Nella prima metà del Novecento, due donne hanno lasciato un’impronta profonda e indelebile su Cascia: Santa Rita, ispiratrice eterna di fede, e la Beata Maria Teresa Fasce, la donna che ha saputo dare forma concreta a quel carisma, trasformando un piccolo monastero in un grande centro di spiritualità e accoglienza. Se Santa Rita ne è stata la causa, Madre Fasce ne è stata la realizzatrice.
A partire dal 1920, grazie all’intraprendenza e alla visione della Fasce, a Cascia sono sorte numerose strutture per l’ospitalità dei pellegrini, che aumentavano di anno in anno. Ma l’impresa più grande – spirituale prima ancora che architettonica – fu la costruzione della nuova Basilica di Santa Rita: un’opera che non fu soltanto muratura, ma segno di fede incrollabile.
Il sogno della Beata Fasce e la fede più forte delle bombe
L’idea della Basilica nacque nel cuore della Madre già nel 1925. Dopo anni di sogni, progetti e raccolte fondi, la prima pietra fu posta nel 1937. Ma i lavori non furono affatto semplici. Anzi: come ogni opera di Dio, anche questa incontrò ostacoli, prove, rallentamenti e, soprattutto, l’ombra della guerra.
Durante il secondo conflitto mondiale, il pericolo di bombardamenti era reale. Bastava un attacco per distruggere tutto ciò che era stato costruito con tanta fatica. Eppure, la Beata Fasce non si lasciò mai prendere dallo sconforto. Non si fermò davanti alla paura. Aveva la fede dei grandi. Come Abramo, si fidava totalmente di Dio. Quando qualcuno le faceva notare il rischio che tutto andasse perduto, rispondeva con una serenità disarmante:
A partire dal 1920, grazie all’intraprendenza e alla visione della Fasce, a Cascia sono sorte numerose strutture per l’ospitalità dei pellegrini, che aumentavano di anno in anno. Ma l’impresa più grande – spirituale prima ancora che architettonica – fu la costruzione della nuova Basilica di Santa Rita: un’opera che non fu soltanto muratura, ma segno di fede incrollabile.
Un opera nata da un sogno
L’idea della Basilica nacque nel cuore della Madre già nel 1925. Dopo anni di sogni, progetti e raccolte fondi, la prima pietra fu posta nel 1937. Ma i lavori non furono affatto semplici. Anzi: come ogni opera di Dio, anche questa incontrò ostacoli, prove, rallentamenti e, soprattutto, l’ombra della guerra.
Durante il secondo conflitto mondiale, il pericolo di bombardamenti era reale. Bastava un attacco per distruggere tutto ciò che era stato costruito con tanta fatica. Eppure, la Beata Fasce non si lasciò mai prendere dallo sconforto. Non si fermò davanti alla paura. Aveva la fede dei grandi. Come Abramo, si fidava totalmente di Dio. Quando qualcuno le faceva notare il rischio che tutto andasse perduto, rispondeva con una serenità disarmante: “Se Dio crede che a Lui verrà più gloria dalla sua distruzione, sia fatta la Sua volontà.”
È con questo spirito che portò avanti l’opera. E quattro mesi dopo la sua morte, nel 1947, la Basilica fu completata. La sua missione, così strettamente intrecciata a quella di Santa Rita, era compiuta Oggi, entrando nella Basilica di Cascia, non si incontra solo un luogo sacro: si entra nella storia di una fede che ha saputo sfidare la guerra, che ha attraversato la prova e non si è arresa. Un’opera nata dal sogno di una donna e diventata realtà grazie alla sua incrollabile fiducia nella Provvidenza.