Fare un pellegrinaggio ci permette di recuperare un po’ di tempo prezioso, per noi stessi e per Dio. Il pellegrino, infatti, è chiunque riscopre che si può vivere diversamente, assaporando l’esperienza e riconoscendo le cose importanti.
Un viaggio in sette momenti
Ogni pellegrino compie un viaggio per cambiare il proprio modo di guardare la vita: è quello che si chiama “conversione”.
Nel pellegrinaggio, il pellegrino è coinvolto in tutta la persona – corpo, mente, spirito, anima – e ci sono sette precisi momenti esperienziali che vi invitiamo a sperimentare nel vostro prossimo pellegrinaggio:
- 1. DISTACCO. Esci dalla tua vita quotidiana per diventare pellegrino in una realtà diversa. Nello zaino, porta solo l’essenziale.
- 2. FATICA. Disagio, fatica, incertezza: sono gli accessori del pellegrinaggio. Ci vuole pazienza, ma nella fatica emerge la verità di te, il meglio e il peggio. Nel cammino, scopri chi sei.
- 3. SOLITUDINE. Ritorna in te nella solitudine. Il lavoro interiore è essenziale per il cambiamento. Nel silenzio, puoi riflettere sulla meta e sulla tua motivazione (chi te lo fa fare?).
- 4. COMPAGNIA. La compagnia è inedita, è trovata. Fai cadere il mito dell’autosufficienza: non basti a te stesso, hai bisogno degli altri come tu sei necessario agli altri. Hai anche una compagnia “invisibile”: i tuoi cari vivi e defunti.
- 5. MERAVIGLIA. Nel cammino, soffermati sulle cose che di solito vedi in velocità. Camminando, ti colpisce il creato: il sole, la pioggia, la polvere. Concediti il tempo di vedere le cose, di viverle, senza consumarle in tre secondi come fai di solito.
- 6. TRADIZIONE. I percorsi esistono da secoli e, nel pellegrinaggio, sai di non essere il primo, né l’ultimo. Avvicinati al senso profondo della strada per te, oggi. Può aiutarti il racconto di un amico che c’è stato, un libro o un articolo sul viaggio che stai compiendo. Quindi, scrivi o racconta a tua volta la tua esperienza.
- 7. PREGHIERA. La trascendenza si infila in modo sorprendente, inatteso, inaspettato. La preghiera è desiderio di rispondere a questo mistero che ti viene incontro.
Considerazioni tratte dall’incontro “Andar per Santuari: fuga o ritorno”, tenuto da Mons. Paolo Giulietti il 10 luglio 2015, presso il Santuario di Santa Rita di Cascia, nell’ambito del 3° Convegno itinerante nazionale “Ci rimettiamo in gioco”, promosso dall’Ufficio tempo libero, turismo e sport della CEI, in collaborazione con la Conferenza episcopale umbra
Organizza il tuo pellegrinaggio a Cascia
Chi giunge a Cascia desidera ritrovare sé stesso e porta avanti la sua ricerca sia ai piedi di Rita sia esplorando i suoi luoghi, sentendosi così un po’ più vicino al cielo e alla propria anima, e riconciliato con la vita.