Nella settimana in cui ci prepariamo a commemorare i defunti, vogliamo cercare di rispondere a una delle domande più ricorrenti che ci arrivano: i nostri cari defunti ci guardano?
Questo è uno dei temi trattati nel libriccino “Aiutami a superare il lutto” del nostro Monastero Santa Rita da Cascia, edito da Tau editrice per la collana Rita Quotidiana, in cui le monache invitano a elaborare la perdita, guardando alla Resurrezione, andando oltre per rinascere, seguendo l’esempio di Santa Rita.
La comunione perfetta con i nostri cari c’è solo in Cristo
È facile capire, anche se il nostro cuore non ha mai provato la sofferenza della perdita, quanto sia forte il desiderio di mantenere almeno un qualche legame coi nostri cari che sono morti. Ma, è essenziale non perdere noi stessi alla ricerca di strade che, invece di condurci alla costruzione di qualcosa, possono solo portarci alla distruzione di tutto.
Quello che Gesù ci ha promesso non è racchiuso all’interno di un luogo fisico, bensì di una relazione, di una vita che dopo la morte viene vissuta eterna e bella insieme al Cristo, in comunione stretta con la sua stessa vita. Se lasciamo che il Vangelo di Gesù entri nel nostro cuore per riempirlo, questa promessa vale per ognuno di noi.
Santa Rita che, nella sua vita ha perduto prima il marito e poco dopo anche i loro due figli, ha vissuto ogni giorno nell’attesa di riabbracciare i suoi cari. Un’attesa che è stata resa pura e costruttiva dall’amore del Signore, perché Rita si è messa nelle braccia di Gesù e lì ha aspettato.
Nell’attesa, l’amore di Dio è l’unica strada in grado di elevarci verso il Cielo e di permetterci di raggiungere uno stato di pace e pienezza. Il vincolo di unione fra noi e i nostri defunti diventa, allora, possibile.
A volte le risposte alle nostre preghiere, si trovano nel perdere qualcosa, come la rabbia, il rancore e la paura della morte. Trovando, di contro, l’Amore di Dio, che tutto può e tutto unisce.
La storia di Giorgio: come vorrei che da lassù qualche volta Colette mi guardasse…
A Santa Rita, chiedo con tutto me stesso di darmi la forza di andare avanti, perché sono trascorsi due anni dalla morte di mia moglie, ma io ancora non mi consolo. Ho riempito la casa delle sue fotografie, le parlo come se fosse ancora qui, ma niente… non riesco proprio a trovare conforto. Come vorrei che da lassù qualche volta Colette mi guardasse, che vedesse quanto bene le volevo e le voglio ancora oggi, anche se lei non c’è più al mio fianco… I nostri cari scomparsi hanno ancora un pensiero per noi?
Giorgio ci ha scritto per avere una risposta a questi interrogativi, per trovare un po’ di quella speranza e serenità che aspetta da tempo.
Chi ci lascia in questa vita terrena ci ha solo preceduto nella Casa del Padre per ricevere il premio delle sue virtù. Nell’attesa, dal Cielo veglia e intercede costantemente per i suoi cari e sa quanto bene noi gli vogliamo.
Dal paradiso ci guarda e ci attende, e un giorno tutti insieme faremo festa per l’eternità.
Questa certezza deve essere la nostra consolazione. Insieme alla presenza amorosa del Signore, dobbiamo credere di riuscire a sperimentare sempre anche quella dei nostri cari defunti.