Santa Rita da Cascia, nata a Roccaporena tra il XIV e XV secolo, è una delle sante più amate e invocate al mondo. La sua vita fu segnata da dolore, fede e perdono. Sposa e madre prima di entrare nel Monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia, Rita visse accanto a un marito violento, che riuscì a cambiare con il suo amore paziente. Dopo la tragica morte del marito e dei figli, si dedicò completamente a Dio, trovando nella preghiera e nella penitenza la forza per affrontare le prove più dure.
I simboli che raccontano la sua santità
Il legame tra la vita concreta di Rita e la sua profonda spiritualità è visibile anche nei simboli che la accompagnano. Il più conosciuto è la rosa, legata a un episodio accaduto poco prima della sua morte: malata e costretta a letto in pieno inverno, chiese a una parente di portarle una rosa e due fichi dal giardino della sua casa. Nonostante il gelo, la richiesta fu miracolosamente esaudita. Da allora la rosa è divenuta simbolo della grazia che nasce nel dolore, della fede che illumina i momenti più bui. Un altro simbolo forte è la spina sulla fronte: durante una preghiera davanti al Crocifisso, una spina della corona di Gesù si conficcò nella sua fronte, lasciandole una ferita dolorosa che portò fino alla morte. Era il segno della sua unione alla Passione di Cristo.Dall’infanzia, la sua storia fu avvolta da misteriosi segni: si narra che api bianche si posarono sulla sua culla senza pungerla, e alla sua morte apparvero api nere, simbolo della protezione divina. In convento, infine, Rita annaffiò una vite secca che miracolosamente rifiorì: un segno della vita nuova che nasce dalla fede.
Una santa vicina a chi soffre
Santa Rita è oggi invocata come la “santa degli impossibili”, protettrice delle cause disperate, dei matrimoni difficili e di chi soffre. È così amata perché la sua storia parla di una donna vera, che ha conosciuto il dolore ma ha scelto l’amore e il perdono come via per trasformarlo. Ha saputo essere moglie, madre, monaca, amica dei poveri e testimone concreta di una santità possibile per tutti.
Ogni anno, il 22 maggio, giorno della sua morte, migliaia di pellegrini si radunano a Cascia per la festa liturgica. I fedeli portano rose da benedire, come segno di speranza e affidamento. Quel fiore delicato, capace di sbocciare anche nel gelo, continua a raccontare il messaggio di Santa Rita: anche la sofferenza può diventare bellezza, anche ciò che sembra perduto può rifiorire, se vissuto con fede e amore.