«Maria si alzò e andò in fretta»
(Vangelo di Luca 1,39)
Cammineranno insieme alla Vergine di Nazaret le migliaia di giovani che da tutto il mondo, dal 1° al 6 agosto, si riuniranno a Lisbona, in Portogallo, per la Giornata Mondiale della Gioventù: incontro spirituale e culturale, promosso dalla Chiesa.
Il messaggio di Papa Francesco per lo speciale evento, parte proprio dall’esempio di Maria, che, subito dopo l’annunciazione, «si alzò e andò in fretta» per andare ad aiutare la cugina Elisabetta.
Perché questo suo alzarsi, è così importante? Ce lo dice il Pontefice: “assume il significato di ‘risorgere’, ‘risvegliarsi alla vita‘”. E, in questi tempi, straziati dalle guerre, c’è tanto bisogno di un nuovo inizio, per i giovani e per l’umanità intera.
Con Dio non possiamo stare fermi
Continuando a scorrere le parole del Papa per i giovani, leggiamo un invito a tutti ad essere in movimento, in uscita: “Maria, dopo l’Annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alle sua nuova condizione. Invece no, lei si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a Elisabetta.
Sperimentare la presenza di Cristo risorto nella propria vita, incontrarlo ‘vivo’, è la gioia spirituale più grande, un’esplosione di luce che non può lasciare ‘fermo’ nessuno”.
Ecco allora che – continua – “La Madre del Signore è modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o ‘intrappolati’ nelle reti. Lei è tutta proiettata verso l’esterno. È la donna pasquale, in uno stato permanente di esodo, di uscita da sé verso il grande Altro che è Dio e verso gli altri, i fratelli e le sorelle, soprattutto quelli più bisognosi, come era la cugina Elisabetta.
Impariamo la fretta buona
“Maria – ci dice ancora Papa Francesco – si è lasciata interpellare dal bisogno della sua anziana cugina. Non si è tirata indietro, non è rimasta indifferente. Davanti a un bisogno concreto e urgente, bisogna agire in fretta. Quante persone nel mondo attendono una visita di qualcuno che si prenda cura di loro! Quanti anziani, malati, carcerati, rifugiati hanno bisogno del nostro sguardo compassionevole, della nostra visita, di un fratello o una sorella che oltrepassi le barriere dell’indifferenza!”.
Descrive così la “fretta buona” il Papa, contrapposta invece a quella che ci porta alla superficialità, a prendere la vita con leggerezza, a non impegnarci e a correre inutilmente, senza una meta.
“La fretta buona è quella che ci spinge verso l’alto e verso gli altri. Maria, con il suo slancio premuroso, ci indica la strada dell’ospitalità, dell’accoglienza dei bisogni concreti degli altri. È tempo di ripartire in fretta verso incontri veri, superando le divisioni tra generazioni, classi sociali, etnie e gruppi“.
Il tempo di alzarsi è adesso!
Lasciamoci spingere dall’Amore: il pensiero della Priora
“Che cosa spinge la Beata Vergine Maria a partire in fretta, per andare dalla cugina Elisabetta?
Questo si domanda la Priora, che risponde: “Il motivo è che, dopo aver pronunciato il suo sì, il Figlio di Dio si fa carne per opera dello Spirito, nel suo grembo. E’ quindi l’Amore che porta in sé a spingerla a raggiungere la sua anziana cugina per esserle di aiuto, e lo stesso che la muove e le fa cantare il Magnificat!”. Quell’amore è lo stesso che può spingere e guidare tutti noi, anche oggi se accogliamo il Signore.
“Dio – conclude la Madre – si serve degli umili e dei piccoli per farsi ancora carne, ed essere presenza viva nel mondo di fede, speranza e amore. Così trionfano l’amore e la pace”. E tutti noi possiamo esserne testimoni!