La quarta Domenica di Avvento: una soglia di attesa

La quarta Domenica di Avvento è come una soglia silenziosa. È il tempo sospeso tra l’attesa e il compimento, tra una promessa che attraversa i secoli e il suo farsi carne. Mancano pochissimi giorni al Natale e la liturgia ci invita a rallentare, a fermarci, ad ascoltare. È il momento in cui siamo chiamati a prepararci interiormente a un evento che non è solo memoria, ma qualcosa che cambia la storia.

Dopo settimane in cui l’Avvento ci ha parlato di vigilanza, di conversione e di speranza, ora tutto si concentra. La scena si fa più intima, più raccolta. Al centro non c’è un’idea, ma una persona. E una scelta. Il centro diventa Maria.

Maria, donna dell’ascolto

Il Vangelo della IV Domenica di Avvento ci porta dentro una casa di Nazaret. Qui incontriamo una ragazza come tante, eppure capace di diventare spazio di Dio nella storia. L’annuncio dell’angelo non è solo un messaggio dall’alto, ma una chiamata che attraversa la vita, che chiede fiducia, che apre all’inedito.

Maria ascolta, si interroga, prova timore. Non nega le domande, non cancella la paura. Eppure sceglie di affidarsi. Il suo “sì” non è ingenuo né facile: è un atto di libertà, di coraggio, di profonda responsabilità. In lei scopriamo che l’attesa non è passiva, ma creativa, capace di accogliere e di lasciarsi trasformare.

Un Dio che entra nella fragilità

La quarta Domenica di Avvento ci consegna un annuncio sorprendente: Dio non arriva con la forza, non si impone con il rumore o con il potere. Sceglie il silenzio, la fragilità, il grembo di una donna. L’Incarnazione non è un’idea astratta, ma una storia concreta, fatta di relazioni, di fiducia, di scelte quotidiane.

È un messaggio profondamente attuale. In un mondo segnato da incertezze, conflitti e paure, Dio continua a entrare nella storia attraverso ciò che è piccolo, nascosto, fragile. E continua a chiedere anche a noi di fare spazio, di non chiudere la porta, di credere che il nuovo possa nascere proprio dove non ce lo aspettiamo.

L’attesa che interpella la nostra vita

La IV Domenica di Avvento non è solo il ricordo di ciò che è accaduto, ma una domanda rivolta al presente: come attendiamo? Siamo capaci di ascolto? Lasciamo spazio a ciò che non avevamo previsto? Accettiamo che Dio possa sorprenderci e cambiare i nostri schemi?

L’attesa cristiana non è fuga dalla realtà, ma scelta di viverla con occhi nuovi. È preferire la fiducia al controllo, l’accoglienza alla chiusura, la speranza alla rassegnazione. È credere che anche oggi Dio continua ad agire nel silenzio della storia.

Verso il Natale

Alla vigilia del Natale, questa domenica ci invita a entrare nel silenzio, a custodire l’essenziale, a prepararci non solo esteriormente, ma nel cuore. Come Maria, siamo chiamati a diventare luogo in cui Dio può abitare, anche oggi.

Il Natale che si avvicina non chiede perfezione, ma disponibilità. Non chiede risposte pronte, ma cuori aperti. È questo il dono più grande che la IV Domenica di Avvento ci consegna: una promessa che sta per compiersi, se sappiamo accoglierla.

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