La comunione: perché ognuno di noi è un dono per l’altro – 12° Giovedì di Santa Rita

Nell’ 12° Giovedì di Santa Rita riflettiamo sul dono della Comunione con le parole delle monache di Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio.

Il Giubileo favorisce la Comunione tra i fratelli

Dopo aver parlato degli effetti della riconciliazione con Dio e con i fratelli, il Giubileo ci consente di riflettere su un altro bene per la nostra vita di fede: la comunione con Dio e con i fratelli nella Chiesa. La comunione è l’elemento portante del nostro vivere in relazione con gli altri, in unità, coltivando lo spirito della fraternità. Il discepolo di Cristo si propone giorno per giorno di essere costruttore di comunione: è il suo modo specifico di annunciare il Vangelo, di servire la Chiesa, di rendere percepibile il dono della fraternità dato da Cristo all’intera Chiesa.

La comunione è l’antidoto a ogni forma di individualismo

Sant’Agostino ha fatto della comunione il principio costitutivo delle sue comunità religiose, l’asse portante della vita nella Chiesa, perché la comunione è propria di Dio, Uno e Trino. I consacrati, vivendo insieme, devono risaltare per la loro unità e carità:

«Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e abbiate unità di mente e di cuore protesi verso Dio»

Sant’Agostino (Regola 1.2)

In un tempo in cui risaltano più le divisioni e le differenziazioni, Agostino ci richiama ad un’esperienza di comunione ecclesiale che è possibile quando tutti tendono a ricercare Dio come bene unico ed esclusivo. Anzi, è Dio stesso a volere e a realizzare l’unità e la concordia dei suoi figli nella Chiesa. La comunione, infatti, è l’antidoto ad ogni forma di individualismo o di solitudine, che oggi ci ammala.

Siamo predisposti a vivere in comunione con gli altri

La comunione è possibile attuarla, in quanto l’uomo porta in se stesso una predisposizione a viverla, essendo stato creato come essere relazionale, capace di amare e di essere amato: in quanto persona, egli “è” in comunione con Dio e con gli altri. L’uomo non può fare niente di valido prescindendo da questa sua costituzione: per natura è in relazione ad un “tu”, che afferma la sua esistenza e la sua alterità; è persona e non individuo, è nella sua struttura un “essere in comunione”, in quanto voluto ad immagine e somiglianza non di un Dio isolato, solo e indistinto, ma di un Dio che è comunione di Tre Persone. Ne consegue che l’uomo è chiamato a realizzare la sua vocazione comunionale, a condividere la fede con i fratelli: se si rifiuta il bene della comunione, non si è parte viva della Chiesa, non si è una parte sana del Corpo di Cristo.

Ogni fedele è un dono particolare per i fratelli

La comunione nella Chiesa non si presenta come uniformità, ma come unità nella diversità dei carismi: si può definire questa unità come “composita”, perché in molti concorrono a formarla, ciascuno con i propri doni spirituali. San Paolo paragona la comunità ecclesiale al corpo umano, caratterizzato dalla molteplicità e dall’armonia delle membra. Allo stesso modo, nella Chiesa ogni singolo fedele è un dono particolare, che gode di uno specifico carisma a servizio del bene altrui.

Ciascuno di noi deve trovare il suo posto nella Chiesa, riconoscere quale servizio può svolgere: si può essere ministri o consacrati, ma anche catechisti, testimoni ed annunciatori della fede, missionari, formatori dei giovani, cantori… Qualunque sia il compito assunto, per Agostino tale compito deve essere svolto per amore dell’unità della Chiesa, non in modo da esaltarsi, ma nella forma di un servizio.

Oggi, dalle 17.30 partecipa alla Celebrazione Solenne del 12° Giovedì di Santa Rita, in DIRETTA DALLA BASILICA DI CASCIA, preceduta dalla recita della Coroncina di Santa Rita. CLICCA QUI!


Iscriviti alla newsletter

Inserisci la tua mail per restare sempre aggiornato su tutte le novità e le iniziative del Monastero.