“Aiutami a Pregare”, il libro delle monache di Santa Rita per riscoprire la preghiera

La Pace in Terra dipende anche da noi: scopri Dalle Api alle Rose di novembre-dicembre

La speranza che ci portano i defunti è piena di immortalità

Siamo “tutti Santi”! Anche tu puoi essere un capolavoro dello Spirito Santo

I nostri cari defunti ci guardano da lassù?

Solennità di Tutti i Santi e commemorazione dei defunti alla Basilica di Santa Rita

Dal 4 novembre i nuovi orari del Santuario di Santa Rita da Cascia

“Dio ha su ciascuno di noi un progetto d’amore”: i 60 anni di professione religiosa di Suor Pia Conversa

Santa Rita è rifugio di pace per tutti i cuori in tormenta

Nel silenzio si trovano risposte oltre le domande

… non esiste strumento tecnologico, come invece la preghiera, che possa metterci in contatto con noi stessi e riempire quel vuoto a volte presente nel nostro cuore, che solo Dio può colmare…

Scrive così, Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, nell’introduzione al libro “Aiutami a pregare”, creato dalle claustrali come strumento per riscoprire la preghiera, nella vita personale e comunitaria.

Il volume, da lunedì 11 novembre nelle librerie d’Italia e online, è in anteprima esclusiva già disponibile sul nostro SITO, CLICCANDO QUI!

La preghiera è una bussola per ritrovarci, anche nella modernità

Come testimoniano coloro che le monache accolgono ogni giorno, molte persone, pur sentendone il bisogno e desiderandolo fare, non sanno come pregare. Ecco allora che, dal prezioso servizio di ascolto delle claustrali e in accoglimento all’invito di Papa Francesco che ha voluto il 2024 anno della preghiera, nasce “Aiutami a pregare”, libro con cui le agostiniane offrono un percorso spirituale, tra riflessioni e testimonianze vere.

Si parla del valore che ha la preghiera nella quotidianità, come bussola per ritrovarsi. Di come sia necessario predisporsi alla preghiera, non una tecnica ma mezzo per vivere a pieno la nostra umanità, fatta anche di infinito. Le monache rispondono anche alla domanda: perché sembra che a volte Dio non ci ascolti? Infine, la preghiera è presentata come sostegno tanto nella sofferenza quanto nella gioia, centrale per aiutare noi stessi ma anche gli altri, come in famiglia.

E’ il terzo volume della collana “Rita Quotidiana”, una guida del cuore

Con “Aiutami a pregare”, giunge a tre volumi la collana “Rita Quotidiana” del Monastero, con consigli di vita concreta ispirati a Santa Rita. La santa, tramite i suoi valori universali, diventa così un’amica sempre a disposizione, una ‘guida del cuore’ attraverso gioie e dolori della quotidianità.

La collana in formato tascabile, curata da Tau Editrice, ha preso vita a ottobre 2023, con l’uscita del primo libriccino sulla maternità, dal titolo Aiutami a essere madre, per accompagnare le madri e coloro che vogliono diventarlo.

A marzo 2024, poi, è stato pubblicato Aiutami a superare il lutto, in cui le monache invitano a elaborare la mancanza, guardando alla Resurrezione, che porta tutti – credenti o meno – a fare i conti con la morte e la possibilità di andare oltre e rinascere.

Per il 2025, la collana è destinata a crescere con un quarto volume sul tema della speranza, grande valore del 2025, grazie al Giubileo.
La volontà delle monache è continuare il percorso parlando di malattia, famiglia, carità e solitudine. 

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Parla di Natale, ma anche di forza, potere, condivisione e speranza, l’ultimo numero del 2024 della Rivista del Monastero Santa Rita da Cascia, Dalle Api alle Rose!

Corredato, come da tradizione, dal calendario ritiano 2025 che è dedicato alla speranza, presto arriverà nelle case dei devoti di tutto il mondo!

Iniziamo a scoprilo insieme con l’editoriale di Suor Maria Giacomina Stuani, direttore editoriale della Rivista.

Il potere sta nella libertà

Quando a Natale l’Onnipotente si fa bambino, in un atto di umiltà estrema, si presenta come un essere fragile, bisognoso di cure e protezione, mettendo in discussione la nostra comprensione di forza e potere. Quest’ultimi, sono spesso associati all’attitudine a controllare, influenzare o dominare gli altri. Il vero potere, invece, si trova nella capacità di ispirare, connettere, influenzare positivamente e creare cambiamenti duraturi.

Ecco la strada per la Pace. E Dio, da buon Padre, con la nascita del Figlio che ci rende tutti figli, ce lo ricorda, bussando alle nostre porte. Il Suo è un invito a riflettere sul nostro modo di vivere. Si tratta di accogliere Gesù aprendosi spiritualmente, mettendo in discussione le nostre certezze, i pregiudizi e il modo di vedere la vita.

Il Natale non è solo una festa di celebrazione, ma occasione per rivedere il nostro rapporto con Dio, gli altri e noi stessi

In questo contesto, il potere dei cristiani penso sia la libertà, umile chiave per accogliere l’invito del Signore e mutare il modo di essere umani. Impariamo da Gesù a essere Re, portatori di Pace in terra, potenziando la libertà che ci ha donato, che non è senza limiti e comporta grandi responsabilità. Non è un’autonomia che porta all’individualismo, ma la capacità di uscire da noi stessi. È una forza che libera dall’egoismo, permettendo di vivere in comunione, in un modo che trasforma noi e il mondo.

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Spesso questo giorno è segnato dalla tristezza, perché le persone che conosciamo, sono morte e il loro ricordo è ancora vivo. Inizia così la riflessione di Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, per la commemorazione dei defunti del 2 novembre. Vediamo insieme come prosegue il messaggio della Madre!

Sempre attenti a non perdere la speranza

Essere tristi per l’assenza dei nostri cari che non ci sono più è normale. Ma non possiamo diventare per questo persone senza speranza. Perché l’amore che ci lega a loro continua ancora a circolare, non si è spezzato. Noi crediamo che Dio è amore e se noi amiamo, lì c’è Dio. Allora quell’amore non si può spezzare, anche se a noi non sembra così palese, come quando i nostri cari erano vivi.

Vi è uno scambio di mutuo soccorso, di aiuto reciproco: loro pregano per noi perché giungiamo all’incontro con Dio giustificati, noi preghiamo per loro, affinché sia completa la loro purificazione dei sensi spirituali, perché possano contemplare il volto di Dio.

La loro speranza è piena di immortalità, dice la Scrittura. Loro hanno la certezza della salvezza eterna, ma soffrono perché non sono ancora nella  pienezza della visione beatifica. I nostri cari pregano e sperano per noi la salvezza dell’anima e pregano il Signore perché noi raggiungiamo in questa vita, la misura della pienezza della conoscenza di Cristo.

Quindi non piangiamo troppo per loro, ma preghiamo per loro il Signore e facciamo opere di bene in loro memoria. In questo scambio si instaura una nuova comunione tra noi e loro. 

In ogni celebrazione eucaristica si vive misticamente questo scambio. Siamo consapevoli di questo e ringraziamo il Signore di tutto ciò quando vi partecipiamo.

Domani 1° novembre la Chiesa celebra la solennità di tutti i Santi. Una vera festa che ci indica i santi, amici di Dio, come modelli di vita beata. Ma chi sono tutti i Santi che festeggiamo?
La Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis, ci ricorda che tutti noi siamo potenzialmente Santi, perchè Dio ci chiama tutti alla santità.

Leggiamo la sua riflessione.

I “Santi” della porta accanto

I Santi che celebriamo sono anche quelli che non sono ufficialmente canonizzati; tra questi potrebbero esserci i nostri familiari, i nostri parenti, gli amici, che già godono della visione beatifica di Dio.

Sono i capolavori dello Spirito Santo, quelli della porta accanto, che nella loro vita hanno realizzato la chiamata di Dio alla santità, vivendo in modo eroico le virtù cristiane e di conseguenza hanno edificato il Corpo mistico di Cristo.

Ogni uomo e donna è chiamato da Dio

Ma in questo giorno celebriamo anche e soprattutto la santità di Dio, che con la Sua grazia dona a ogni uomo e ad ogni donna, di ogni tempo, di camminare nella verità, sotto l’azione dello Spirito Santo: chiunque Lo cerchi con cuore sincero seguendo la propria coscienza con animo retto. Perché Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. 

I confini della Chiesa non sono ristretti, si aprono per raggiungere tutta l’umanità nell’unica famiglia di Dio. E’ la moltitudine immensa che nessuno poteva contare di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti all’Agnello avvolti in vesti candide e tenevano rami nelle loro mani. E gridavano a gran voce: La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello.  E’ importante per comprendere la missione ad gentes della Chiesa, che guida alla salvezza, non per imposizione ma per attrazione, per far conoscere il prezzo del riscatto: il Verbo che si fa carne per amore, per amore muore e risorge per donare la vita in abbondanza.

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Nella settimana in cui ci prepariamo a commemorare i defunti, vogliamo cercare di rispondere a una delle domande più ricorrenti che ci arrivano: i nostri cari defunti ci guardano?

Questo è uno dei temi trattati nel libriccino “Aiutami a superare il lutto” del nostro Monastero Santa Rita da Cascia, edito da Tau editrice per la collana Rita Quotidiana, in cui le monache invitano a elaborare la perdita, guardando alla Resurrezione, andando oltre per rinascere, seguendo l’esempio di Santa Rita.

La comunione perfetta con i nostri cari c’è solo in Cristo

È facile capire, anche se il nostro cuore non ha mai provato la sofferenza della perdita, quanto sia forte il desiderio di mantenere almeno un qualche legame coi nostri cari che sono morti. Ma, è essenziale non perdere noi stessi alla ricerca di strade che, invece di condurci alla costruzione di qualcosa, possono solo portarci alla distruzione di tutto.

Quello che Gesù ci ha promesso non è racchiuso all’interno di un luogo fisico, bensì di una relazione, di una vita che dopo la morte viene vissuta eterna e bella insieme al Cristo, in comunione stretta con la sua stessa vita. Se lasciamo che il Vangelo di Gesù entri nel nostro cuore per riempirlo, questa promessa vale per ognuno di noi.

Santa Rita che, nella sua vita ha perduto prima il marito e poco dopo anche i loro due figli, ha vissuto ogni giorno nell’attesa di riabbracciare i suoi cari. Un’attesa che è stata resa pura e costruttiva dall’amore del Signore, perché Rita si è messa nelle braccia di Gesù e lì ha aspettato.

Nell’attesa, l’amore di Dio è l’unica strada in grado di elevarci verso il Cielo e di permetterci di raggiungere uno stato di pace e pienezza. Il vincolo di unione fra noi e i nostri defunti diventa, allora, possibile.

A volte le risposte alle nostre preghiere, si trovano nel perdere qualcosa, come la rabbia, il rancore e la paura della morte. Trovando, di contro, l’Amore di Dio, che tutto può e tutto unisce.

La storia di Giorgio: come vorrei che da lassù qualche volta Colette mi guardasse…

A Santa Rita, chiedo con tutto me stesso di darmi la forza di andare avanti, perché sono trascorsi due anni dalla morte di mia moglie, ma io ancora non mi consolo. Ho riempito la casa delle sue fotografie, le parlo come se fosse ancora qui, ma niente… non riesco proprio a trovare conforto. Come vorrei che da lassù qualche volta Colette mi guardasse, che vedesse quanto bene le volevo e le voglio ancora oggi, anche se lei non c’è più al mio fianco… I nostri cari scomparsi hanno ancora un pensiero per noi?

Giorgio ci ha scritto per avere una risposta a questi interrogativi, per trovare un po’ di quella speranza e serenità che aspetta da tempo.

Chi ci lascia in questa vita terrena ci ha solo preceduto nella Casa del Padre per ricevere il premio delle sue virtù. Nell’attesa, dal Cielo veglia e intercede costantemente per i suoi cari e sa quanto bene noi gli vogliamo.

Dal paradiso ci guarda e ci attende, e un giorno tutti insieme faremo festa per l’eternità.

Questa certezza deve essere la nostra consolazione. Insieme alla presenza amorosa del Signore, dobbiamo credere di riuscire a sperimentare sempre anche quella dei nostri cari defunti.

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Condividiamo con voi gli orari delle Sante Messe per il 1°, 2 e 3 Novembre alla Basilica di Santa Rita.

BASILICA APERTA dalle ore 6:30 alle ore 20:00

VENERDÌ 1° NOVEMBRE – SOLENNITÀ TUTTI I SANTI

SANTE MESSE IN BASILICA

ORE 7:30 – 9:00 – 10:30 – 12:00 – 16:00 – 18:00

SABATO 2 NOVEMBRE Commemorazione dei fedeli Defunti

SANTE MESSE IN BASILICA

ORE 7:30 – 9:00 – 10:30 – 12:00 – 16:00 – 18:00

DOMENICA 3 NOVEMBRE – XXXI Tempo Ordinario

SANTE MESSE IN BASILICA

ORE 7:30 – 9:00 – 10:30 – 12:00 – 16:00 – 18:00

Da lunedì 4 novembre 2024 e fino a marzo 2025, ecco i nuovi orari per la tua visita alla Basilica e al Monastero Santa Rita da Cascia.

APERTURA BASILICA dalle 6.45 alle 18.30

GIORNI FESTIVI

SANTE MESSE
7.30 cantata dalle Monache agostiniane
9.00 – 10.30 – 12.00 – 17.00

VISITE AL MONASTERO
9.00 – 10.00 – 11.30 – 14.30 – 16.00

SANTO ROSARIO: ore 16.00 festivi e prefestivi

VESPRI: ore 16.30 festivi e prefestivi

GIORNI FERIALI

SANTE MESSE
7.30 cantata dalle Monache agostiniane
10.30 – 12.00 – 17.00

VISITE AL MONASTERO
10.00 – 11.30 – 14.30 – 16.00

SANTO ROSARIO: ore 16.30


ADORAZIONE EUCARISTICA
Ogni mercoledì ore 16.00

PASSAGGIO ALL’URNA
Ogni ultimo giovedì del mese – dopo la S. Messa delle ore 17:00

PREGHIERA ALLA BEATA MARIA TERESA FASCE
primo venerdì del mese ore 17:00 Santa Messa e preghiera in Cripta (Basilica Inferiore)


CONFESSIONI
Feriali: dalle ore 9.00 – 12.30 e dalle ore 15.30 – 18.00
Festivo e prefestivo: dalle ore 7.00 – 12.30 e dalle ore 15.30 – 18.00

Per aggiornamenti, è possibile contattare l’Ufficio Informazioni del Santuario:
tel. +39 0743 75091 – [email protected]

Nella Basilica di Santa Rita, domani pomeriggio, Suor Maria Pia Conversa celebrerà il suo 60° anniversario di Professione solenne. La sua è una testimonianza di gratitudine al Signore che può essere esempio per tutti noi.

Nata a Noicattaro, provincia di Bari, entra nel Monastero di Santa Rita il 16 novembre del 1962. Oggi ha 83 anni e ringrazia il Signore che gli ha insegnato a vivere il dono di se stessa nella preghiera e nella vita quotidiana.

A 21 anni avevo solo un sogno, oggi ho tutta una vita in cui piano piano ho preso consapevolezza di essere nella mani della Sua misericordia e di essere diventata un Suo ‘prodigio’!

Suor Maria Pia Conversa

Al suo fianco ci saranno tutte le monache del Monastero Santa Rita e i confratelli agostiniani di Cascia, insieme a tutti i suoi cari. Potrai esserci anche tu grazie alla diretta streaming delle ore 16:00 sul canale YouTube del monastero!

Ero una ragazze come tante, ma la Parola irruppe nella mia anima, nel mio cuore

Dio ha su ciascuno di noi un progetto d’amore, tutti siamo chiamati a scoprirlo per viverlo con dedizione.

Ero una ragazza come tante, piena di sogni e vitalità, amante della vita. A 21 anni, nel mese di maggio, dedicato a Maria, accolsi l’invito di alcune amiche a frequentare la preghiera mariana e la Parola irruppe nella mia anima, nel mio cuore. Fu l’inizio di un cammino di approfondimento le cui tappe orientarono la mia vita verso la totale consacrazione contemplativa agostiniana. Ammetto che mi sorprendeva il timore di non essere in grado di rispondere con responsabilità alla chiamata divina.

Il timore, lo superai grazie al sussurro della Parola dedicata a Maria, che risuonava come una continua cantilena nell’intimo: “Bruna sono ma bella” (Cantico dei cantici, 1,5). Bruna per la fragilità creaturale, ma bella per la “grazia” che trasforma la persona rendendola capace di generare e portare Cristo Gesù al mondo intero nella preghiera.

È Dio che opera in ciascuno di noi

“La tua grazia vale più della vita” (Salmo 62)… È Dio che opera in ciascuno di noi; giorno dopo giorno, Egli porta a compimento la sua opera, bisogna essere sempre attenti e aperti ai suoi continui richiami. La Parola ha illuminato, sostenuto e confermato il mio cammino in questi anni di consacrazione al Signore.

Per la Professione solenne, quella dei voti “per tutta la vita”, scelsi le parole della Sacra Scrittura: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l’amore» (Cantico dei Cantici, 5,6). In esse mi ritrovo, poiché noi contemplative agostiniane riceviamo l’anello con Cristo Crocifisso, segno nuziale di alleanza eterna tra la consacrata e Cristo e Dio Padre tramite la Chiesa. La vita contemplativa agostiniana si forma alla scuola della Parola, che accolta, risuona in un continuo movimento armonico nell’animo-cuore, come musica che è espressione di tutti i movimenti forti, acuti, meno forti, piano, pianissimo, fortissimo, dolce…

La Sua Parola scardina i nostri egoismi

Così è ogni giorno il confronto della consacrata con la Parola che scardina ogni egoismo, raddrizza la volontà, affinché assuma “gli stessi sentimenti di Cristo”, Colui che è splendore e consola.

La Comunità Agostiniana è consacrata all’Amore, cerca di assomigliare ed esprimere l’immagine radiosa della Trinità Santa. Ciascuna cerca di essere se stessa accogliendo l’altra nell’Amore. È scuola di umanità più ricca perché sempre protesa ad attingere la pienezza di vita da Cristo Signore.

Un’umanità che qui a Cascia si fa viva con l’ascolto dei pellegrini. I loro dolori e le loro gioie sono per me uno stimolo nella preghiera al Signore.

DOMANI ALLE 16.00 SEGUI LA CELEBRAZIONE
PER I 60 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA DI SUOR PIA
IN DIRETTA DALLA BASILICA DI SANTA RITA

C’è una rubrica nella rivista Dalle Api alle Rose dove la vostra voce, le innumerevoli testimonianze di Grazia che arrivano al Monastero, vengono simbolicamente confidate direttamente alla santa.

E’ Cara Santa Rita, dove Maurizia Di Curzio, assistente al servizio di ascolto del Monastero Santa Rita da Cascia, immagina di scrivere a Rita ciò che le arriva al cuore, cercando di cogliere un segno, un messaggio utile per tutti noi. Scopriamola nel numero di settembre-ottobre!

Una santa amata da donne e da uomini

Cara Santa Rita, negli atti del tuo processo di beatificazione del 1626 (conservati nell’Archivio storico diocesano di Spoleto), tra le varie testimonianze raccolte, si evidenzia come la Tua venerazione non sia prerogativa del mondo femminile.

Per la tua storia, che ha abbracciato ogni fase della vita di una donna, potremmo infatti pensare che manchino le così dette ‘quote blu’ tra i Tuoi devoti, ma saremmo smentiti. In una delle deposizioni fatte in data 22 ottobre 1626 viene così riportato “Io ho visto venire in diverso tempo, più e diverse persone al seppolcro della detta Beata Rita, tanto homini e donne di questo paese come anco forastieri”.

La storia di Marcello: un ‘temporale’ si sta abbattendo su di lui

Marcello con la sua storia ne è un esempio. Umbro di origine, nella sua famiglia ha “respirato” l’amore: pregavano sempre la loro Meraviglia, così parla di Te. Trasferitosi per lavoro, si sposa e ha tre figli. Ma, non manca anno che non venga a trovarTi. Ormai in pensione dedica molto del suo tempo alla sua parrocchia. Con il suo canto, talento in lui innato, accompagna i fedeli nei momenti di preghiera. Marcello sa come ogni talento è compito e responsabilità. È il 22 maggio e, insieme a quello per la Beata Vergine Maria, non può non preparare un addobbo anche per Te.

Marcello sta vivendo giorni di angoscia, un temporale si sta abbattendo su di lui, la diagnosi non è buona e questo lo turba molto. Senza pensarci va nella chiesa madre e prende la Tua statua, la porta nella chiesina dove si celebrerà la messa. Sistema le rose, lascia cadere dei petali in terra; prepara tutto con infinita dovizia di particolari. È tutto pronto, i parrocchiani sono estasiati, si può far festa alla santa.

… ma nella tempesta non è solo…

Marcello non sa come andrà, deve ancora fare degli accertamenti; non sa se potrà dire di aver ricevuto la grazia di guarigione. Ma da quando ha abbracciato la statua di Santa Rita il suo cuore non è più in tormenta.

Non si aspetta che la tempesta gli sia evitata, ora sa che nella tempesta non sarà solo. Ha ritrovato la forza nascosta in lui, non ha paura. In lui risuonano le parole di Gesù: “Non avere paura, abbi fede, io sono con te”… insieme alla sua Meraviglia.

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“C’è una dimensione trascurata nel nostro tempo, radicale, eppure fondamentale per la vita umana: il silenzio”. Inizia così l’articolo di Suor Giacomina Stuani, direttrice editoriale della Rivista Dalle Api alle Rose, sull’ultimo numero di settembre-ottobre.

Scopriamo perché è necessario, secondo l’agostiniana, non trascurare il silenzio nella nostra quotidianità.

Non è mai rinuncia

Se cerchiamo la definizione di silenzio sui vocabolari troviamo: relativa o assoluta mancanza di suono o rumore; un ambiente che produce suono inferiore ai 20 decibel viene considerato silenzioso; in senso figurato, può indicare l’astensione dalla parola o dal dialogo, ecc… Eppure, il silenzio non è solo negazione o interruzione della comunicazione, ma un mezzo di espressione di pensieri ed emozioni, è messaggio.

Il silenzio è condizione dell’ascolto. Può essere scelta deliberata e consapevole per farsi ascoltare e per ascoltare. Oppure per parlare un linguaggio diverso, che non metta maschere, attraverso le parole, al nostro vero pensiero. Il vero silenzio non è mai rinuncia.

Siamo immersi nel rumore

Non dobbiamo avere paura del silenzio, cosa invece abituale per la società odierna, che sembra rimuoverlo, escluderlo, esorcizzarlo. Siamo immersi nel rumore, travolti e confusi da una valanga di informazioni che ci raggiungono da tutte le parti, abituati a riempire ogni piccolo vuoto.

Il silenzio invece è un compagno discreto con il quale viaggiare dentro noi stessi per trovare le risposte che spesso cerchiamo fuori in centinaia di parole. Amare il silenzio come momento d’intimità da vivere con noi stessi, sentirlo come un compagno fedele che non tradisce, che ci lascia pensare senza interromperci, che arricchisce le nostre giornate e ci aiuta a comprendere il senso della vita.

L’interiorità va ascoltata in silenzio

Il silenzio è nutrimento per l’anima. L’uomo moderno deve ritrovare la consapevolezza che il silenzio rimane il grande maestro capace di accompagnarlo sulle vie del senso e di Dio. La via del silenzio è uno dei grandi tesori che, insieme alla fraternità e alla Scrittura, ci sono stati consegnati dalla tradizione cristiana e che dovrebbero essere ripresentati in tutta la loro bellezza.

Nel Discorso 52 (9, 22) il Santo Padre Agostino dice: “Lasciamo qualcosa anche alla riflessione personale, concediamo qualcosa anche al silenzio. Rientra in te e cerca di sottrarti a qualunque frastuono; guarda se dentro di te hai una dolce e segreta cella della tua coscienza, dove tu non faccia del chiasso, tu non abbia a litigare, o a tramar liti, dove tu non abbia a escogitare discordie e caparbietà. Sii mansueto ad ascoltare la parola per comprendere”.

Il silenzio è necessario nella nostra vita perché noi viviamo di parole e di silenzi. In quanto credenti, ci è necessario perché in esso vi troviamo momenti insostituibili della nostra personale esperienza del mistero di Dio. Nel silenzio ascolto il Signore, sono attento alla sua Presenza e alla Sua Parola.

“Il Padre pronunciò una parola, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio; perciò in silenzio essa deve essere ascoltata dall’anima” afferma San Giovanni della Croce. Dovremmo trovarci umanamente sempre “senza parole” davanti alla grandezza del mistero di Dio e alla bellezza del suo amore. L’uomo è in grado di rientrare in se stesso e di fare esperienza della presenza nascosta e silenziosa di Dio.

Nessuno di noi si può dispensare dall’essere umile e insistente cercatore di Dio nel silenzio. “Sta’ in silenzio davanti al Signore, e spera in Lui” (Salmo 36, 7).

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