Perché l’albero e il presepe si fanno l’8 dicembre?

Nel ricordo l’amore continua

Ognissanti è la festa di tutti

Festa Ognissanti e commemorazione dei defunti

San Giovanni Paolo II e Santa Rita

Giornata mondiale dell’ascolto

Incontro Pia Unione in Calabria

Rivivi la festa della Beata Fasce

Dalla donna alla Madre: il convegno

La vocazione della Beata Fasce

Con l’inizio dell’Avvento vogliamo accompagnarvi alla riscoperta delle tradizioni natalizie, trasmesse di generazione in generazione, per riscoprirle e capirne a fondo il significato.

L’albero e il presepe

Secondo un’antica tradizione, le feste natalizie iniziano con il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, in cui celebriamo Maria, futura madre, e ci dedichiamo a fare il presepe e l’albero di natale. Comincia così un tempo di salvezza e di attesa della nascita di Gesù, che nel presepe è rappresentato dal bambinello coperto dal telo bianco e nell’albero dalle luci, che preparano il nostro cuore ad accogliere la vera Luce.

L’Avvento

L’Avvento, che significa “attendere, andare verso”, è un momento prezioso per fare memoria, riportare al cuore, non tanto alla mente, qualcosa che si può rivivere nel presente. Come Maria ha accolto il figlio di Dio nel suo grembo, noi abbiamo questo tempo per andare incontro a Gesù, che si è fatto carne per noi.

Maranathà: Vieni, Signore Gesù!

1 Cor 16,22

Conservando la tradizione dell’albero e del presepe uniamo le generazioni passate e future, alle quali siamo chiamate a trasmetterla perché continuino a trarre vita da essa.  È una catechesi domestica fatta non tanto di parole ma di colori, di profumi, di incanto e di attesa che aiutano a predisporsi alla venuta di Gesù. Per questo diciamo – Maranathà: Vieni, Signore Gesù!

É nell’amore che continua la vita

Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero di Santa Rita da Cascia, in occasione del 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, ci spiega perché è importare pregare per loro.

Io vado a prepararvi un posto

Vangelo di Giovanni

Il miracolo della rosa e dei fichi

Santa Rita credeva nella vita eterna e per questo non si è lasciata schiacciare dalla morte del marito e dei figli. Era convinta, infatti, che costruire e lottare per il bene, per il perdono, fosse un modo per essere unita a loro e per continuare ad amarli. Il miracolo dei fichi e della rosa maturati in mezzo alla neve, in pieno inverno, sono stati per Rita la conferma che quello per cui aveva lottato e creduto si era realizzato.

Pregare per i defunti

Nel ricordare e pregare per le persone a noi care, si rafforza la comunione tra noi e loro, purifica le loro anime e fa crescere in noi la fede in Dio e nella vita eterna. Quell’amore che vi ha legato non è finito!

Noi siamo protesi a quest’Amore, che è pienezza di vita e motivazione del nostro credere. Se desideriamo questa vita, le cose di quaggiù avranno un altro peso e la morte sarà un addormentarsi nel Signore.

Il 2 novembre, giorno della commemorazione dei nostri defunti, preghiamo anche per coloro che nessuno ricorda più.

É nell’amore che continua la vita

Padre Luciano de Michieli, Rettore della Basilica di Cascia, in occasione della Festa di Ognissanti, ci spiega perché è la festa di tutti e come possiamo far sentire il profumo di santità già sulla terra.

“Siate santi perché io sono santo” 

Vangelo di Luca

Dio, nel Vangelo di Luca, ci invita ad essere santi nella vita di tutti i giorni. Tutti però pensiamo che esserlo sia qualcosa di straordinario e che perciò non riguardi la nostra “normalità”. Ma Dio ci dice esattamente il contrario! Ci invita ad essere santi, realizzando la nostra “normalità”. Quale? Quella di diventare ciò che siamo veramente, nella nostra unicità.

Come si fa a diventare santi?

Padre Luciano De Michieli per rispondere a questa domanda utilizza l’immagine di un viandante che ha deciso di percorre la strada della felicità: egli cammina con l’umiltà ai piedi, la povertà nello zaino e la fiducia in Dio negli occhi. Sa che il Signore gli indicherà, passo dopo passo, dove andare, gli suggerirà le parole da dire, lo porterà in braccio quando vedrà che non ce la fa più. 

La Santità quindi è stare con Dio ogni giorno, vivere alla sua presenza, ascoltarlo nelle parole delle persone buone, conversare con lui nella preghiera, riconoscerlo tra le cose che accadono. 

La santità si può intravedere sulla terra

È necessario mettere tutta la nostra intelligenza e tutto il nostro cuore nelle cose che facciamo per essere santi. Chi vive così, infatti, illumina la sua esistenza e quella di chi di gli sta accanto. Per questo i Santi al termine della vita sono felici di aver dato tutto e si sentono pronti al passaggio della morte, perché hanno intravisto uno scorcio di paradiso già sulla terra e non vedono l’ora di entrarvi. Infatti, dei santi si celebra il giorno della morte, ovvero il giorno della loro nascita alla vita, che non finisce.

Ognissanti è la festa di tutti, se si vive con Cristo!

É nell’amore che continua la vita

Questo è il titolo della nuova rubrica realizzata in occasione delle prossime due ricorrenze liturgiche del 1 e 2 novembre, la Festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti.

La Madre Priora, Suor Maria Rosa Bernardinis, e il Rettore della Basilica di Cascia, Padre Luciano De Michieli, aiuteranno i fedeli e i devoti di Santa Rita ad entrare in queste festività e a capirne meglio il significato. Si parlerà di vita, di santità e di amore anche dopo la morte.

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Venerdì 28 novembre e mercoledì 2 novembre pubblicheremo sui nostri profili social i due contributi della rubrica “É nell’amore che continua la vita”.

Il 22 ottobre si celebra San Giovanni Paolo II.Per ricordarlo vi riproponiamo un estratto del suo messaggio pronunciato in occasione del pellegrinaggio giubilare dei devoti di Santa Rita da Cascia, il 20 maggio 2000.

Il messaggio di Giovanni Paolo II

Radicata profondamente nell’amore di Cristo, Rita trovò nella sua fede incrollabile la forza per essere in ogni circostanza donna di pace. 

Ma qual è il messaggio che questa Santa ci trasmette? È un messaggio che emerge dalla sua vita: umiltà ed obbedienza sono state la via sulla quale Rita ha camminato verso un’assimilazione sempre più perfetta al Crocifisso. La stigmata che brilla sulla sua fronte è l’autenticazione della sua maturità cristiana. Sulla Croce con Gesù, ella si è in certo modo laureata in quell’amore, che aveva già conosciuto ed espresso in modo eroico tra le mura di casa e nella partecipazione alle vicende della sua città. Seguendo la spiri tualità di sant’Agostino, si fece discepola del Crocifisso ed “esperta nel soffrire”, imparò a capire le pene del cuore umano.

Santa Rita e il genio femminile

La Santa di Cascia appartiene alla grande schiera delle donne cristiane che hanno avuto significativa incidenza sulla vita della Chiesa, come anche su quella della società (Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27). Rita ha bene interpretato il “genio femminile”: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale. La sua lezione si concentra su questi elementi tipici di spiritualità: l’offerta del perdono e l’accettazione della sofferenza, non già per una forma di passiva rassegnazione […], ma per la forza di quell’amore verso Cristo che proprio nell’episodio della coronazione ha subìto, con le altre umiliazioni, un’atroce parodia della sua regalità (Insegnamenti V/1 [1982], 874).

Il 21 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’ascolto per promuovere  l’ascolto come opportunità di sviluppo e cambiamento personale e sociale.

Il ministero della consolazione e dell’ascolto

Nel Monastero di Santa Rita ogni giorno pratichiamo l’ascolto nei parlatori, al telefono, con la posta e attraverso i social.

Si chiama il ministero della consolazione che ogni sorella, secondo gli insegnamenti del Santo Padre Agostino, è chiamata a praticare sulla scia delle nostre Sante Sorelle Rita e Madre Teresa Fasce. Nel nostro cuore di contemplative si depositano le gioie e le tribolazioni di tanti che si sentono ascoltati, amati, accolti.

“L’imperativo di ascoltare il grido dei poveri si fa carne in noi quando ci commuoviamo nel più intimo di fronte all’altrui dolore”

Papa Francesco – Evangelii Gaudium

Questo è il senso del nostro stare accanto a chi soffre, a chi è fragile, a chi è solo. Consolare è condividere con qualcuno quello che siamo, quello che abbiamo, in modo che da quella solidarietà nasca il sollievo, anche quando i tempi si fanno difficili.

Il parlatorio

Il parlatorio è il luogo in cui le monache accolgono e incontrano i devoti che desiderano essere ascoltati. Alla grata, il Signore ci dona di esercitare il ministero della consolazione. Le persone chiedono di incontrarci perché hanno soprattutto bisogno di essere ascoltate e accompagnate nei loro cammini di fede. Sapere che qualcuno prega ogni giorno per loro le conforta e sostiene, le incoraggia a riprendere a vivere, soprattutto interiormente, più che a sopravvivere; ad andare avanti con forza e coraggio più che a trascinarsi come se la vita fosse solo un peso insostenibile. Tante persone che hanno visto spegnersi la fede, l’amore, la gioia, la pace arrivano alla grata del Monastero e cercano quella consolazione che le aiuti a mantenere vivo il lume della speranza, quella speranza che è Cristo Risorto, unica Bellezza che salverà il mondo.

La famiglia agostiniana della Pia Unione di Santa Rita organizzata il 30 ottobre a Cirò Marina l’incontro regionale rivolto ai devoti residenti della Calabria. Un’occasione di condivisione, preghiera e dialogo per consolidare e rafforzare la fede in Dio, ispirandosi ai valori della famiglia, della pace, del perdono e della riconciliazione di cui Santa Rita è testimone.

L’invito a partecipare è rivolto a tutti. Non è necessario essere già affiliati alla PUP.

PROGRAMMA

ore 9:00 – Accoglienza dei partecipanti nella Chiesa di San Nicodemo

ore 9:45 – Conferenza sul tema “A DIO TUTTO È POSSIBILE“ tenuta da Don Antonio Mazzone, Assistente Spirituale PUP Cirò Marina

ore 11:00 – S. Messa presieduta da P. Ludovico M. Centra O.S.A.
Assistente spirituale PUP

ore 12:30 – Pranzo, presso Agriturismo Catena

ore 15:30 –Visita nel borgo di Cirò ed alla Casa di San Nicodemo di Cirò

ore 17:30 –Foto di gruppo e saluti

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I2 ottobre per tutta la famiglia agostiniana è stata una giornata piena di emozioni. Riviviamo insieme i momenti più importanti.

Il Convegno

La giornata si è aperta al mattino con un interessante convegno che ha visto la partecipazione di molti studenti delle scuole superiori. Aperto con il saluto del Sindaco di Cascia, Mario De Carolis, è stato moderato e condotto brillantemente da Lucia Ascione, conduttrice e volto di TV2000.

La figura della beata Fasce è stata delineata con l’aiuto di due importanti storici: Mons. Giovanni Scanavino, padre agostiniano, e Omero Sabatini. Dal loro racconto sono emerse le caratteristiche di determinazione, impegno, lungimiranza e generosità di questa monaca così speciale!  Una preziosa testimonianza di vita e di impresa ci ha mostrato come quelle stesse caratteristiche di determinazione, impegno, lungimiranza e generosità, unite ai valori della fede e dell’attenzione per gli altri, possono dar vita ad altri progetti importanti e in grado di generare valore per tanti! Gli studenti sono stati protagonisti della mattinata con le loro domande, mostrando intelligenza e sensibilità. Il nostro grazie a tutti i partecipanti a questo incontro! 

La messa solenne

Il momento centrale della giornata è stata la celebrazione della Messa solenne, presieduta da Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia e concelebrata dal Rettore della Basilica, Padre Luciano De Michieli, e dai padri agostiniani. La parte centrale del vangelo proclamato è una chiara indicazione per tutti noi nelle tempeste della vita: “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”. (Mt 7, 24-25). La roccia è Cristo ed il Vangelo, ascoltato e vissuto. La beata Maria Teresa ha costruito la sua casa sopra la roccia e così ha potuto affrontare le tempeste della vita e portare avanti le cose che era importante realizzare.

Durante l’omelia è risuonata la domanda che Mons. Boccardo ha proposto ad ognuno di noi di porre a se stesso: “E io?” Come il Vescovo ha evidenziato, la migliore devozione alla beata Maria Teresa, così come per Santa Rita, sta nel comprendere i valori che hanno ispirato le loro vite e nel mettersi in gioco sulla stessa linea, in modo personale e unico. A partire da loro, ognuno di noi può chiedersi allora: come posso mettermi in gioco anch’io nel servizio e nell’amore di Dio e del prossimo? 

Il concerto

Il terzo momento, conclusivo di questa giornata è stata una serata dedicata alla musica per organo. Tra i tanti strumenti musicali, l’organo a canne è certamente tra i più difficili da suonare. Ma questa difficoltà si accompagna ad una assoluta particolarità. Padre Luciano de Michieli, Rettore della Basilica di Santa Rita, in questa serata speciale ce lo ha spiegato con le parole di Messiaen: “L’organo è l’unico strumento sul quale è possibile mantenere una nota tanto a lungo da produrre un’impressione di tempo e di eternità”. 

E questo senso di eternità ci è stato offerto dalla lettura di alcuni testi scelti dagli scritti profondi di Sant’Agostino, che hanno trovato il loro contrappunto musicale in alcuni brani di Johann Sebastian Bach, come nel caso del brano “Svegliatevi, la voce ci chiama”. I brani sono stati eseguiti abilmente dal Maestro Stefano Mhanna, giovane musicista polistrumentista di fama già internazionale, definito dal Maestro Uto Ughi: “un talento assolutamente fenomenale, un talento unico”.

Al termine del concerto è arrivato un regalo inaspettato: le monache hanno cantato per noi l’inno alla beata Maria Teresa Fasce.

Mercoledì 12 ottobre, alle ore 11 presso la Sala della Pace Cascia si terrà il convegno “Dalla donna alla Madre”, dedicato a Madre Maria Teresa Fasce. 

«Io devo andare a Cascia». Cosa spinge questa ragazza ligure che amava i vestiti alla moda a venire proprio a Cascia, nel cuore dell’Umbria? E poi… come prosegue la sua storia?

Dalla donna alla Madre: il convegno

Sarà l’occasione per scoprire nuovi aspetti di questa straordinaria monaca agostiniana, che ha saputo aprirsi con intelligenza e cuore agli altri, come una Madre, con grande modernità e lungimiranza. Scopriremo la sua storia, i momenti più significativi, i suoi insegnamenti e i suoi valori grazie al racconto di due storici profondi conoscitori suoi, nonché di Cascia e del Monastero: Monsignor Giovanni Scanavino e Omero Sabatini. Conosceremo le opere della beata oggi, nell’attualizzazione del suo modello di accoglienza raccontato dalla direttrice dell’Alveare. E scopriremo, con l’importante testimonianza di un imprenditore del nostro tempo, come vivere questi valori oggi nel mondo del lavoro. 

Gli studenti degli istituti superiori di Cascia, Roccaporena, Norcia e Sant’Anatolia saranno protagonisti con le loro domande.

Moderatrice d’eccezione sarà Lucia Ascione, conduttrice di tv2000.

L’ingresso è libero. Vi aspettiamo! 

Guarda il programma degli eventi per i 25° anniversario della Beata Fasce

La vocazione forte della Beata Madre Fasce è stata imitare Santa Rita, era infiammata da questo desiderio: vivere una vita come Santa Rita. Nella malattia trova il coraggio perché guarda Rita e la imita. Lì si vede la donna forte diventare la mistica che si unisce a Cristo, che offre la vita sulla croce. 

La malattia

Il tumore di Madre Teresa è come la spina di Rita, entrambe hanno cercato l’assimilazione a Gesù a tal punto da assomigliarli nella Passione. A volte non basta l’idealità, bisogna che la casa sia costruita sulla roccia e non sulla sabbia. La roccia è Cristo. Per la Madre Fasce la sua vocazione aveva trovato il punto di forza nella sua relazione con Cristo. La roccia deve essere Cristo, costruire la propria vocazione su Cristo per non essere sradicati dalle tempeste. Anche le parole del Beato Simone da Cascia ben si accordano con la vita della beata:

La via giusta per cercare il Signore è la sollecitudine del mattino, perché la tiepidezza mai l’ha trovato… Cercare Cristo al mattino significa preferire lui a tutti i pensieri e i ragionamenti. Sempre verrà trovato, se niente viene cercato prima di lui o all’infuori di lui.

Beato Simone Fidati

Il messaggio della Priora

Vedete, l’anima ha un solo impegno davanti a Dio: la sua santificazione. E questa dipende dall’adempimento perfetto della sua santissima Volontà”. “… mi sento felice, solo felice, perché s’è adempiuta in me la santissima volontà di Dio. “In questi tempi bisogna fare di necessità virtù: guardiamo la volontà di Dio e non la cattiveria dell’uomo, così vivremo più virtuose e serene.

Madre Priora Suor Maria Rosa

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