É nell’amore che continua la vita
Padre Luciano de Michieli, Rettore della Basilica di Cascia, in occasione della Festa di Ognissanti, ci spiega perché è la festa di tutti e come possiamo far sentire il profumo di santità già sulla terra.
“Siate santi perché io sono santo”
Vangelo di Luca
Dio, nel Vangelo di Luca, ci invita ad essere santi nella vita di tutti i giorni. Tutti però pensiamo che esserlo sia qualcosa di straordinario e che perciò non riguardi la nostra “normalità”. Ma Dio ci dice esattamente il contrario! Ci invita ad essere santi, realizzando la nostra “normalità”. Quale? Quella di diventare ciò che siamo veramente, nella nostra unicità.
Come si fa a diventare santi?
Padre Luciano De Michieli per rispondere a questa domanda utilizza l’immagine di un viandante che ha deciso di percorre la strada della felicità: egli cammina con l’umiltà ai piedi, la povertà nello zaino e la fiducia in Dio negli occhi. Sa che il Signore gli indicherà, passo dopo passo, dove andare, gli suggerirà le parole da dire, lo porterà in braccio quando vedrà che non ce la fa più.
La Santità quindi è stare con Dio ogni giorno, vivere alla sua presenza, ascoltarlo nelle parole delle persone buone, conversare con lui nella preghiera, riconoscerlo tra le cose che accadono.
La santità si può intravedere sulla terra
È necessario mettere tutta la nostra intelligenza e tutto il nostro cuore nelle cose che facciamo per essere santi. Chi vive così, infatti, illumina la sua esistenza e quella di chi di gli sta accanto. Per questo i Santi al termine della vita sono felici di aver dato tutto e si sentono pronti al passaggio della morte, perché hanno intravisto uno scorcio di paradiso già sulla terra e non vedono l’ora di entrarvi. Infatti, dei santi si celebra il giorno della morte, ovvero il giorno della loro nascita alla vita, che non finisce.