A giugno si è celebrato il Giubileo dello Sport e degli Sportivi, un appuntamento che la Chiesa ha vissuto con gioia, testimoniando la sua costante attenzione allo sviluppo integrale della persona. Lo sport, con il suo linguaggio universale, rappresenta un potente strumento educativo e formativo. Praticare lo sport significa sperimentare la libertà di mettersi alla prova in un contesto fatto di regole condivise e spazi sani. Il suo valore pedagogico risiede nella possibilità di esprimere sé stessi attraverso la disciplina, l’impegno e la passione per l’attività che si ama. Fair play non è solo un termine tecnico: è uno stile di vita fondato sul rispetto, sulla correttezza e sulla lealtà.
Regole e libertà: un binomio inscindibile
Nello sport, come nella vita, regole e libertà si sostengono a vicenda. Le regole non sono limiti, ma strumenti per vivere una libertà adulta, responsabile, capace di comprendere che diritti e doveri sono sempre legati. Questa consapevolezza è fondamentale, soprattutto per i giovani atleti, che imparano così a crescere come persone prima ancora che come sportivi. Competere nel rispetto reciproco perchè la parola “competere” porta in sé un messaggio importante: non sconfiggere l’altro, ma correre insieme verso un obiettivo comune, con rispetto e determinazione. Questo spirito, che unisce valenza educativa, speranza e sana agonismo, spinge ogni atleta a dare il massimo, sempre nel rispetto di sé e degli altri.
Inclusione, fede e solidarietà
Il Giubileo dello Sport ha mostrato ancora una volta come lo sport possa diventare spazio di inclusione, di fede vissuta concretamente e di solidarietà autentica. Un luogo in cui si esalta l’impegno, si onora il merito e si riconosce l’eccellenza, senza dimenticare mai il valore della persona umana nella sua interezza.