Premio “Madre Maria Teresa Fasce”, il 12 ottobre a Paola Veglio: per un modo responsabile e sostenibile di fare impresa
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Festa liturgica Beata Maria Teresa Fasce 2024
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Domenica 13 ottobre la Pia Unione Primaria si riunisce in Calabria
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Dal Monastero Santa Rita da Cascia il Rosario su Tv2000 tutti i giorni dal 1 ottobre alle 7 e alle 20
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La Beata Fasce: tra contemplazione e mondo
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Padre Giustino Casciano, nuovo Rettore della Basilica di Santa Rita, parla di pellegrinaggi a Di Buon mattino su Tv2000
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“C’è una dimensione trascurata nel nostro tempo, radicale, eppure fondamentale per la vita umana: il silenzio”. Inizia così l’articolo di Suor Giacomina Stuani, direttrice editoriale della Rivista Dalle Api alle Rose, sull’ultimo numero di settembre-ottobre.
Scopriamo perché è necessario, secondo l’agostiniana, non trascurare il silenzio nella nostra quotidianità.
Non è mai rinuncia
Se cerchiamo la definizione di silenzio sui vocabolari troviamo: relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; un ambiente che produce suono inferiore ai 20 decibel viene considerato silenzioso; in senso figurato, può indicare l’astensione dalla parola o dal dialogo, ecc… Eppure, il silenzio non è solo negazione o interruzione della comunicazione, ma un mezzo di espressione di pensieri ed emozioni, è messaggio.
Il silenzio è condizione dell’ascolto. Può essere scelta deliberata e consapevole per farsi ascoltare e per ascoltare. Oppure per parlare un linguaggio diverso,che non metta maschere, attraverso le parole, al nostro vero pensiero. Il vero silenzio non è mai rinuncia.
Siamo immersi nel rumore
Non dobbiamo avere paura del silenzio, cosa invece abituale per la società odierna, che sembra rimuoverlo, escluderlo, esorcizzarlo. Siamo immersi nel rumore, travolti e confusi da una valanga di informazioni che ci raggiungono da tutte le parti, abituati a riempire ogni piccolo vuoto.
Il silenzio invece è un compagno discreto con il quale viaggiare dentro noi stessi per trovare le risposte che spesso cerchiamo fuori in centinaia di parole. Amare il silenzio come momento d’intimità da vivere con noi stessi, sentirlo come un compagno fedele che non tradisce, che ci lascia pensare senza interromperci, che arricchisce le nostre giornate e ci aiuta a comprendere il senso della vita.
L’interiorità va ascoltata in silenzio
Il silenzio è nutrimento per l’anima. L’uomo moderno deve ritrovare la consapevolezza che il silenzio rimane il grande maestro capace di accompagnarlo sulle vie del senso e di Dio. La via del silenzio è uno dei grandi tesori che, insieme alla fraternità e alla Scrittura, ci sono stati consegnati dalla tradizione cristiana e che dovrebbero essere ripresentati in tutta la loro bellezza.
Nel Discorso 52 (9, 22) il Santo Padre Agostino dice: “Lasciamo qualcosa anche alla riflessione personale, concediamo qualcosa anche al silenzio. Rientra in te e cerca di sottrarti a qualunque frastuono; guarda se dentro di te hai una dolce e segreta cella della tua coscienza, dove tu non faccia del chiasso, tu non abbia a litigare, o a tramar liti, dove tu non abbia a escogitare discordie e caparbietà. Sii mansueto ad ascoltare la parola per comprendere”.
Il silenzio è necessario nella nostra vita perché noi viviamo di parole e di silenzi. In quanto credenti, ci è necessario perché in esso vi troviamo momenti insostituibili della nostra personale esperienza del mistero di Dio. Nel silenzio ascolto il Signore, sono attento alla sua Presenza e alla Sua Parola.
“Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere ascoltata dall’anima” afferma San Giovanni della Croce. Dovremmo trovarci umanamente sempre “senza parole” davanti alla grandezza del mistero di Dio e alla bellezza del suo amore. L’uomo è in grado di rientrare in se stesso e di fare esperienza della presenza nascosta e silenziosa di Dio.
Nessuno di noi si può dispensare dall’essere umile e insistente cercatore di Dio nel silenzio. “Sta’ in silenzio davanti al Signore, e spera in Lui” (Salmo 36, 7).
Nella Rivista Dalle Api alle Rose di settembre-ottobre, Padre Josef Sciberras, Postulatore Generale della Curia Generalizia dell’Ordine di Sant’Agostino, che nella sua rubrica promuove le cause di canonizzazione degli appartenenti alla Famiglia Agostiniana, ci presenta l’esempio di vita del Servo di Dio Francisco Cantarellas Ballester.
Lui lo definisce “Apostolo della semplicità“. Scopriamo insieme cosa possiamo imparare dalla sua storia!
Da sacrestano è vicino alle persone e a loro porta la devozione per Santa Rita
Nel piccolo villaggio di Muro, nell’isola spagnola di Maiorca, il 15 agosto 1884 nacque Francisco. Dopo la prima educazione, cominciò a lavorare con suo padre fino a quando a 20 anni entrò nella comunità agostiniana di Palma. Qui, i frati, tornati alla loro storica chiesa della Madre del Soccorso, avevano iniziato il progetto di un collegio per i bambini della città.
Dopo il servizio militare Francisco fa il suo noviziato al Monastero di El Escorial. Professa i primi voti il 29 settembre 1909 e quelli solenni nel 1915. Viene inviato nuovamente a Palma con l’incarico principale di sacrestano. Il suo lavoro lo porta in contatto diretto con molte persone che si recano alla chiesa specialmente per devozione a Santa Rita, di cui la chiesa, dopo la canonizzazione, era diventa centro propulsore, anche grazie a Francisco, apostolo delle meraviglie della santa!
Insegna ai più piccoli e aiuta gli ultimi
Fra Francisco insegna ai piccoli studenti del collegio utilizzando la pedagogia dell’esempio. Di nascosto dei suoi confratelli aiuta la gente più misera. Per tutti aveva una buona parola, un sorriso consolante, un gesto caritatevole. Umile, cerca i posti meno visibili. Uomo di profonda preghiera, quando si liberava dai doveri, si metteva nel suo angoletto favorito a pregare. La sua presenza assicurava un tratto umano e gentile, sereno, gioioso e accogliente. Fino alla fine lavora per il buon mantenimento del tempio, con una schiera di chierichetti, lasciando nelle generazioni un segno indelebile.
Muore il 22 aprile 1968, a 83 anni. Era un costruttore di comunione, sia nella comunità agostiniana, sia fuori di essa. I testimoni raccontano le sue virtù, specialmente l’umiltà che silenziosamente gridava una forte presenza evangelica. Per la fama di santità di cui gode tutt’ora, venne aperta la causa di beatificazione, per la quale la fase diocesana è stata felicemente conclusa il 26 aprile 2024.
Portiamo avanti il progetto di Dio, anche quando è fatto di piccoli gesti
Il Servo di Dio, vero apostolo della semplicità, ci insegna a portare avanti il progetto di Dio con determinazione, pur quando è fatto di piccoli gesti, cose quotidiane, scelte che potrebbero risultare insignificanti agli occhi del mondo che cerca fama, grandezza e gratificazione immediata.
Fra Francisco ricorda che la comunione si costruisce con piccoli e costanti gesti evangelici, con il portare avanti le proprie responsabilità con gioia e allegria, ma allo stesso tempo con radicale e profonda umiltà, che nel silenzio della preghiera ci fa scoprire la verità di noi stessi.
L’esposizione “Dalle Api alle Rose: 100 anni in mostra (1923-2023)” la mostra che nel 2023 ha celebrato i 100 anni della Rivista di Santa Rita da Cascia, ci ricorda una cosa semplice quanto importante. Le pagine della rivista da oltre 100 anni, appunto, sono un ponte che mette in collegamento le monache, il mondo e i luoghi di Santa Rita con tutti i devoti che si trovano in Italia e ovunque nel mondo.
Tradotta in inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco e dal 2024 anche in polacco, la rivista è nata per volere della Beata Madre Maria Teresa Fasce, che da Badessa del Monastero nel 1923 capì già quanto era importante costruire e coltivare il rapporto con i figli e le figlie di Rita, che oggi sono sempre di più. E per le monache rappresentano una vera famiglia!
Ogni giorno in ogni modo, da sempre vicini
Tra il Monastero e i devoti di Rita c’è da sempre un legame speciale, che si fa contatto coi colloqui, le lettere e più recentemente con le mail e la comunicazione sui social. Anche la Rivista ne è strumento.
Fin dall’inizio si pone in relazione coi lettori, con una comunicazione diretta, franca, riconoscibile e una sua personalità. E, se per chi la scrive i devoti sono un ‘voi’ sempre presente, la stessa attenzione e partecipazione si riscontra da parte dei lettori. Commentano gli articoli, condividono grazie ricevute, notizie come nascite o ricordo dei defunti e lettere. La risposta alla prima lettera è pubblicata già nel 1923 come “lettera aperta”; esprime vicinanza, speranza, consiglia e incoraggia.
Grazie alla Madre Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, nella rivista Dalle Api alle Rose di settembre-ottobre, si parla della solitudine, condizione che sempre più ci accompagna personalmente e anche in famiglia.
Nella sua rubrica, dedicata proprio alle gioie e alle difficoltà di essere famiglia oggi, la Madre affronta così un tema centralissimo e molto attuale nella nostra società, riflettendo una solitudine positiva quella abitata da Dio, come dimensione da recuperare e sulla quale farci forza per uscire invece da quella negativa, baratro dell’umanità.
Siamo esseri sociali, ma abbiamo anche bisogno di stare con noi stessi
L’uomo è per natura portato a socializzare per vivere, crescere, dare senso alla sua vita ed essere felice. Ha bisogno di crescere nella conoscenza di sé, nella fiducia, nella forza interiore che ha di rispondere all’amore ricevuto col ricambiarlo. L’uomo però ha bisogno anche di stare con se stesso, non necessariamente in uno spazio fisico, ma interiore.
C’è, infatti, una solitudine che aiuta a stabilizzare le scelte; che riporta l’animo alla calma, se agitato in superfice da tempeste emotive o relazionali; richiama alle scelte fondamentali se si fossero offuscate o smarrite.
Lasciamo entrare Dio
Ma, questa “cella interiore”, è un toccasana per l’anima e lo spirito, solo se lasciamo entrare Dio. Perché “Dio che è più dentro di noi della nostra parte più interna e più alto della nostra parte più alta” (Sant’Agostino, Le Confessioni), attende alla porta e bussa, perché lo facciamo entrare. È proprio Dio che dà pace, purifica le imperfezioni che emergono; con Lui possiamo leggerle e trasformare le tenebre in luce! In questo spazio senza filtri avviene l’incontro che cambia la vita rendendola sempre più somigliante all’Autore.
Senza il Signore la solitudine è spaventosa
Quando si ha la certezza di essere amati in modo unico dal Signore, “nulla più ci turba, nulla ci spaventa”. Senza di Lui la solitudine è davvero spaventosa. Porto un esempio nella persona del profeta Elia. Egli, docile al comando divino, si ritira nel deserto, certo che Dio provvederà al lui. Così avviene. Qui rafforza il suo rapporto con Dio e si sente pronto per affrontare i profeti di Baal e preso dallo zelo li stermina. La regina Gezabele viene a sapere di ciò, lo minaccia di morte; lui fugge nel deserto e cade in una profonda depressione da cui Dio stesso lo trarrà fuori e gli farà percorrere un cammino d’interiorità che lo porterà a scoprire la presenza del Signore, non nelle forze potenti e distruttive del fuoco, del terremoto, del vento impetuoso, ma nella brezza sussurrata. (Primo libro dei Re).
Un esempio luminoso lo troviamo poi in Gesù. Lui, perfetto uomo e Dio, non aveva bisogno di purificare la memoria, ma sicuramente nel silenzio delle notti, in preghiera con il Padre, trovava conforto per la missione per cui si era incarnato, di fronte alle delusioni dei suoi e dell’incalzare dell’ostilità degli avversari. Questa è la vera e feconda solitudine che rendepiena la vita.
Sabato 12 ottobrealle 17:15 nella Basilica inferiore del Santuario di Santa Rita a Cascia, torna l’appuntamento con il Premio “Madre Maria Teresa Fasce”. Badessa del monastero oggi beata che ha segnato la storia anche per il suo ‘fare imprenditoriale’, col Premio a lei intitolato le monache vogliono promuovere un’imprenditoria ispirata al Vangelo e un’economia solidale.
Alla seconda edizione, il riconoscimento 2024 sarà consegnato a Paola Veglio. Imprenditrice piemontese che attraverso la sua azienda punta tutto sulla crescita e sul benessere delle persone e sullo sviluppo del territorio.
La Priora: “In questo tempo lacerato dalle guerre, mettere le persone prima, vuol dire promuovere anche la pace”
“Il premio Madre Fasce è dedicato alle donne che scelgono di essere protagoniste della necessaria rivoluzione solidale dell’economia. Facendo impresa non solo per il profitto ma per generare impatto sociale e umano. In società segnate da crisi, conflitti e disuguaglianze, il modello di imprenditoria ispirato al Vangelo che la Fasce ci insegna è più attuale che mai. E richiama all’etica e alla sostenibilità. Lei è stata una vera ‘imprenditrice di Dio’, che nel 1900 ha costruito a Cascia, e da qui diffuso, un’impresa del bene, fondata sulla carità e sui valori cristiani incarnati da Santa Rita. In questo tempo sempre più lacerato dalle guerre, aprire il cuore agli altri in ogni ambito, sociale, economico e politico, mettendo le persone prima di ogni interesse personale e al centro di ogni azione, vuol dire promuovere anche la pace”.
Il messaggio di Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis.
Fare impresa può cambiare il mondo
Ricevere un premio è sempre una grande soddisfazione, perché ci si rende conto di aver fatto qualcosa di buono. Ricevere questo premio ha un valore per me enorme, perché, dopo aver letto la sua biografia, ho trovato in Madre Maria Teresa Fasce un mondo magnifico, fatto di testardaggine, dove si va contro tutto e tutti per assecondare il bisogno spasmodico di aiutare il prossimo. In Lei ho avuto la conferma che cerco da una vita. Cambiare il mondo è possibile, se solo lo vogliamo”.
Paola Veglio, Premio Madre Maria Teresa Fasce 2024
Paola Veglio
A Paola Veglio, donna, ingegnere e imprenditrice, per aver saputo far crescere la sua azienda mantenendo l’attenzione verso le persone e per aver guardato al territorio con progetti e azioni capaci di migliorare la qualità della vita della comunità. Questa la motivazione del 2° Premio “Madre Maria Teresa Fasce”.
Due donne unite dallo stesso sguardo verso gli altri
Tra Paola Veglio, amministratore delegato della Brovind di Cortemilia (Cuneo) che opera nel settore metalmeccanico, e la Beata Maria Teresa Fasce ci sono molte similitudini. A legarle è quello sguardo diretto oltre i confini del monastero e dell’azienda per una vera rivoluzione orientata all’umanità.
Dipinto della Beata Madre Maria Teresa Fasce
Le unisce la determinazione nel portare avanti le scelte. Dovendo lottare anche per affermarsi, da donne, in mondi diversi ma dove conquistare il proprio spazio non era e non è scontato. Contraddistingue entrambe l’umanità, l’attenzione e l’apertura agli altri. E la capacità di riconoscere i bisogni del territorio e l’impegno nel dare risposte concrete. La Fasce è stata fautrice dell’attuale Basilica di Santa Rita e dell’Alveare di Cascia che da 86 anni accoglie minori e li accompagna nella crescita. Mentre Paola Veglio ha rilanciato l’occupazione locale, ha lavorato sul welfare aziendale attraverso l’asilo, gli assistenti sociali, la mensa, che di sera si trasforma in ritrovo per cittadini e turisti.
Il Premio
Fisicamente il premio, opera d’arte unica che rappresenta la concretezza della carità,è una piramide dalla base esagonale sovrastata da un fiore i cui petali diventano fiamme e custodiscono il cuore infiammato agostiniano. E’ realizzato da Suor Elena Manganelli, artista e monaca agostiniana, che sulla parte frontale ha inserito delle piccole api. Richiamano la simbologia ritiana, l’operosità e le Apette dell’Alveare, così come la Fasce chiamò le bambine, allora orfane, accolte dalle monache.
GLI EVENTI A CASCIA. IL 12 OTTOBRE, ANCHE IN DIRETTA STREAMING
Gli eventi legati alla festa liturgica della Fasce, nel 27° anniversario della sua beatificazione, si uniscono a quelli del Premio che porta il suo nome.
Si parte dal Solenne Triduo, in programma dal 9 all’11 ottobre in Basilica Inferiore. Santa Messa tutti i giorni alle ore 18:00 celebrata dal nuovo Priore della comunità agostiniana di Cascia, Padre Juraj Pigula.
Ad aprire gli appuntamenti del Premio Fasce, venerdì 11 ottobre alle 11:00 presso la Sala della Pace, l’incontro riservato agli studenti del territorio. Conduce Cristiana Caricato, vaticanista di Tv2000, con Paola Veglio e Suor Giacomina Stuani, economa del monastero e direttrice editoriale della Rivista Dalle Api alle Rose, che la stessa Fasce creò nel 1923.
Infine, sabato 12 ottobre, dalle ore 16:00 in Basilica Inferiore che custodisce il corpo della Beata Fasce, Messa Solenne, presieduta dall’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo. E alle 17:15 incontro e premiazione, sempre con Cristiana Caricato: interverranno insieme alla premiata, Suor Maria Rosa Bernardinis e Suor Giacomina Stuani. Gli eventi di sabato pomeriggio saranno anche in diretta streaming.
Il 12 ottobre è il giorno della memoria solenne della Beata Maria Teresa Fasce, che è stata Badessa del nostro Monastero per 27 anni, nella prima metà del 1900, lasciando un’impronta indelebile nella storia.
Quest’anno celebriamo il 27° anniversario dalla sua beatificazione, portando avanti non solo iniziative spirituali, ma anche sociali, come il Premio “Madre Maria Teresa Fasce”, che già dal 2023 abbiamo voluto come riconoscimento per chi fa impresa non pensando solo al profitto ma mettendo sempre per prime le persone e il bene sociale.
Ecco tutti gli appuntamenti, anche in diretta streaming
Solenne Triduo dal 9 all’11 ottobre in Basilica Inferiore Ore 17:00 S. Rosario; ore 17:30 Vespro Ore 18:00 S. Messa – Predica il P. Priore, P. JURAJ PIGULA
VENERDÌ 11 OTTOBRE – ORE 11:00 – SALA DELLA PACE Premio Madre Maria Teresa Fasce Incontro con gli studenti
SABATO 12 OTTOBRE – ORE 16:00 Solenne Concelebrazione Eucaristica in BASILICA INFERIORE presiede Mons. RENATO BOCCARDO, Arcivescovo di Spoleto-Norcia Canti eseguiti dalla Corale S. Rita di Cascia, diretta dal M° Rita Narducci Evento in diretta streaming
ORE 17:15 – Basilica Inferiore Incontro e Cerimonia di Consegna del Premio Maria Teresa Fasce Evento in diretta streaming
L’ultimo incontro regionale del 2024 della Pia Unione Primaria Santa Rita (PUP), sarà in Calabria! L’appuntamento domenica 13 ottobre a San Marco Argentano, provincia di Cosenza.
La PUP è la famiglia che in tutta Italia e nel mondo unisce da quasi 20 anni oltre 8mila devoti ritiani, che insieme testimoniano la loro fede e rendono concreto e attuale il messaggio di Rita. L’incontro è aperto a tutti i gruppi e anche a tutte le persone, già affiliate alla PUP e non.
Il programma
ore 9.00 – Arrivi e accoglienza presso Piazza Duomo
ore 9.45 – Visita guidata del centro storico del Borgo
ore 11.00 – Conferenza a cura di Padre Ludovico Maria Centra, assistente spirituale della Pia Unione, presso la Cattedrale
ore 12.00 – Concelebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Stefano Rega, Vescovo di San Marco Argentano-Scalea
ore 13.00 – Pranzo al ristorante “Il Feudo”
Per informazioni e prenotazioni: Tonino Cupone – 3498055267 e Maria Turano – 3403438962.
Doppio appuntamento quotidiano dal coro del monastero di clausura, per pregare con le monache, custodi dell’eredità della santa degli impossibili
“In un tempo tanto bisognoso di speranza e unità è un dono poterci avvicinare nella preghiera per camminare insieme verso la pace”
Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia
“Accogliamo simbolicamente nella nostra clausura chiunque si collegherà tramite Tv2000 per il Santo Rosario, perché in un tempo tanto bisognoso di speranza e unità è un dono poterci avvicinare nella preghiera per camminare insieme verso la pace, accogliendo il mistero della comunione spirituale che non ha confini e che mettiamo in pratica da tempo anche attraverso i nostri canali social. Da monache nell’esempio di Santa Rita siamo costantemente unite al mondo, portando nella preghiera e nella carità le intenzioni, le sofferenze e le speranze dell’umanità. Desideriamo che la luce della fede possa raggiungere tutti, affinché la potenza della preghiera ci sostenga e ci guidi, con l’intercessione della Beata Vergine Maria e Santa Rita”.
Queste le parole di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, che con le sue consorelle apre virtualmente il coro del monastero a chi vorrà seguire il Rosario su Tv2000, per unire a sempre più persone le proprie voci in preghiera. L’appuntamento, che sarà molto apprezzato anche dall’enorme famiglia di devoti ritiani d’Italia e non solo, è sul canale 28 da martedì 1 ottobre alle ore 7.00 e alle ore 20.00.
Con lo storico agostinianista Mauro Papalini, nella rivista Dalle Api alle Rose di settembre-ottobre, si parla del rapporto che la Beata Fasce, storica Badessa del Monastero Santa Rita da Cascia, aveva con le “il mondo fuori dal monastero”. In particolare, il nostro viaggio, che mira a rileggere la figura della Beata Maria Teresa Fasce all’interno del quadro storico e sociale del suo tempo, ci porta a capire come la Madre avesse sempre la mente in Dio, pur scontrandosi coi problemi esterni.
… “quel mondo cacciato dalla porta, rientra poi dalla finestra…”
Nella letteratura spirituale da sempre la clausura è sinonimo di isolamento totale dal mondo e da tutti i suoi mali, per dedicarsi solo a Dio in un paradiso anticipato. La forma più alta di meditazione e preghiera è la contemplazione. Qualunque claustrale, però, sa bene che la contemplazione richiede un grande esercizio dello spirito e molta costanza. Naturalmente ci si deve sempre affidare alla grazia di Dio, ma tutto ciò non è sempre facile, anche perché quel mondo cacciato dalla porta, rientra poi dalla finestra e finisce con il condizionare in qualche modo la vita delle comunità.
Si impegnò a gettare fuori le “cose del mondo”
La giovane Marietta Fasce non fece eccezione: ella partì da casa sua convinta di lasciarsi dietro le spalle la vita mondana per imboccare senza esitazione la via della perfezione e della felicità.
Entrò nel Monastero di Santa Rita a Cascia il 22 giugno 1906, festa del Sacro Cuore di Gesù di cui fu sempre devotissima, e dopo alcuni mesi scriveva alle sorelle: “Qui non si piange, qui non si pena, qui non si geme. Si spera, si ama e si gode!!! Non è un Paradiso anticipato?! Sì, state pure allegre e gioite con me”. Dopo poco tempo, però, dovette rendersi conto che nel monastero non c’era tanto paradiso, ma piuttosto le cose del mondo, che lei si impegnò a gettare fuori per fare posto alla preghiera, alla meditazione e alla contemplazione, cose per cui aveva lasciato la sua Genova.
Amava la meditazione
Anche dopo la sua elezione ad Abbadessa e la riforma radicale della sua comunità, il mondo non la lasciò in pace e continuò a entrare distogliendola spesso dalla sua alta contemplazione che tanto amava: rimaneva per ore davanti al Santissimo in un colloquio silenzioso e a chi le chiedeva che cosa facesse tutto quel tempo rispondeva: “Io guardo Lui e Lui guarda me”.
Voleva trasmettere alle sue consorelle l’amore alla contemplazione e alla meditazione pur tra le faccende quotidiane e per questo insegnava loro un metodo per tenere sempre la mente in Dio: il silenzio e la ripetizione di alcune frasi che riconcentravano l’anima nel suo Dio.
…La burocrazia, le invidie, la guerra: lei governò tutto
Intanto incalzavano le vicende del culto di Santa Rita, una cosa a cui lei teneva moltissimo, ma non avrebbe mai immaginato che la costruzione del nuovo Santuario si sarebbe rivelata un vero romanzo popolare. La burocrazia, le invidie, la guerra, e tanti altri fattori proiettarono la Beata Maria Teresa in una realtà che di contemplativo aveva ben poco.
A volte se ne usciva con frasi tipo: “Questa mattina abbiamo bevuto più lacrime che latte!” o “Quanto è brutto il mondo!”. Insomma, possiamo dire che, bene o male, Maria Teresa Fasce, che voleva abbandonare per sempre il mondo, non fu mai abbandonata dal mondo, ma seppe come governarlo.
Domani mattina, martedì 24 settembre, tra le 9 e le 9.45 circa, il popolare programma di Tv2000,Di Buon mattino, parlando di pellegrinaggi, coinvolgerà anche il mondo di Santa Rita.
Nello specifico, in rappresentanza della Famiglia Agostiniana di Cascia, formata dalle monache e dai padri che ogni anno insieme accolgono oltre 1 milione di pellegrini da tutta Italia e da tutto il mondo, ci sarà il nuovo Rettore della Basilica di Santa Rita Padre Giustino Casciano. Ben tre i collegamenti in diretta che lo vedranno protagonista, sull’accoglienza ai pellegrini, con anche consigli pratici per vivere al meglio il proprio pellegrinaggio.
Inoltre, non mancherà la testimonianza dei devoti. Con il collegamento da Palermo di Valerio Bonanno, anche tra i fondatori del gruppo della Pia Unione Primaria Santa Rita della città siciliana. La Pia Unione è la famiglia ritiana, nata a Cascia, che in tutta Italia e nel mondo unisce da quasi 20 anni oltre 8mila devoti ritiani, che insieme testimoniano la loro fede e rendono concreto e attuale il messaggio di Rita.
Per il nuovo Rettore è un ritorno a Cascia e c’è anche un nuovo Priore
Prima di essere nominato Rettore della Basilica di Santa Rita, Padre Giustino Casciano è stato per 4 anni Priore Provinciale degli Agostiniani d’Italia. Nato nel 1955 in Molise, ordinato sacerdote nel 1980, il suo è un ritorno nella comunità agostiniana di Cascia. Qui, proprio agli inizi del suo percorso, è stato per ben tredici anni, ricoprendo già il ruolo di Rettore del Santuario ritiano.
Insieme al Rettore, è arrivato a Cascia da qualche giorno anche Padre Juraj Pigula, nuovo Priore del Convento di Sant’Agostino e Santa Rita. Dopo anni in Slovacchia, sua terra di nascita, e più recentemente a Viterbo, nel Lazio, e a Pavia,guiderà la comunità dei padri agostiniani di Cascia.
A entrambi va il nostro bentornato o benvenuto! Così come a tutta la comunità dei padri, vanno i nostri migliori auguri per un buon cammino insieme, sulle orme di Santa Rita!
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