Procediamo il cammino dei 15 Giovedì di Santa Rita, che quest’anno si svolge nel cuore del Giubileo e ci condurrà alla Festa del 22 maggio.
Con le riflessioni delle monache del Monastero Santa Rita da Cascia e dell’agostiniano Padre Pasquale Cormio, ti invitiamo a partecipare alla nostra missione. Porta la Speranza insieme a Santa Rita!
4° tappa: il perdono è medicina per le ferite del corpo e dell’anima…
Sin dal primo Giubileo del 1300, l’Anno Santo è stato contrassegnato dal messaggio del perdono dei peccati e della misericordia di Dio.
Ecco allora che il Giubileo è la festa del perdono di Dio, di una grazia per tutti ed illimitata, che attraverso la preghiera e le opere di misericordia raggiunge e trasforma il cuore. Il perdono non è solo un atto spirituale, ma una medicina per le ferite del corpo e dell’anima.
È l’espressione più alta dell’amore: frutto della misericordia di Dio che desidera per noi la conversione e la vita. Fin dalle prime pagine della Bibbia cogliamo la premura che Dio ha di ristabilire la pace tra l’uomo e la donna, dopo che con il loro peccato di disobbedienza i progenitori hanno infranto l’armonia con il Creatore e con loro stessi.
Ed è in Gesù Cristo la massima manifestazione dell’amore di Dio per ciascuno di noi. È nella misura con cui ci sentiamo amati e perdonati, che rispondiamo vincendo il male con il bene e perdoniamo chi ci ha offeso.
… e ci offre una nuova possibilità di vita
Nell’atto del perdonare dobbiamo, però, saper distinguere un doppio movimento: si riceve il perdono di un Dio misericordioso, pietoso e grande nell’amore, per essere capaci di perdonare noi stessi e i nostri fratelli e sorelle. Nel Padre nostro chiediamo al Signore di cancellare i nostri debiti, così come noi siamo disposti a rimetterli ai nostri debitori, perché il perdono che imploriamo è strettamente connesso al perdono che intendiamo concedere al prossimo. Sant’Agostino ricordava ai suoi fedeli: “Noi prendiamo un impegno solenne, facciamo un patto e un accordo con Dio. Dio tuo Signore ti dice: Perdona tu e perdonerò anch’io” (serm. 56, 9.13).
Il perdono, così, è una nuova possibilità di vita; è un segno dell’amore divino che non ci abbandona nel male, ma ci dà una seconda possibilità di riscatto e poi una terza, e così via…; è un gesto che libera da tanti pesi e rimorsi che gravano sulla coscienza; è apertura al futuro e alla gioia; è un’opportunità che ci sprona ad agire secondo giustizia e compassione. Solo un cuore riconciliato con Dio ha la forza di condividere con gli altri i benefici ricevuti: accolgo il perdono, per vivere la riconciliazione con i miei fratelli e sorelle.
Perdonare è sempre difficile, ma non impossibile!
Rita, la santa dei casi impossibili, ci aiuta a riscoprire questa verità. Guardando il Crocifisso, ha trovato la forza di perdonare gli uccisori del marito Paolo e ha indicato ai figli la strada per non lasciarsi imbrigliare il cuore nel rancore e nella vendetta. Il perdono di Rita è il preludio di un’alba nuova per sé e per i suoi familiari. Il perdono consente sempre un cambiamento in meglio, non è una resa a chi sembra essere più forte.
Chi perdona manifesta una forza interiore straordinaria, perché sa vivere in modo diverso, senza rancore e vendetta, ma con la speranza che proviene dalla misericordia del Padre.
Chi perdona non può cambiare il passato, ma può vivere meglio ora e nel futuro
Affinché il Giubileo sia efficace, chiediamo al Signore la grazia di intraprendere un cammino di redenzione, se fossimo bloccati nel rancore o avvertissimo nel nostro cuore una resistenza al perdono.
Sant’Agostino ci ricorda che il perdono deve procedere dal profondo del cuore: “Perdonate nell’intimo vostro, ove penetra lo sguardo di Dio. Talora infatti l’uomo perdona con la bocca, ma conserva l’odio nel cuore. Rimettete veramente tutto ciò che avete ritenuto fino a questi giorni” (serm. 58, 6.7).
Tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare o qualcuno cui perdonare qualcosa: azzerare questi debiti sarà il segno di una conversione in atto nella nostra vita.