Domani, 16 febbraio, è la festa del Beato Simone Fidati da Cascia, sacerdote agostiniano, predicatore e importante guida spirituale.
Alla sua memoria è legata la storia del “Miracolo Eucaristico” che si venera a Cascia.
La vita del Beato Simone
Nato a Cascia nel 1285, dalla nobile famiglia Fidati, sin da giovane decide di entrare nell’Ordine di Sant’Agostino. Ordinato sacerdote, si dedicò alla predicazione del Vangelo, per tutto il centro Italia. In particolare a Firenze, dove fondò anche due monasteri.
Fu un grande teologo e scrittore. La sua opera principale è il “De gestis Domini Salvatoris”, monumentale commento al Vangelo in 15 libri.
Morì di peste a Roma, il 2 febbraio 1348. Le sue spoglie sono conservate a Cascia. Dal 1954, si trovano in un sarcofago di pietra nella Basilica Inferiore di Santa Rita. Qui, si venera anche il “Miracolo Eucaristico”, uno dei più grandi eventi della sua vita sacerdotale.
La storia del Miracolo Eucaristico
Il miracolo eucaristico di Cascia è avvenuto nel 1330, a Siena. In quell’anno, un sacerdote, chiamato ad assistere un contadino moribondo, mise l’ostia consacrata nella pergamena del suo breviario. Dopo aver confessato il malato, aprì il libro e vide che l’ostia emanava sangue e si era attaccata alla carta. Il sacerdote disse che sarebbe tornato più tardi e andò a parlare con Fra Simone da Cascia, che stava predicando in città.
Fra Simone, con il consenso del sacerdote, portò con sé le due pagine insanguinate con l’ostia liquefatta. Dal miracolo, il beato trasse nuova ispirazione per annunciare la presenza viva, reale e sostanziale di Gesù nell’Eucaristia. Tornato in Umbria, lasciò nel Convento di Perugia il frammento di pergamena con impressa la macchia di sangue e portò nel suo Convento di Cascia l’altra pergamena, quella con l’ostia liquefatta in sangue. Da allora iniziò la venerazione verso il miracolo.
Ancora oggi tutti i devoti della Santa degli impossibili possono vederlo e venerarlo, per credere che nelle ostie consacrate c’è veramente Gesù Risorto.