma neppure cosa impossibile”.

Così si legge nel nostro libriccino, con cui vogliamo accompagnare le madri e coloro che vogliono diventarlo, prendendo spunto da storie vere.

Proviamo così a rispondere a interrogativi quali: come posso essere una brava mamma? Come conciliare maternità e lavoro? Come affrontare una gravidanza a rischio? Come sopportare il dolore della perdita di un figlio? Come sostenere la prova della sterilità?

“Abbiamo voluto inaugurare la nostra collana, parlando di maternità, ispirate dalla figura di Santa Rita, prima madre di due figli e oggi madre di un’immensa famiglia di devoti – dichiara Suor Maria Rosa Bernardinis, la nostra Madre Priora– Ma anche perché pensiamo che tutte le donne siano “madri dentro”, anche noi monache, nello spirito con “l’innata attitudine accoglienza dell’altro”. Con la collana vogliamo essere presenti nella vita dei nostri devoti, e non solo, come delle amiche, come lo è la santa, che è stata una “seminatrice di amicizia”, in modo che nessuno si senta solo, soprattutto nell’affrontare le sofferenze e le difficoltà di ogni giorno”.

“Rita quotidiana”

Vuole essere un percorso, attraverso i dolori, ma anche le gioie che fanno parte della quotidianità, attualizzando il messaggio di Santa Rita e rimanendo al passo con la società e le sue trasformazioni. Affronteremo quindi, due volte all’anno, temi più propriamente ritiani quali lutto, malattia, famiglia, carità, solitudine, ma anche un tema più contemporaneo come quello della solitudine, il vero disagio della società odierna.

Tutti i libriccini conterranno i nostri consigli a partire da testimonianze reali, per cui chiunque di voi voglia inviare la propria, in vista delle future pubblicazioni, può scrivere a [email protected]. I temi affrontati in futuro saranno lutto, malattia, famiglia, carità, solitudine.

Domani 12 ottobre sarà il giorno della memoria solenne della Beata Maria Teresa Fasce, che è stata Badessa del nostro monastero per 27 anni, nella prima metà del 1900, lasciando un’impronta indelebile nella storia. Tra gli eventi che la nostra famiglia agostiniana ha organizzato per festeggiarla, domani alle ore 16, a Cascia (PG), presso la Sala degli Ascensori, si svolgerà l’inaugurazione dell’esposizione “Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra”. Un’iniziativa  che vuole celebrare i cento anni di Dalle Api alle Rose, la rivista del monastero ideata proprio da Madre Fasce, oggi diffusa in 6 lingue e in oltre 250mila copie.

All’evento saranno presenti la Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, il Priore, Padre Mario De Santis e il sindaco Mario De Carolis. Alle ore 18, l’inaugurazione sarà seguita dalla Messa presso la Basilica Inferiore, presieduta dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo.

Un racconto tra la rivista, la vita del monastero e di Cascia, la storia

Dal primo numero, pubblicato il 22 maggio 1923, in questi cento anni la rivista è arrivata in migliaia di case in Italia e nel mondo, diffondendo il culto di Santa Rita e precorrendo i tempi dei social network e del crowdfunding.

Nel tempo, la rivista ha saputo mantenere la propria identità e al tempo stesso rinnovarsi nei temi e nei linguaggi, tenendo vivo il dialogo con la società. La mostra propone una sintesi di questa storia eccezionale strettamente intrecciata a quella del monastero e del suo santuario. Raccontarla oggi, permette di leggere quindi in filigrana la vita, la storia e le opere del monastero, nonché la vita di Cascia e un pezzo della nostra storia.

Attraverso una serie di pannelli tematici, il racconto si sviluppa dunque su tre piani: il progetto editoriale, il racconto del monastero, la dimensione storico-sociale.

La mostra resterà aperta per tutta la stagione dei pellegrinaggi. Orari di apertura: 9-13 / 14.30-17.30. Ingresso libero.

Sabato 14 ottobre alle ore 17 a Cascia (PG), presso la Basilica Inferiore, in occasione degli eventi per la beatificazione di Madre Maria Teresa Fasce, Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del nostro monastero, consegnerà a Luciana Delle Donne, a nome della comunità delle monache agostiniane, il primo Premio intitolato alla storica Badessa. Un premio voluto per sostenere l’imprenditoria ispirata alla carità evangelica, ai fini del bene comune e della sostenibilità, secondo gli appelli da sempre lanciati da Papa Francesco.

Delle Donne, già Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è stata scelta per aver rinunciato a una carriera manageriale di successo, mettendo i suoi talenti al servizio del prossimo in un progetto imprenditoriale sociale. Si tratta di Made in Carcere, che offre una concreta seconda possibilità alle donne detenute, nel segno di un’economia civile rigenerativa. Portando così avanti una scelta illogica per il mondo, ma logica per il Vangelo.

Un premio per un’idea imprenditoriale fondata sulla carità ritiana

“Abbiamo voluto questo premio per promuovere l’idea di imprenditorialità della Beata Fasce – commenta la Priora – rappresentata simbolicamente dall’opera d’arte realizzata come premio dalla monaca e artista Suor Elena Manganelli. La sua base esagonale, che raffigura l’Alveare di Santa Rita, il progetto d’accoglienza per minori del nostro monastero voluto dalla Beata, racconta la costruzione imprenditoriale che nasce da una carità solida e concreta, per un modello di sviluppo fondato non sul profitto ma sull’impatto sociale e umano”.

“Lo stesso impatto che Madre Fasce, donna che ha saputo coniugare la vita contemplativa di monaca agostiniana con la lungimiranza di una moderna imprenditrice illuminata – conclude la Madre – ha avuto su Cascia e sul culto di Santa Rita”.

Made in Carcere

È un progetto che oggi permette a uomini, donne e minori di avviare un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale, attraverso un progetto sartoriale per la produzione di accessori di abbigliamento realizzati con tessuti di scarto e percependo un regolare stipendio. In realtà, oggi si è allargato anche ad altri settori di produzione supportando inoltre l’apertura di tante piccole sartorie distribuite in tutta Italia e all’estero.

Come dimostrato dai dati diffusi dal Cnel, il lavoro è lo strumento che maggiormente permette la riabilitazione dei detenuti, abbattendo la percentuale di recidiva. Che infatti è al 70% tra chi non lavora, mentre scende al 2% per chi durante la pena ha avuto la possibilità di lavorare e imparare un mestiere.

 “Questo premio rappresenta per me un momento importante – così commenta Delle Donne – perché la figura di Santa Rita, santa degli impossibili, legittima il nostro operato, che è stato sempre difficile, in un contesto scomodo, praticamente impossibile appunto, dimostrando che invece si può fare, grazie alla cura e alla passione. Vogliamo diffondere la filosofia della “Seconda Opportunità” per le persone, ricostruendo le loro vite, e della “Doppia vita” per i tessuti”

“Il mio desiderio – sottolinea – è sempre stato, con consapevolezza crescente, di essere al servizio degli altri, in un’ottica imprenditoriale ma sempre soccorrevole e con un approccio altruista e creativo. Dare e darsi è la nuova frontiera della ricchezza”.

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