Cara Santa Rita, siamo al termine di questo anno. L’abbiamo trascorso attraversando varie storie, racconti, testimonianze, vite. Abbiamo avuto occasione di riflettere e di sperare. Tramite le testimonianze dei Tuoi devoti abbiamo ricevuto le ‘istruzioni’, ora sta a noi la decisione; arrivare nel ‘porto’ o naufragare?
Maurizia Di Curzio, assistente al servizio di ascolto del Monastero Santa Rita da Cascia, apre così l’ultimo numero della sua rubrica, Cara Santa Rita, sulla Rivista Dalle Api alle Rose di novembre-dicembre.
La storia di Giovanna che è tornata a credere e a sperare
Giovanna ha scelto, l’hai riportata Tu a casa, come dice lei: la casa di noi tutti, la Chiesa dalla quale mancava da decenni. Ha saputo tornare a sperare e a credere, ha sentito che Tu camminavi al suo fianco e, tenendola per mano, donavi al suo cuore la forza per affrontare un grande problema che sua sorella gemella stava vivendo.
La realtà di Dio, a volte, ci appare distante; sono così tante le preoccupazioni che abbiamo su questa sponda della vita, che pensare alla presenza di Dio ci pare inutile; una perdita di tempo. Per Giovanna sei stata il ponte tra la terra e il cielo. I ponti sono strutture affascinanti, che con un balzo accorciano distanze e tempi, rendendo le due sponde comunicanti: anche se non vedo la sponda dall’altra parte, so che c’è. Allora, anche nelle durezze della vita e nella nebbia della fede, la sponda di Dio non è irraggiungibile e non scompare. Il ponte diventa così un segno di speranza.
Giovanna Ti scrive mentre si trova bloccata per un’alluvione nel paesino dove si era recata per il lavoro stagionale estivo. Riaperte le strade, perso il lavoro, tornerà nella sua città, ma è contenta per essere stata ascoltata da Te; sua sorella ha ricevuto il Tuo aiuto.
Impariamo ad essere dei ponti tra Cielo e Terra
Anche Giovanna ora sarà ponte tra chi cerca Dio e Dio stesso; è il compito difficile di ogni cristiano, per questo Lui ci fa dono dello Spirito Santo, così da poter essere ponti viventi. La santità è per tutti. Santi non si nasce si diventa. La santità non nasce lassù nel cielo, ma quaggiù sulla terra. Assumiamo la figura di ponti non solo con chi ci sta vicino, ma con chiunque incontriamo. D’altronde siamo alle soglie dell’anno giubilare; siamo “Pellegrini di Speranza”.