L’omelia del Cardinale Reina: rimanere in Dio per vincere il male con il bene

Nel cuore della festa di Santa Rita, l’omelia del Cardinale Reina ci ha guidati lungo un cammino profondo di riflessione, offrendo parole forti e attuali per il nostro tempo. “La santità non è una meta per pochi, ma una vocazione per tutti”, ha ricordato, invitando a guardare a Santa Rita non come a una figura distante, ma come a una donna concreta, ferita, forte, radicata in Dio. La vita di Santa Rita è attraversata dal dolore: un matrimonio difficile, l’assassinio del marito, la morte dei figli, il rifiuto iniziale alla vita religiosa, la sofferenza fisica della spina. Eppure, in ogni passaggio, Rita ha scelto di non restituire male per male. Ha scelto il perdono, ha scelto Dio.

Vincere il male con il bene

Al centro dell’omelia, il Cardinale ha messo in luce un messaggio di straordinaria attualità: “Non fatevi giustizia da soli. Non lasciatevi vincere dal male, ma vincete il male con il bene.” Un principio semplice da enunciare, ma difficilissimo da vivere. Eppure è l’unica via che salva. Viviamo un tempo segnato da una violenza crescente. Non solo quella dei conflitti internazionali – che Papa Francesco ha definito una “terza guerra mondiale a pezzi” – ma anche quella quotidiana, nascosta nelle relazioni familiari e personali. Il Cardinale ha citato, con dolore e fermezza, i tragici casi di femminicidio, denunciando come si stia perdendo la capacità di indignarsi: “Non riusciamo più nemmeno a dire: ‘Non è giusto. Non si fa. Non si tocca“.

Un mondo ferito dalla violenza

Eppure, la vita non si tocca. La violenza non si giustifica. Il male, ha ribadito, non si vince con altro male. Male più male non fa giustizia: fa solo un male al quadrato. Un’escalation che atrofizza il cuore, distrugge il tessuto sociale e ferisce anche chi compie il male, non solo chi lo subisce. “Non si è mai visto un male che produca un bene,” ha detto con chiarezza. E allora, qual è la via? È quella indicata da Gesù: “Rimanete in me.” Come il tralcio alla vite. Non si tratta di un’accoglienza occasionale, di una fede “da calendario”, ma di abitare in Dio ogni giorno. Solo così la nostra vita può portare frutto, anche in mezzo alle prove. Santa Rita è il segno vivente di questa fedeltà. Una donna che ha scelto la via del Vangelo fino in fondo, restando radicata in Dio anche nei momenti più bui. E proprio per questo è divenuta luce per il mondo.

Il Cardinale ha invitato tutti a riscoprire un cristianesimo che sa ancora parlare al cuore delle persone con la forza del perdono e della misericordia. Le rose benedette in questi giorni sono simbolo di questa bellezza, ma anche di un impegno: portare nel mondo il “profumo di Cristo”, che è il profumo della giustizia, della gentilezza, della pace. Cascia, ha concluso, può essere il cuore da cui questo profumo si diffonde. E la vita di Santa Rita può continuare a ispirare generazioni di donne e uomini chiamati, oggi come ieri, a vincere il male con il bene.

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