In una sola anima e un solo cuore verso Dio

Il 13 novembre, giorno in cui ricorre la nascita di Sant’Agostino di Ippona (354-430), non celebriamo soltanto uno dei più grandi Padri della Chiesa, ma apriamo le porte a un intero mondo spirituale: quello della famiglia agostiniana, che in questa stessa data festeggia anche tutti i suoi santi e beati.

Agostino: da Tagaste a Ippona, il viaggio di un cuore inquieto

Nato a Tagaste, nell’attuale Algeria, il 13 novembre 354, Agostino è una figura complessa e affascinante. Educato alla retorica e alla filosofia, attraversa un periodo di inquietudine interiore, attratto dalla vita mondana e alla continua ricerca di senso, finché, grazie all’incontro con Sant’Ambrogio a Milano e alle preghiere tenaci di sua madre, Santa Monica, arriva al grande “sì” alla fede cristiana.
Diventato vescovo di Ippona, non rinuncia alla vita comunitaria: trasforma la propria casa in monastero, invita i presbiteri a vivere insieme, prega, scrive, discute, insegna. In tutto questo emerge il suo desiderio profondo: conoscere e farsi conoscere da Dio.

La Regola di Agostino: carità, comunione e ricerca interiore

Tra le eredità più vive di Agostino c’è la Regola di Sant’Agostino, un testo breve ma decisivo, che orienta la vita comunitaria su valori come la carità, la condivisione, la preghiera comune, la cura dei malati, la moderazione e l’obbedienza. Non è solo un insieme di precetti, ma un cammino di vita: vivere “in una sola anima e un solo cuore intenti verso Dio”. Il motto agostiniano In Illo uno unum  – “Nell’unico Cristo siamo uno” esprime l’essenza di questa spiritualità: l’unità dei credenti nell’amore di Cristo. È una spiritualità che ama la contemplazione, ma resta aperta al mondo: all’azione, all’apostolato, alla fraternità concreta.

L’Ordine agostiniano: cammino, storia e missione

L’Ordine di Sant’Agostino affonda le sue radici nel V secolo, ma assume forma stabile nel XIII secolo, quando diverse comunità eremitiche si uniscono per vivere secondo la sua Regola. La storia dell’Ordine è segnata da un doppio filo che intreccia comunità e missione: la vita fraterna, la condivisione, la preghiera comune da una parte, e dall’altra l’impegno a portare la Parola, l’educazione, la carità e la pace tra la gente.
Essere agostiniani oggi significa ancora essere “contemplativi in azione”: vivere con il cuore radicato in Dio, ma con le mani e lo sguardo aperti al mondo, accogliendo le sfide del tempo presente e cercando di trasformarle in occasioni di servizio, di giustizia e di fraternità.

Il 13 novembre: nascita, santità, famiglia

Il 13 novembre è una data preziosa nel calendario agostiniano. Sebbene la Chiesa universale celebri Sant’Agostino il 28 agosto, giorno della sua morte, per l’Ordine questa è la festa della nascita alla vita: segno che anche la nostra umanità fragile può diventare via di santità. In questa giornata si uniscono due celebrazioni: la nascita di Sant’Agostino, che illumina la ricerca di ogni cuore inquieto, e la festa di tutti i santi e beati agostiniani, memoria viva di coloro che, nei secoli, hanno incarnato il suo spirito di comunione e d’amore.
È la festa di una famiglia spirituale che attraversa il tempo: chi ha vissuto nel carisma, chi lo vive oggi e chi lo vivrà domani. Celebrare Agostino e tutti i santi agostiniani non è solo guardare al passato, ma riconoscere nel presente un tempo di grazia e guardare al futuro con speranza. È ricordare che la vita cristiana può essere risposta concreta, comunitaria e missionaria, e che ogni giorno ci è dato per cercare insieme Dio con tutto il cuore.

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