“Anche noi siamo portati nel grembo di Dio, ma quando nasceremo lo vedremo faccia a faccia. Perciò i credenti chiamano la morte giorno della nascita: ‘dies natalis’”. Così Bruno Forte, teologo e arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, spiega Dio a un bambino, paragonando Dio a una mamma e la morte a un parto, nell’intervista contenuta nel numero della rivista “Dalle Api alle Rose” di marzo-aprile.
Un’intervista in cui Forte risponde a domande essenziali riguardanti Dio, il suo rapporto con l’Uomo e la Fede.
Che cosa è l’Uomo per Dio
Secondo Forte, “creato per amore, l’Uomo è chiamato ad amare, ed è costituito per puro dono partner dell’Alleanza con l’Altissimo”, con la grande responsabilità di “creatura libera e destinata all’Eterno”, che va vissuta con l’aiuto del Signore.
Il significato della Fede
La Fede è certamente un dono, implicante però “l’accettazione libera e consapevole della creatura”, che rappresenta la sfida di essere umani. Un dono, da esercitare accompagnato dalla Ragione, che proviene dallo stesso Datore dei doni, nel comune dovere di servire l’Uomo e Dio.
Il perché del dolore nel mondo
Infine la domanda più comune: “Perché Dio permette che sia tanto dolore e sofferenza nel mondo?” Perché Dio ci ha creati liberi, per cui possiamo anche rifiutare il Suo disegno, scegliendo la salvezza oppure la dannazione.
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