“Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo”
(Lettera ai Romani 5,10)
In un’epoca segnata dalle violenze atroci che si manifestano sempre più vicine, nelle strade e nelle famiglie, nell’editoriale di Dalle Api alle Rose di marzo-aprile, che sta arrivando nelle vostre case, riflettiamo sul profondo significato della Pasqua. Lo facciamo a partire dal commento di Sant’Agostino a questi versi della Bibbia. Il vescovo d’Ippona riflette su come attraverso il sacrificio di Cristo sperimentiamo l’amore di Dio, che si estende persino verso i nemici. Questo amore, così profondo e commovente da sacrificarsi per noi peccatori, ci insegna la vera natura dell’amore di Dio per l’umanità, proponendoci anche un nuovo concetto di Giustizia.
Riconquistiamo lo sguardo redentivo di Cristo
Suor Giacomina Stuani, Direttrice Editoriale della rivista e autrice dell’editoriale, ci esorta quindi, in questa Pasqua di Dolore, a riconquistare “lo sguardo di Cristo, capace di andare oltre la Passione e l’odio”.
Continua: “Se, infatti, solo nell’ottica della Risurrezione capiamo il disegno d’amore di Dio, che ama proprio la nostra debolezza, riempendola di valore e significato, allo stesso modo solo nei termini della riconciliazione, anche sociale, potremmo superare le tensioni che viviamo”.
In quest’ottica, attingendo all’esempio di Santa Rita, impegniamoci per far “crescere una cultura del perdono per liberarci dalla violenza, guarire ferite aperte e rancori, facendo fiorire rapporti sani con noi stessi e nelle comunità”.
Il potere rigenerativo della giustizia
“Dove sta la giustizia nel perdono?”
Così si chiede a questo punto Suor Giacomina. La risposta è che forse la vera giustizia non consiste nella punizione, bensì nell’affermazione del valore umano al di là degli errori commessi, proprio come fa la giustizia divina, diventando così una giustizia chiamata “perdono”.
Per esplorare insieme questa idea, nelle pagine di Dalle Api alle Rose discuteremo della redenzione e della giustizia riparativa, “un approccio che mette al centro il potere rigenerativo della giustizia”.
E lo faremo, si legge nell’editoriale, anche attraverso la testimonianza toccante di Maria Agnese, figlia di Aldo Moro, ex Presidente del Consiglio dei Ministri sequestrato e assassinato dalle Brigate Rosse nel ‘78. Una donna che ha abbracciato il perdono nei confronti di coloro che hanno causato la morte di suo padre.