Fraternità e Redenzione: unità nella diversità

Prosegue il Ciclo Estivo di riflessioni spirituali dedicato al tema della Fraternità. Dopo aver approfondito il legame tra fraternità e creazione, questo secondo appuntamento ci invita a riflettere sul mistero della Fraternità e Redenzione.
Anche in questo articolo, le parole di Sant’Agostino ci guidano, interpretate dal Rettore della Basilica, Padre Giustino Casciano, e arricchite dallo sguardo spirituale delle Monache Agostiniane di Cascia. È un cammino che ci aiuta a riscoprire, nel cuore dell’estate, il valore della comunione come dono che nasce dall’amore redentore di Cristo, per imparare a costruire legami nuovi, fondati sulla pace.

Unità come opera dello Spirito

L’amore di Dio creatore e redentore è universale e personale: raggiunge tutti, amando ciascuno in modo unico. La vera fraternità, secondo la Parola di Dio, è capacità di unire le differenze senza annullarle, trasformandole in ricchezza. San Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi (cap. 12), usa l’immagine del corpo umano: uno solo, ma formato da membra diverse, tutte necessarie e ordinate secondo il disegno di Dio. Così è la comunità cristiana, in cui carismi e doni, elargiti dallo Spirito Santo, servono al bene di tutti e trovano nella carità il loro compimento. La fraternità è una “sinfonia” in cui ognuno riceve e dona secondo la propria vocazione, non nella competizione, ma nella comunione. Santa Teresa di Gesù Bambino scoprì che il suo posto nella Chiesa era essere come il cuore nel corpo, cioè pura carità: un ideale realizzato dai santi di ogni epoca e che Santa Rita ha vissuto come sposa, madre, vedova e monaca.

Diversità che arricchisce, non che divide

Edificare insieme, mettendo a disposizione della comunità i propri doni di intelligenza, sensibilità, spiritualità o praticità, è un compito urgente, soprattutto oggi, in un tempo segnato dall’individualismo e dall’interesse personale. Lo Spirito Santo è l’anima di questa unità: la preghiera personale e comunitaria ci rende docili alla sua azione, capace di armonizzare temperamenti, culture ed esperienze diverse. Sant’Agostino ci ricorda l’esempio della prima comunità di Gerusalemme: vivere unanimi e concordi nella ricerca di Dio. L’unità non significa uniformità: come per Pietro e Paolo, che hanno condiviso la stessa fede e missione pur partendo da percorsi e personalità differenti, anche noi siamo chiamati a rendere visibile, nelle nostre famiglie, comunità e nella Chiesa, il riflesso dell’unità della Trinità. È questo il “buon profumo di Cristo” che unisce, crea pace e costruisce armonia tra le persone e i popoli.

Iscriviti alla newsletter

Inserisci la tua mail per restare sempre aggiornato su tutte le novità e le iniziative del Monastero.