Come da decreto dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, in questo Anno Santo la Basilica di Santa Rita sarà Chiesa Giubilare! Fino al 6 gennaio 2026, quindi, coloro che si recheranno presso la “casa” di Santa Rita a Cascia troveranno quell’«oasi di spiritualità dove ristorare il cammino della fede e abbeverarsi alle sorgenti della speranza». Così dice il Papa nel documento di indizione del Giubileo.
Inoltre, i fedeli potranno ottenere l’Indulgenza giubilare visitando devotamente il Santuario e qui partecipando all’adorazione eucaristica e alla meditazione. Concludendo con il Padre nostro, la Professione di fede e una invocazione alla Vergine Maria, Madre di Dio.
Il santuario, luogo dell’essenziale e della ricerca di Dio
Così riassume il valore di un santuario la nostra Suor Maria Natalina Todeschini Madre Vicaria del Monastero Santa Rita.
Santuario: Paolo VI definì i santuari «cliniche dello spirito per il mondo moderno», dove quanti hanno bisogno di cure per la loro anima possono trovare la medicina.
Essenziale: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi» dice la volpe nel libro Il piccolo Principe.
Ricerca di Dio: cito Sant’Agostino nell’esposizione sul Salmo 38: «Cerco il semplicissimo È, cerco il vero È, il legittimo È, quell’È che risiede nella Gerusalemme sposa del mio Signore (ove non vi sarà morte, né venir meno, né giorno che passa, ma quello che sempre resta, che non è preceduto dall’ieri, né inseguito dal domani) (S. Agostino, Esposizione sul salmo 38, 7).
Santuario, “clinica dello spirito”, tempio e immagine della “tenda di Dio con gli uomini” (Ap 21,3), che accoglie tra le sue pietre i sentimenti dei pellegrini che vi entrano con speranza e semplicità.
Dio ci chiama a metterci in pellegrinaggio
Solo Dio, che vede nel cuore, che è nel cuore di ciascuno, sa quali sono gli interrogativi, le sofferenze, le gioie, la quotidianità e il vissuto familiare che ogni persona porta con sé varcando la porta del santuario.
È Dio stesso che chiama l’uomo a questo cammino, risvegliando nel suo cuore la nostalgia dell’eternità e l’anelito alla felicità. Ecco, allora, che il santuario non è soltanto un’opera umana, ma anche un segno visibile della presenza dell’invisibile Dio. È il mistero dell’incontro con il Vivente. E solo l’incontro con Lui rende possibile il cambiamento di vita.
Il richiamo di Santa Rita alla speranza
Certamente, le grandi folle di famiglie, gruppi, giovani, anche consacrati e religiosi che vengono qui a Cascia sono soprattutto attratte da Santa Rita, amata e venerata in tutto il mondo per la sua singolare esperienza di vita. Moltissimi la sentono la loro Santa, che ha il carisma di portare le anime a Dio attraverso i Sacramenti. Qui molti ritrovano la pace mettendo nel cuore di Dio e della loro amata santa i loro problemi e rifiorisce così la speranza.
Alla grata del nostro Monastero si presentano tante persone che hanno visto spegnersi la fede, l’amore, la gioia, la pace e cercano consolazione per poter mantenere vivo il lume importante della speranza. Quale speranza? Gesù Cristo. La carità ci spinge a caricarci di loro, a prenderle tutte nel cuore, a perderci per qualche tempo in loro per poterle capire intimamente e far sperimentare l’amicizia, la Provvidenza, l’accoglienza di Dio.
A quella grata, avviene l’incontro tra la miseria dell’uomo e la misericordia di Dio, tra la disperazione e la consolazione; lì si attua il ministero della consolazione umana attraverso il mistero della consolazione divina. Santuario e Monastero, lavorano in sinergia spirituale e materiale per essere luoghi di accompagnamento verso l’esperienza di Dio e verso la comunione con Lui, per soddisfare le molteplici sollecitazioni della carità di Cristo, e i pellegrini, quando ripartono da Cascia, portano con sé sollievo morale e forza spirituale.
Nella Penitenzieria, per tornare a Dio
La Penitenzieria del Santuario di Santa Rita da Cascia offre al pellegrino la possibilità di celebrare il Sacramento del Perdono o Riconciliazione, seguendo un cammino fatto di riflessione, ascolto della Parola di Dio e preghiera, fino alla confessione dei peccati.
Unica nella sua originalità, la Penitenzieria è stata inaugurata il 10 maggio 1986 per celebrare il XVI centenario della conversione di Sant’Agostino. L’artista pugliese Armando Marrocco ha realizzato le varie opere d’arte che si trovano all’interno e studiato anche le tonalità dei colori delle diverse sale. Nell’ultimo atto del cammino di riconciliazione, si arriva nella “Sala del ringraziamento”, dove troneggia la statua del Cristo Risorto. Sulla parete è scritto: In cielo, si fa più festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione (Vangelo di Luca 15,7).
Chi, con la confessione sacramentale, torna a Dio è, come il figliol prodigo, una creatura nuova, decisa ad abbandonare per sempre il peccato e le sue attrattive