Continuiamo il nostro viaggio all’interno di Dalle Api alle Rose di settembre-ottobre, in cui approfondiamo il mondo della devozione, parlando dei cambiamenti che hanno interessato questo aspetto fondamentale della nostra vita. Lo facciamo, tramite lo sguardo del fotografo Giovanni Galardini, che da anni documenta la Festa di Santa Rita a Cascia.
“Negli occhi e nei volti vedevo la forza della fede”
“In passato la foto tipo della Festa di Santa Rita era fatta di mani giunte e rose alzate“.
Giovanni commenta così il suo scatto in bianco e nero del ‘93, dove un’unica signora alza la macchina fotografica, ma non sembra guardarla: a catturare ciò che succede non è l’obiettivo, ma il suo sguardo. Gli occhi e i volti dei devoti, racconta Giovanni, erano il suo campo di lavoro per eccellenza, perché “lì vedevo e percepivo la forza della fede”.
“Lo smartphone è un simbolo”
Oggi, lo scenario è cambiato e Giovanni fatica a trovare i visi delle persone perché nascosti dal telefono. “Lo smartphone però – riflette – diventa un simbolo perché ciò che conta è quello che raccoglie e porta a casa, per condividerlo con amici e familiari. Ho visto tanti fare dirette davanti al corpo della santa, con dall’altra parte dello schermo persone in un letto, anche d’ospedale”.
La questione, infatti, non dipende dai dispositivi.
“Ora i devoti quasi si nascondo”
“Il cambiamento che ho notato – dice Giovanni – è nell’approccio con la fede: mentre prima era il cuore della festa, oggi trovare chi manifesta la propria devozione è cosa rara. Chi ha mani giunte, lacrime agli occhi, labbra che sussurrano preghiere si nasconde negli angoli, quando restano in pochi e si può stare soli con la santa”.
E Giovanni è lì, a immortalare quel momento così speciale ormai, tanto che lui nell’istante dello scatto chiude gli occhi, come a non voler violare quell’attimo intimo e prezioso.