Siamo giunti al penultimo appuntamento con il 14° Giovedì di Santa Rita dove siamo chiamati a compiere un viaggio “dentro” di noi, nel nostro cuore attraverso le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.
Compiere un viaggio dentro di noi
Per Sant’Agostino il cuore è la via privilegiata per poter conoscere sé stessi e Dio:
«Torna al cuore e dal cuore va a Dio. Se sarai tornato al tuo cuore, tu torni a Dio da un luogo che ti è assai vicino».
Sant’Agostino (serm. 311, 14.13)
Quando l’uomo si allontana da sé, da questo centro di unità, è destinato alla dispersione, a perdersi tra le realtà terreni e le passioni carnali. Il nostro tempo è contrassegnato da una forma di dispersione, che caratterizza le azioni e il pensiero e che spesso, come una malattia, affligge le giovani generazioni. La dispersione è una proiezione all’esteriorità, a ricercare tutto ciò che è fuori di noi; è l’incapacità di stare con sé stessi; più che impiegare il proprio tempo, lo si spreca. La dispersione spinge verso la realizzazione di sé ad ogni costo, ci distoglie dall’interrogarsi su ciò che ci rende pienamente felici, in modo stabile, sollecitandoci a cercare, piuttosto, ciò che ci emoziona per un momento o ci piace di volta in volta.
Rientrare nel nostro cuore
Ed ecco a questo punto l’indicazione sapienziale di Agostino: «Rientrate nel vostro cuore! Dove volete andare lontani da voi? Andando lontano vi perderete. Torna, torna al cuore… Rientra nel cuore: lì esamina quel che forse percepisci di Dio, perché lì si trova l’immagine di Dio; nell’interiorità dell’uomo abita Cristo, nella tua interiorità tu vieni rinnovato secondo l’immagine di Dio: nella di lui immagine riconosci il tuo Creatore» (Commento al vangelo di Giovanni, tr. 18, 10). Il cuore è il luogo in cui incontrare Dio, riconoscere il suo amore di predilezione per noi e per i nostri fratelli, in una relazione viva e personale con Cristo. Il viaggio in questa regione interiore ci consente di contemplare le realtà spirituali ed eterne, di metterci in ricerca di Dio, dell’amicizia, della comunione, della bellezza, della preghiera, della grazia, della relazione, della contemplazione. Il nostro cuore arde quando ci muoviamo con Cristo, come i discepoli di Emmaus, nell’ascolto delle parole del Maestro che infondono nuovamente fiducia e speranza.
L’esempio dei santi
Santa Rita è colei che si offre come modello di discepola che purifica e custodisce il suo cuore e il suo sguardo, entrambi centrati in Cristo crocifisso. Nella croce ritrova sempre l’unità in sé e con Cristo contro quella dispersione che invece potrebbero scatenare gli eventi traumatici della sua vita. Nel dialogo costante e nella preghiera con Dio la Santa è capace di risollevarsi da una condizione di paralisi spirituale, di perseverare nell’amore e ricercare la misericordia divina, desiderare la dolcezza della grazia per sé e per i suoi cari. Agostino e Rita ci invitano a compiere questo pellegrinaggio interiore, che si presenta come una vera avventura, nella quale si ritrova Dio, se stessi e il prossimo.
Questa è l’esperienza che hanno fatto tutti i santi convertiti, ma questo vale anche per noi che abbiamo necessità di convertirci ogni giorno, per arrivare ad amare come ci ama Cristo. Tutto ciò che si manifesta è luce. È Grazia!