“Il tema “Creare Casa“ di questa sessantunesima Giornata di Preghiera per le Vocazioni è affascinante e apre a tante prospettive di lettura. Prima di tutto c’è da considerare che Dio chiama l’uomo all’esistenza e pone su di lui il suo sigillo, chiamandolo all’amore, a fare famiglia con Lui. Quando Gesù inizia la sua missione pubblica chiama degli uomini che lo seguano e stiano con Lui; anche questo rappresenta “fare casa”. Chiamati dal Signore e sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo, questi uomini seguono l’Agnello ovunque vada”.
Così dichiara Suor Maria Rosa Bernardinis, la Madre Priora del nostro monastero, alla vigilia della Giornata di Preghiera per le Vocazioni che quest’anno cadrà domenica 21 aprile.
Il tema è stato scelto dall’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni, con l’intento di cogliere l’invito di Papa Francesco a creare ambienti adeguati nei quali sperimentare il miracolo di una vocazione come di una nuova nascita.
Con Maria e Giuseppe i primi sì vocazionali
Approfondendo, la claustrale ricorda come Dio stesso assicurerà a Davide che la sua casata non verrà mai meno, sarà stabile per sempre. Tutto ciò si realizzerà con la nascita di Gesù a Betlemme, città di Davide, grazie ai sì vocazionali di Maria di Nazareth e Giuseppe. Grazie a loro Dio può attuare il suo progetto d’amore e di salvezza pensati dall’eternità.
La Comunità Agostiniana è una “palestra d’amore”
“Tutti i Battezzati, in forza del Battesimo sono chiamati alla santità, a formare in essa il Corpo di Cristo. Lui il Capo, noi le membra, la Chiesa, Sua Sposa. Ci sono vocazioni poi all’interno di Essa che hanno il compito di guida e formazione delle Comunità”, continua Suor Maria Rosa, specificando che “quando ho sentito la chiamata alla vita contemplativa, il mio primo istinto è stato quello di seguire Gesù e amarlo. Poi entrando nella Famiglia Agostiniana ho imparato ad amare la Comunità come luogo della manifestazione dell’amore per Dio e per il prossimo”.
“E’ una bella palestra che mi aiuta a guardare le persone che incontro, come fratelli e sorelle in Cristo – commenta – Il mio cuore si è dilatato, pur essendo ristretto lo spazio della missione, grazie anche alla diffusione della devozione a Santa Rita sorella, madre e amica per tanti uomini e donne, ancora oggi”.
L’uomo ha bisogno della relazione con gli altri per crescere
Conclude, infine, Suor Maria Rosa: “L’uomo ha bisogno di vivere in relazione con gli altri per crescere, progredire, conoscersi, realizzarsi. E questo avviene in cerchi concentrici, come avviene quando un sasso, simbolo dell’uomo, cade nell’acqua, simbolo della vita che ci è donata. L’uomo quindi, entra prima in una famiglia, poi è accolto da una comunità parrocchiale, poi da quella educativa, e così via. Ma tutto ha avuto inizio da una chiamata che è divina e noi dobbiamo sempre ringraziare il Signore, per tutto ciò che ci ha donato e continua a donarci con il Suo amore, che non conosce termine”.