Oggi, quaranta giorni dopo Natale, ricorre la festa della Presentazione del Signore al tempio, popolarmente nota come Candelora.
Il Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia, Padre Luciano De Michieli, ci guida nel significato di questa giornata, che celebra il momento in cui Gesù è presentato al Tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe.
Tra Legge e Spirito
“Secondo la Legge di Israele – dice il Rettore – ogni donna 40 giorni dopo il parto doveva offrire un sacrificio di espiazione al tempio e la coppia doveva riscattare il primo figlio maschio che appartiene a Dio”.
Padre Luciano sottolinea però come in quel rito ci sia, in realtà, molto di più di un adempimento di legge, poiché quel momento rappresenta l’incontro tra Gesù e il suo popolo.
“I due anziani Simeone e Anna, che nel tempio riconoscono nel piccolo Gesù il Messia tanto atteso, sono il simbolo della perseveranza e della docilità allo Spirito che dona uno sguardo capace di vedere oltre.
Legge e Spirito sono gli ingredienti necessari di ogni vita retta, l’osservanza e la perseveranza, unite alla libertà e novità perenne che è Dio”.
La luce è protagonista della Candelora
“Luce per illuminare le genti”, così Simeone chiama il piccolo Gesù al Tempio. Ecco perché la luce è al centro delle celebrazioni liturgiche di questa festa.
“Le candele accese e benedette in questo giorno – chiarisce il Rettore – sono il segno che richiama l’ingresso di Maria nel Tempio: la vergine, la consacrata per eccellenza, portava in braccio la Luce stessa, il Verbo incarnato. Sono però anche segno della luce e della benedizione di Cristo che deve sempre illuminare e abitare le nostre case, le nostre famiglie”.
Vita consacrata riflesso della luce di Cristo
Oggi, ricorre anche la Giornata per la Vita consacrata, dedicata a tutti i consacrati e le consacrate, che rappresentano con il loro servizio la manifestazione di Dio oggi. Un compito che spetta a tutti noi.
“Nell’intenzione di accostare la Giornata per la Vita consacrata alla festa della Presentazione di Gesù al tempio – conclude Padre Luciano De Michieli – si può scorgere l’attesa del Signore che viene e il saper riconoscere le meraviglie operate da Dio. Essere vigilanti, mantenere la luce accesa, essere noi stessi luce, fiaccole nel quotidiano agire, sono il dono della vita consacrata. Uomini e donne chiamati ad essere gioiosa memoria vivente di questo impegno al quale siamo tutti chiamati dal Signore”.