“Siamo fin d’ora figli di Dio. Ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato”
(1Giovanni 3,1-2).
Questa è la frase del Vangelo con cui Suor Giacomina apre il numero della nostra “Dalle Api alle Rose” di settembre – ottobre, già disponibile in versione web e dedicata alla devozione in cambiamento.
Coraggiosi e aperti in un cammino di fede
Una frase che ci ricorda come “il nostro destino non è ancora pienamente manifestato e ci spinge a vivere nel presente consapevoli che siamo chiamati a crescere spiritualmente”.
Questo il senso della devozione oggi, secondo Suor Giacomina: essere in cammino costante, senza temere l’oggi, con tutte le sue contraddizioni. Vero dunque che la devozione è in crisi, quasi ci vergogniamo a esprimerla, a causa della modernità e del progresso tecnologico, che ci allontana dalla sacralità e dalla ricerca del significato della vita. Una crisi che possiamo però far diventare un’opportunità a vivere la fede in maniera più autentica, in modo che possa radicarsi nella profondità dell’anima, “invitandoci ad abbracciare l’eterno e a cercare un senso alla nostra esistenza”.
Rinnoviamo la nostra fede
“Rispondiamo a questa “chiamata” a rinnovare la nostra fede, così come la Chiesa rivoluziona il suo modo di parlarci del Signore – ci invita dunque Suor Giacomina – , e saremo testimoni di un Dio che si fa presente nel cuore della storia umana, proprio attraverso ognuno di noi. Viviamo nel mondo senza esserne schiavi, ma trasformandolo insieme con amore e speranza”.
Uno sguardo sulla devozione in trasformazione
E per comprendere come la devozione si sia trasformata nel tempo, e con essa anche la devozione ritiana, nonché la Chiesa, nelle pagine di primo piano, possiamo leggere un approfondimento attraverso lo sguardo dell’antropologo Mario Polia; di uno dei fotografi che da anni documenta le celebrazioni ritiane a Cascia, Giovanni Galardini; del giornalista Angelo Scelzo, esperto di comunicazione della Santa Sede.