Redenti per amore: la fraternità è la via della salvezza

Prosegue il CICLO ESTIVO di riflessioni spirituali dedicato al tema della FRATERNITA’. Dopo aver approfondito il legame tra Fraternità e Creazione, questo secondo appuntamento ci invita a riflettere sul mistero della Fraternità e Redenzione.

Anche in questo articolo, le parole di Sant’Agostino fanno da guida, interpretate dal Rettore della Basilica, Padre Giustino Casciano, e arricchite dallo sguardo spirituale e concreto delle Monache Agostiniane di Cascia.

Un cammino che ci aiuta a riscoprire, nel cuore dell’estate, il valore della comunione come dono che nasce dall’amore redentore di Cristo, per imparare a costruire legami nuovi, fondati sulla pace.

Dalla caduta alla rinascita: la storia dell’amore che salva

La storia dell’umanità, raccontata nella Bibbia, ha inizio con una frattura profonda: un fratricidio. Caino uccide Abele, suo fratello, segnando la prima tragedia generata dalla gelosia e dall’invidia. All’origine di questo dramma c’è il peccato originale: Adamo ed Eva scelgono di disobbedire a Dio, usando male la libertà ricevuta. Questo allontanamento da Dio rompe l’armonia originaria e introduce nella storia umana la paura, la divisione e l’incapacità di amare pienamente.

Eppure, come scrive il Cardinale Angelo Comastri: «Se il peccato allontana l’uomo da Dio, non allontana Dio dall’uomo». Dio non ci abbandona, ma ci ama ancora più intensamente. E da Creatore si fa Redentore, inviando il suo Figlio a salvarci. Il Verbo si fa carne, entra nella nostra storia e ci riconcilia con il Padre, restituendoci la dignità perduta e rendendoci figli nel Figlio.

Gesù, Redentore dell’umanità

San Paolo, nella Lettera ai Romani, descrive con forza la lotta interiore che abita ogni cuore: “Voglio il bene ma compio il male che non voglio” (Rm 7,18-19). È la stessa esperienza che visse Sant’Agostino prima della conversione, narrata con commozione nelle Confessioni: fu la Parola di Dio a squarciare le sue tenebre interiori, portando luce e libertà.

Cristo, morendo sulla croce e risorgendo, ha sconfitto il peccato e la morte. Per mezzo di Lui, siamo stati riscattati: non più schiavi del male, ma nuove creature, chiamate a vivere nella libertà dell’amore. Il Battesimo ci innesta in Cristo, come tralci alla vite. Uniti a Lui, diventiamo membra del suo Corpo, la Chiesa, chiamata ad annunciare la Buona Novella e a ricostruire la fraternità perduta.

Fraternità come dono e compito

La fraternità non è soltanto un ideale umano, ma un dono divino. È il frutto della redenzione operata da Cristo. Per questo, la vera fraternità non nasce dallo sforzo personale, ma dall’incontro con l’amore del Signore, che trasforma il cuore e ci rende capaci di riconoscere ogni uomo e ogni donna come fratello e sorella.

Sant’Agostino ci ricorda che la fraternità si costruisce attraverso la preghiera, l’umiltà, la pazienza, la fiducia nel progetto di Dio. E Santa Rita, sua figlia spirituale, è stata testimone luminosa di questa fraternità operosa e concreta. Nelle prove durissime della sua vita, ha continuato a credere nell’amore di Dio, a sperare nei beni eterni, a conformarsi all’immagine del Figlio crocifisso. Per questo, ancora oggi, la sua vita genera frutti di pace e riconciliazione.

Fraternità eucaristica: uniti in Cristo, uno con i fratelli

Ogni volta che ci riuniamo attorno all’altare, celebriamo il mistero della nostra redenzione. L’Eucaristia ci unisce a Cristo e tra di noi, rafforzando la nostra appartenenza a una sola famiglia, chiamata a camminare insieme nella comunione, nella carità e nella testimonianza.

È proprio in questo cammino che la fraternità si fa carne, si fa gesto, scelta, impegno quotidiano. Perché – come ricordava San Paolo VI, citato dal Cardinale Comastri – «l’uomo moderno non ascolta i maestri, ma guarda ai testimoni». E testimoni credibili sono coloro che, come Santa Rita, vivono l’amore fino in fondo, lasciandosi guidare dallo Spirito.

Santa Rita, guardando Gesù Crocifisso, ha compreso l’amore di Dio e nonostante le prove durissime che ha incontrato nella sua vita, ha continuato a credere nell’amore del Signore, a sperare in beni più grandi, a conformarsi all’immagine del Figlio, per questo ancora oggi l’amore che ha caratterizzato la sua vita continua a portare frutti di vita e salvezza.

“Non cercare di capire per credere, ma credi per capire”. (S. Ag.)

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