C’è una rubrica nella rivista Dalle Api alle Rose dove la vostra voce, le innumerevoli testimonianze di Grazia che arrivano al Monastero, vengono simbolicamente confidate direttamente alla santa.
E’ Cara Santa Rita, dove Maurizia Di Curzio, assistente al servizio di ascolto del Monastero Santa Rita da Cascia, immagina di scrivere a Rita ciò che le arriva al cuore, cercando di cogliere un segno, un messaggio utile per tutti noi. Scopriamola nel numero di settembre-ottobre!
Una santa amata da donne e da uomini
Cara Santa Rita, negli atti del tuo processo di beatificazione del 1626 (conservati nell’Archivio storico diocesano di Spoleto), tra le varie testimonianze raccolte, si evidenzia come la Tua venerazione non sia prerogativa del mondo femminile.
Per la tua storia, che ha abbracciato ogni fase della vita di una donna, potremmo infatti pensare che manchino le così dette ‘quote blu’ tra i Tuoi devoti, ma saremmo smentiti. In una delle deposizioni fatte in data 22 ottobre 1626 viene così riportato “Io ho visto venire in diverso tempo, più e diverse persone al seppolcro della detta Beata Rita, tanto homini e donne di questo paese come anco forastieri…”.
La storia di Marcello: un ‘temporale’ si sta abbattendo su di lui
Marcello con la sua storia ne è un esempio. Umbro di origine, nella sua famiglia ha “respirato” l’amore: pregavano sempre la loro Meraviglia, così parla di Te. Trasferitosi per lavoro, si sposa e ha tre figli. Ma, non manca anno che non venga a trovarTi. Ormai in pensione dedica molto del suo tempo alla sua parrocchia. Con il suo canto, talento in lui innato, accompagna i fedeli nei momenti di preghiera. Marcello sa come ogni talento è compito e responsabilità. È il 22 maggio e, insieme a quello per la Beata Vergine Maria, non può non preparare un addobbo anche per Te.
Marcello sta vivendo giorni di angoscia, un temporale si sta abbattendo su di lui, la diagnosi non è buona e questo lo turba molto. Senza pensarci va nella chiesa madre e prende la Tua statua, la porta nella chiesina dove si celebrerà la messa. Sistema le rose, lascia cadere dei petali in terra; prepara tutto con infinita dovizia di particolari. È tutto pronto, i parrocchiani sono estasiati, si può far festa alla santa.
… ma nella tempesta non è solo…
Marcello non sa come andrà, deve ancora fare degli accertamenti; non sa se potrà dire di aver ricevuto la grazia di guarigione. Ma da quando ha abbracciato la statua di Santa Rita il suo cuore non è più in tormenta.
Non si aspetta che la tempesta gli sia evitata, ora sa che nella tempesta non sarà solo. Ha ritrovato la forza nascosta in lui, non ha paura. In lui risuonano le parole di Gesù: “Non avere paura, abbi fede, io sono con te”… insieme alla sua Meraviglia.