Il 22 maggio si è chiuso con la Messa per i benefattori del Santuario.
Padre Luciano De Michieli, Rettore della Basilica di Cascia, nell’omelia ci ha invitato a riflettere sul fatto che, con Dio, tutto nasce anche dal male.
Fare la volontà di Dio
La vita di Rita è stata non fare la propria volontà, ma seguire la volontà di Dio, con accoglienza. Un’accoglienza difficile perché a volte le cose che Dio le chiedeva di accettare erano dure. Però lei era sempre piena di fiducia, nella certezza di essere amata e che, quindi, anche se non capiva, sapeva che dietro c’era un disegno d’amore. La sua forza vitale era l’amore e questa forza le ha permesso di accogliere il vero Amore, quello dello Spirito di Dio, riversato nei nostri cuori.
Il testimone di Rita, lo ha raccolto la Beata Maria Teresa Fasce, della quale quest’anno ricordiamo i 25 anni di beatificazione. Questa giovane donna di Genova voleva consacrarsi a Dio, ma quando ha sentito il racconto della vita di Rita, appena canonizzata, ha avvertito nel cuore un dono dello Spirito, ovvero di dover venire a Cascia. E da qui ha dedicato la sua vita a far conoscere Rita al mondo.
Una delle frasi di Madre Fasce è: “Sono felice perché posso dire di non aver mai fatto la mia volontà”. È una frase forte per una donna volitiva com’era lei, che ha dovuto combattere per venire a Cascia, perché i suoi genitori non la volevano mandare e le monache non la ritenevano adatta perché era una nobildonna in un paesino piccolo e sperduto. Ma, Dio aveva altri progetti e lei ha seguito il desiderio di Dio…
Quando Dio costruisce tutto nasce
Pensate che questa meraviglia di Basilica è nata durante la guerra, consacrata due anni dopo la seconda guerra mondiale, quando c’era solo povertà… eppure guardate cos’è nato, dalla generosità di tutti i benefattori che, come un rivolo, hanno donato qualcosina perché questo luogo diventasse onore a Dio e accoglienza, affinché tanti potessero incontrare Rita qui. E, incontrando lei, trovare la forza per affrontare la vita, perché questo è il dono di Rita: non è colei che toglie i dolori e le difficoltà, ma come Cristo ti insegna ad abbracciare la Croce, cioè ad amare la tua vita, credendo che anche le ferite sono luoghi di Grazia.
Questa è la morte del male. Il male cerca di sconfiggerci, di staccarci da Dio, di farci detestare Dio, di chiuderci, di rompere le nostre relazioni e pensare che la nostra vita è finita. Cerca di convincerci in tutti i modi per strapparci dalla Vite, che è Dio, e se il tralcio non resta attaccato alla vite allora muore davvero. Invece, se ami stai attaccato, anche se il tuo ramo sanguina, e ne nasce un bene infinito.
Il male si vince amando, non con le guerre
Veniamo qui davanti a Rita perché ci sentiamo capiti, sentiamo che le sofferenze che lei ha vissuto prima di noi sono simili alle nostre. E capiamo che tutto, per Rita, è nato dentro un disegno di amore. Ecco, questa è la Grazia grande che celebriamo in questi giorni: credere all’amore, che il male si vince amando, non con le guerre. Ci riusciamo solo se diciamo: “Signore, mi fido di te, non voglio che l’odio prenda il mio cuore e lo chiuda dentro una gabbia”. Questo vuol dire vincere il male con il bene, non significa accettare tutto, chiudere gli occhi, farsi calpestare… significa avere un cuore che ama cercando la verità, la giustizia, ma volendo che tutti siano salvi, anche coloro che hanno fatto del male alla mia vita.
Tutti abbiamo le nostre spine e, qui, chiediamo a Rita di insegnarci, di farci la Grazia di guarire dall’odio. Quante lacrime abbiamo raccolto, lacrime di Grazia! Perciò, ringraziamo i benefattori, che fanno sì che questa sia la casa dove tutti possono incontrare l’amore di Dio.