Concetta Zaccaria, per tutti Tina, di Casalnuovo di Napoli, è una delle quattro donne che il 21 maggio scorso hanno ricevuto il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2022, lo speciale premio che ogni anno per la festa viene conferito a delle donne che vivono oggi secondo i valori che Santa Rita ha seminato e sono più che mai utili a tutti noi.
L’esempio di Tina, è quello di una mamma che ha saputo far nascere perfino dalla morte una vita nuova per tante persone.
Una terra dove si muore vivendo
Tina arriva dalla Terra dei fuochi, un’area della Campania, di 57 comuni, dove vivono circa 2 milioni e mezzo di abitanti. Tutta la zona è interessata dall’interramento illegale di rifiuti tossici e speciali, dalla presenza di numerose discariche abusive e dall’innesco incontrollato di roghi di rifiuti che diffondono diossina e altri gas inquinanti.
Ciò ha portato a un incremento nella popolazione del numero di specifiche patologie come leucemie e tumori: si ammalano semplicemente vivendo. Anche Dalia, figlia di Tina, a soli 12 anni è morta per un linfoma di Hodgkin.
Lottare senza odio
Tina è una mamma coraggiosa che si impegna contro l’assurdità delle tante morti ingiuste. Ma non lo fa con odio, bensì con amore!
“Dall’assenza di Dalia ho capito che nulla ha senso se non la vita stessa”. Oggi il suo impegno, attraverso l’Associazione Angeli Guerrieri, è aiutare le famiglie che stanno soffrendo ciò che lei ha già vissuto. Giorni sospesi tra speranza e dolore, ospedali e terapie, angoscia e rabbia per una situazione che i cittadini di quella terra subiscono loro malgrado.
“Essere mamma qui è difficile. Quando ho deciso di vivere a Casalnuovo per far crescere i miei figli lontano dal caos di Napoli non sapevo cosa si nascondesse qua, e questo mi fa rabbia. Fino al 2004 lo Stato negava e anche io negavo a me stessa, fino a quando la malattia non ha bussato alla mia porta. La frustrazione è che sono passati tanti anni e non è cambiato niente!”.
“Combatto per mia figlia”
Sono tanti quelli che cercano di tenere alta l’attenzione sul caso. “Il 15 novembre del 2012, Don Maurizio Patriciello organizzò una marcia, nella quale sfilavano le foto delle vittime dell’inquinamento. Dalia se n’era andata da dodici giorni e io non avevo la forza di alzarmi dal letto. Volli però che ci fosse anche la sua foto. Alla fine della marcia rimase in chiesa e fece il giro del mondo come simbolo di questa tragedia ambientale. Capii allora che non potevo essere l’inconsolabile mamma di Dalia, ma dovevo combattere per lei che nonostante i suoi 12 anni aveva dimostrato di essere una guerriera”, ha detto Tina.
Così è nata l’Associazione Angeli Guerrieri che “mi dà modo di condividere il mio dolore con gli altri genitori. Stare con loro mi ha fatto cambiare prospettiva: se prima pregavo per avere il miracolo della guarigione, con loro adesso la domanda è ‘perché il Signore avrebbe dovuto miracolare proprio me?’, ha concluso.