Perdoniamo allenandoci in umiltà

Perché Dio permette la morte?

“Portare l’abbraccio e la voce di Santa Rita che grida alla pace”. La Priora sulla Messa su Rai 1 da Cascia

Domenica 30 giugno su Rai 1 Santa Messa dalla Basilica di Santa Rita da Cascia

Tanti appuntamenti in tv per la Festa di Santa Rita: da Rai 1 a Tv2000

Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626: presentazione a Cascia il 17 maggio

Novena di Santa Rita 2024: appuntamenti in Basilica

“Allora entrare in monastero era rischioso”: la Beata Fasce e la sua vocazione coraggiosa

50 gruppi da tutta Italia a Cascia per l’incontro generale della Pia Unione Primaria Santa Rita

Giornata mondiale consapevolezza Autismo: al fianco della cooperativa sociale Mio Fratello è figlio unico

In uno degli ultimi articoli della sua rubrica su Dalle Api alle Rose, la Rivista del Monastero Santa Rita da Cascia, la Priora Madre Maria Rosa Bernardinis, tocca un argomento fondamentale per la vita e il messaggio di Santa Rita, il perdono. Essenziale, più che mai, anche oggi, come capacità da allenare.

Un dono del quale fare pratica quotidiana

Parlare di perdono vuol dire aprire un tema che sembra non toccare mai il fondo. Ho pensato così di scrivere a Santa Rita una lettera. Cara Rita, a te che sei esperta di questo messaggio chiedo aiuto, come allo Spirito Santo affinché io possa essere utile per chi si trova in difficoltà spirituali, umane e relazionali.
Partendo dalla parola in sé, per-dono, considero il perdono un grande dono di Dio, da esercitare però ogni giorno nella convivenza familiare e sociale. Non possiamo dire che Egli sia parziale, se Gesù ha posto le condizioni per avere il perdono del Padre Celeste, nella misura con cui noi perdoniamo il prossimo.

Cara Sorella, Sant’Agostino nella Regola raccomanda: “Che non ci siano mai litigi (impossibile), ma se nascono, di troncarli al più presto (molto impegnativo) col perdono, affinché la pagliuzza (per un silenzio irritato e irritante) diventi una trave. Questo perché la preghiera (il Padre nostro) sia sincera e vera”.

Fare un passo verso l’altro con umiltà

Allora, come possiamo perdonare? Penso che dipenda da chi è più umile. Può essere l’offeso a compiere il primo passo, perché è nella disposizione migliore (lo dice anche Gesù). Potrebbe essere però anche chi ha offeso a cogliere l’opportunità per vincere l’amor proprio.

Sant’Agostino suggerisce una regola d’oro, per dare consistenza alla pace raggiunta: “Non state a discutere”. Ovvero, hai perdonato? Allora hai bruciato nella carità l’offesa ricevuta; non la ricordare più. È questo che fa Dio ogni volta che gli chiediamo perdono con sincera confessione! Alleniamoci a imitarlo.

Il perdono è come l’amore: gratuito e dà libertà

Cara Rita, nella tua vita hai avuto la grande capacità di perdonare chi ha distrutto la felicità raggiunta con il tuo sposo Paolo, hai provato a convincere anche i tuoi figli a perdonare chi aveva ucciso il loro padre, e poi hai trascorso quarant’anni qui in monastero per riconciliare marito, figli e assassino al Padre che è nei Cieli, trovando in Gesù Crocifisso il senso del tuo soffrire. Egli ha lasciato al Padre il giudizio (che appartiene a Dio) del perdono, ha giustificato l’operato di coloro che lo crocifiggevano e ha reso possibile la riconciliazione, con la sua morte e la risurrezione.

Tu Rita, hai fatto esperienza dell’Amore vero che ci ama per primo e sai che quell’Amore non viene mai meno, anche quando l’evidenza fa pensare il contrario. Tu sai che chi si sente più perdonato meglio risponde riamando senza attendere nulla in cambio, in questo modo è possibile raggiungere la pace vera, quella che ancora oggi cerca cuori amanti per colmarli di questo eterno amore.

Sì, amica mia, ci sono persone che per raggiungere la pace devono perdonare anche Dio, che a loro sembra sordo e assente: credendo che dietro all’incomprensibile c’è un disegno d’amore per ognuno ce la faranno. Tu ce l’hai fatta, Rita, col Suo aiuto, e sei un segno anche oggi, per noi. Grazie e shalom!

LEGGI DALLE API ALLE ROSE

Quando perdiamo una persona cara ci chiudiamo nel dolore e, spesso, il primo che abbandoniamo è proprio Dio. C’è chi smette di credere alla sua esistenza, chi dubita, chi lo accusa. Così, smettendo di aver fiducia in Lui, finiamo per perdere anche la fiducia in noi stessi.

Questo è uno dei temi centrali trattati nel libriccino “Aiutami a superare il lutto” del Monastero Santa Rita da Cascia, edito da Tau editrice per la collana Rita Quotidiana, in cui le monache invitano a elaborare la perdita, guardando alla Resurrezione, andando oltre per rinascere, seguendo l’esempio di Santa Rita.

Il Vangelo ci insegna che non possiamo aggirare il dolore ma attraversarlo insieme al Signore.

Massimiliano si chiede, dov’è Dio davanti a un bambino che muore?

Sono un ragazzo di 23 anni. Da molto tempo ho dei problemi con la mia fede, e in questi ultimi tempi credo di aver raggiunto il fondo. Per quale ragione un bambino o peggio un neonato, che si è appena affacciato alla vita deve morire dinanzi agli occhi di sua madre impotente? Allora io mi chiedo dov’è Dio in tutto questo? Questi ragionamenti mi hanno portato a ritenere che in realtà noi e tutto ciò che ci circonda siamo solo il frutto del caso. Ma una parte di me si rifiuta di accettare questa condizione.

Il consiglio delle monache: leggi il dolore alla luce della Resurrezione

Magari anche tu ti stai facendo la stessa domanda di Massimiliano. Solo uniti a Gesù, nella contemplazione del suo mistero di passione, morte e risurrezione, possiamo trovare la risposta.

Dio non ci ha creati per il dolore o la morte, ma per la vita eterna. Il Libro della Sapienza ci dice che “Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece ad immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2, 23-24).

Dio, però, che è Padre e ci ama di un amore infinito, ha mandato Gesù, perché come uomo potesse unirsi ad ogni uomo e ad ogni donna e assumere su di sé le sofferenze del mondo. Ha sofferto, è morto, ma è risorto. Impariamo a saper leggere gli avvenimenti della nostra vita, anche e soprattutto quelli dolorosi, nella luce della Risurrezione di Cristo. Il nostro cuore sarà abitato dalla speranza, dalla gioia, dall’amore.

Come ha fatto Santa Rita a continuare a vivere?

Così ha fatto la nostra Santa Rita, che anche nel dolore ha sperimentato sempre l’amore e la bontà di Dio. Ha perduto marito e figli, subito dopo: due strazianti sofferenze che le avranno lacerato l’anima.
Come è andata avanti? Esattamente come puoi farlo tu, prendendo la mano che il Signore ti sta tendendo, proprio per consolarti e aiutarti.

Ti occorre avere fiducia e umiltà, perché solo riconoscendo i nostri limiti possiamo davvero superarli. Umiliarsi significa fare il primo passo nel percorso della ricerca del Signore e della sua consolazione, della sua forza, del suo amore.

SCOPRI IL LIBRICCINO E COME RICEVERLO A CASA

“La Santa Messa su Rai 1 dalla Basilica di Santa Rita è un momento prezioso per unire persone dall’Italia e dal mondo e portare l’abbraccio e la voce di Santa Rita che, mai come oggi, grida alla pace.

A poco più di un mese dalla festa solenne del 22 maggio, è una nuova occasione per pregare come popolo di Dio per la fine delle guerre, in Ucraina e in Terra Santa e in ogni altro luogo di orrori disumani, perché la pace, come ci ricorda Rita col suo esempio, è sempre possibile, con coraggio e speranza.

Riscopriamo la nostra forza, non con la violenza ma con la vita, unica vera potenza, e dono, che abbiamo”.

Con questo appello alla pace Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, accompagna la notizia della Santa Messa su Rai 1 di domenica 30 giugno dalla Basilica della Santa degli Impossibili a Cascia, appuntamento storico e sempre molto seguito.

Per l’occasione, le monache vivranno eccezionalmente la Santa Messa in Basilica insieme ai devoti presenti e in comunione con quanti la seguiranno da casa.

Appuntamento domenica 30 giungo alle 10:55 su Rai 1

La celebrazione, aperta alle 10:55 da un video che racconterà Cascia, i luoghi e l’eredità di Santa Rita, sarà presieduta da Padre Joseph Farrell, Vicario Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, e animata dai canti della Corale Santa Rita di Cascia, diretta da Rita Narducci.

Regia di Padre Gianni Epifani e commento liturgico di Orazio Coclite.

La Santa Messa potrà essere seguita o rivista anche tramite Raiplay

PER I PELLEGRINI CHE SARANNO A CASCIA DAL 28 AL 30 GIUGNO

Venerdì 28 e sabato 29 giugno, per consentire il montaggio delle attrezzature tecniche della Rai, nella Basilica di Santa Rita saranno celebrate le Sante Messe delle 7.30 (nella Cappellina interna) e delle 18.00.
Mentre le celebrazioni eucaristiche delle 10.30, 12.00 e 16.00 avranno luogo nella Cappellina interna alla Basilica oppure nella Basilica Inferiore.

Domenica 30 giugno la Basilica sarà aperta fino alle 10.30 e poi riaprirà alle 12.00, per garantire la preghiera davanti all’Urna che custodisce il corpo di Santa Rita. Infine, le Sante Messe domenicali delle ore 10.30 e 12.00 saranno celebrate alla Sala della Pace del Santuario ritiano.

Il 30 giugno su Rai 1 la Santa Messa sarà in diretta dalla Basilica della Santa degli Impossibili, presieduta da Padre Joseph Farrell, Vicario Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, e animata dai canti della Corale Santa Rita di Cascia, diretta da Rita Narducci.
Regia di Padre Gianni Epifani e commento liturgico di Orazio Coclite.

Vi aspettiamo dalle 10.55 per vivere questa bella occasione di poter riunire tutta l’immensa famiglia di devoti ritiani in Italia e nel mondo, portando la Parola del Signore e il messaggio di pace e speranza di Rita.

Le monache del Monastero Santa Rita da Cascia, eccezionalmente, vivranno la Santa Messa in Basilica insieme ai devoti presenti e in comunione con tutti coloro che la seguiranno da casa.

La celebrazione potrà essere seguita o rivista anche su Raiplay.

Informazioni utili per i pellegrini che saranno a Cascia dal 28 al 30 giugno

Venerdì 28 e sabato 29 giugno, per consentire il montaggio delle attrezzature tecniche della Rai, in Basilica saranno celebrate le Sante Messe delle 7.30 (nella Cappellina della Basilica) e delle 18.00.

Mentre le celebrazioni eucaristiche delle 10.30, 12.00 e 16.00 avranno luogo nella Cappellina in Basilica oppure nella Basilica Inferiore.

Il 30 giugno la Basilica sarà aperta fino alle 10.30 e poi riaprirà alle 12.00, per garantire la preghiera dei pellegrini davanti all’Urna che custodisce il corpo di Santa Rita.

Domenica le Sante Messe, delle ore 10.30 e 12.00, saranno celebrate alla Sala della Pace del Santuario.

Mancano solo pochissimi giorni alla Festa di Santa Rita 2024 e qui a Cascia l’atmosfera è già speciale. Tanta è l’attenzione anche di tv e giornali verso la festa e la figura della santa. Ecco tutti gli appuntamenti.

A sua Immagine il 19 maggio

Oggi, domenica 19 maggio, su Rai 1 eccezionalmente in diretta dalle ore 11:20, il noto programma A sua Immagine, dedicherà la puntata a Santa Rita.

Per approfondire il carisma e la devozione ritiana, in studio saranno presenti, insieme alla conduttrice Lorena Bianchetti, l’agostiniano Padre Pasquale Cormio e Raffaella Perin, docente di storia del cristianesimo.

Da Cascia, invece, due contributi video racconteranno i miracoli della santa, grazie a Padre Pietro Bellini, della comunità agostiniana, e i luoghi ritiani con la presenza della Madre Priora del Monastero Santa Rita, Suor Maria Rosa Bernardinis, che fa riferimento anche all’opera di solidarietà portata avanti dalle monache attraverso la Fondazione Santa Rita da Cascia.

Porterà la sua testimonianza molto forte Virginia Campanile, di Otranto (Lecce),una delle Donne di Rita 2024, che il 21 maggio a Cascia riceverà 
il Riconoscimento Internazionale Santa Rita per aver affrontato con amore 
la perdita di suo figlio, offrendo perdono a chi ne ha causato la morte in un incidente stradale, e aiuto e ascolto a tanti genitori nel lutto e ragazzi in condizione di fragilità.

21 maggio: Santa Rita a L’Ora Solare

Nel salotto di Paola Saluzzi, martedì 21 maggio dalle ore 12.20, si parla a tutto campo della santa degli impossibili. Ospiti Padre Ludovico Maria Centra, assistente ecclesiastico della Pia Unione Primaria Santa Rita, rettore e parroco della Basilica della Madre del Buon Consiglio di Genazzano, insieme a Virginia Campanile, da Otranto (Lecce), che riceve quest’anno il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 perché dal dolore indescrivibile per la perdita del figlio Daniele e dalla libertà e pace acquisite grazie al perdono offerto a chi ne ha causato la morte in un incidente stradale, ha fatto nascere un ‘investimento d’amore’ che condivide con gli altri: ascoltando e aiutando tanti genitori toccati dal lutto a ritornare a vivere e impegnandosi coi giovani per tutelarli nella fragilità sociale e psicologica, accompagnandoli a riscoprire la bellezza della vita. 

Racconterà la sua storia di maternità e coraggio, anche Sonia Russo da Lamezia Terme, con sua figlia Aurora Mariarita, “piccolo miracolo” nata sana dopo una diagnosi terribile in gravidanza!

22 maggio: speciale di Di Buon Mattino sulla Festa

A partire dalle 7.30, con all’interno la diretta del Pontificale, il programma della mattina di Tv2000 dedicherà un grande speciale ai festeggiamenti. I conduttori Giacomo Avanzi e Grazia Serra, avranno ospiti il padre agostiniano Vittorino Grossi, direttore della Rivista del Monastero Santa Rita da Cascia “Dalle Api alle Rose”, don Mimmo Minafra parroco della Parrocchia della Trasfigurazione di Bitritto (BA) e Luciana Daqua, da Reggio Calabria (donna premiata col Riconoscimento Santa Rita nel 2023).

Molti i collegamenti e i servizi da Cascia, che racconteranno gli eventi, la devozione ritiana, il corteo storico e anche la concretezza in termini di solidarietà della festa.

22 maggio: Santa Rita anche a In Cammino

Anche il programma preserale di Tv2000, in onda dalle 19.30 e condotto da Enrico Selleri sarà dedicato a Rita da Cascia, con in collegamento Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia e Monica Guarriello, coordinatrice della Fondazione Santa Rita da Cascia.

La festa anche in radio sulle frequenze di Mep Radio organizzazione

Presente alla Festa anche l’emittente radiofonica comunitaria della provincia di Rieti. In FM stereo, per le Provincie di Rieti, Perugia, Terni e L’Aquila ed in diretta live streaming.

Sarà presentato venerdì 17 maggio, alle ore 16.00 presso la Sala Santa Chiara nei pressi del Santuario ritiano, il volume “Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626”.

Si tratta di uno studio, voluto dall’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia e curato dal dottor Leonardo Lolli, stampata grazie al contributo del BIM (Bacino Imbrifero Montano) “Nera e Velino” ed edita da “Il Formichiere” di Foligno, sulle deposizioni e sulla documentazione del processo che ha condotto alla beatificazione di Santa Rita.

Intervengono, Sua Eccellenza Monsignor Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia e Sue Eccellenza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.

Un’opera inedita per conoscere meglio Santa Rita

«Il processo di beatificazione di Santa Rita del 1626 – afferma il curatore Lolli, in una nota diffusa dall’Arcidiocesi – è conservato nell’archivio diocesano a Spoleto. Finora era stato studiato, soprattutto dai padri agostiniani, per ricostruire la vita di Santa Rita. Ma non era mai stato tradotto e trascritto integralmente. Quindi possiamo dire che si tratta di un’opera assolutamente inedita. Vi sono contenute una raccolta di testimonianze scritte a Cascia, che raccontano la fama di santità, le virtù e i miracoli di Santa Rita. Quest’opera ha l’obiettivo di far conoscere ancora meglio la biografia della Santa e di aumentarne la devozione»

Tra curiosità, stupore e voglia di santità

«La lettura delle pagine del libro – afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo – suscita curiosità e stupore, e nel contempo dice come la testimonianza di una vita vissuta nella santità generi ammirazione, affidamento, gratitudine e anche desiderio di imitazione. Le deposizioni raccolte nel Processo possono suscitare anche in noi non solo il desiderio di meglio conoscere la vita di questa donna e la conferma della sua potente intercessione presso il cuore di Dio ma, soprattutto, la nostalgia di una vita santa, capace di produrre frutti di bene e di testimonianza di vita cristiana in questo mondo disorientato e inquieto».

DAL 12 AL 20 MAGGIO, VI ASPETTIAMO PER LA NOVENA DI S. RITA

ANIMATA DALLE COMUNITÀ DELLE DIOCESI DI SPOLETO – NORCIA

Per la Novena torna anche il Rosario in diretta social con le monche: ogni giorno alle 11.50

Il programma di ogni giorno della novena prevede

ORE 16:00
VISITA GUIDATA E RACCONTO DELLA STORIA E DEL MESSAGGIO DI S. RITA

ORE 17:00
PERCORSO GUIDATO IN PENITENZIERIA E POSSIBILITÀ DI CONFESSARSI

ORE 18:00
EUCARESTIA ANIMATA DALLE COMUNITÀ E AL TERMINE PASSAGGIO ALL’URNA DI S. RITA

Domenica 12 Maggio

VERCHIANO – SELLANO – CERRETO – VALLO DI NERA – SANT’ANATOLIA – SCHEGGINO

Lunedì 13 Maggio  

TREVI – CANNAIOLA – MONTEFALCO – BEVAGNA – GUALDO CATTANEO – CAMPELLO SUL CLITUNNO

Martedì 14 Maggio

SPOLETO – MONTEBIBICO – MONTELUCO – SAN NICOLÒ – MAIANO – MORGNANO

Mercoledì 15 Maggio  

CESI – PORTARIA – PORZANO – TORREORSINA – COLLESTATTE – MONTEFRANCO – ARRONE – POLINO – FERENTILLO

Giovedì 16 Maggio (ultimo Giovedì di S. Rita)

CASCIA – ROCCAPORENA – POGGIOPRIMOCASO

Venerdì 17 Maggio

NORCIA – S. PELLEGRINO – MONASTERO di SAN BENEDETTO in MONTE – ABBAZIA di SANT’EUTIZIO – PRECI – SAVELLI – CASTEL RITALDI

Sabato 18 Maggio 

COMUNITÀ AGOSTINIANE DI CASCIA INSIEME AI PELLEGRINI

Domenica 19 Maggio

MONTEMARTANO – FIRENZUOLA – S. MARTINO IN TRIGNANO – BAIANO – S. ANGELO IN MERCOLE

Lunedì 20 Maggio

AVENDITA – PIAN DI CHIAVANO  –  CIVITA  –  MONTELEONE – POGGIODOMO – LEONESSA – TERZONE

Madre Fasce: “la Beata del 1900”, così si chiama la nuova rubrica di Dalle Api alle Rose 2024, che racconta la figura e l’azione della Beata Maria Teresa Fasce contestualizzata nel quadro storico e sociale del 1900.

Il primo articolo della rubrica, affidata alla penna di Mauro Papalini, storico agostinianista, ci introduce nel carisma della Beata Fasce, analizzando il coraggio della sua vocazione, che è avvenuta in un tempo storico in cui la Chiesa non era affatto ben vista.

Una politica fortemente anticlericale

Il 17 marzo 1861 nasceva ufficialmente il Regno d’Italia con Vittorio Emanuele II di Savoia, ma senza Roma, Venezia, Trento e Trieste. La dura contrapposizione con Papa Pio IX determinò una politica fortemente anticlericale dei governi italiani, sia quelli della Destra storica che della Sinistra dal 1876. Il 7 luglio 1866, in piena III guerra d’indipendenza, il parlamento italiano approvò una legge che sopprimeva gli ordini religiosi, cioè la chiusura di conventi e monasteri; un provvedimento che provocò danni irreparabili al patrimonio artistico conservato in quegli edifici sacri e favorì la dispersione di molte comunità religiose. La sua applicazione non fu uguale: alcuni monasteri e conventi sopravvissero, ma non potevano ricevere nuove vocazioni.

I cattolici fuori dalla vita politica

La tensione massima fu raggiunta il 20 settembre 1870 quando le truppe italiane entrarono a Roma, ponendo fine al potere temporale dei papi che durava da più di 1100 anni. Pio IX rispose con il Non expedit, cioè proibì ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica. Il suo successore Leone XIII proseguì su questa linea, anche se fece uscire la Chiesa dall’isolamento in cui era finita: durante il suo pontificato i cattolici affrontarono i gravi problemi sociali che affliggevano l’Italia, organizzandosi in leghe per difendere contadini e operai, insieme ai socialisti che in quel periodo si stavano formando (il partito socialista nacque a Genova nel 1892). Lo stesso Leone XIII promulgò la famosa enciclica Rerum novarum, la prima che trattava della questione sociale.

Un quadro fosco in cui la Fasce seguì la luce del cuore che la portò a Cascia

Quando si parla della vocazione di Maria Fasce e delle due sorelle che dovettero rinunciarvi, bisogna tener presente questo quadro così fosco; la famiglia Fasce era religiosa, può stupire forse l’atteggiamento del padre, contrario alla vocazione delle figlie, ma allora entrare in un monastero era molto rischioso per una ragazza, infatti esso poteva essere chiuso in qualsiasi momento e le condizioni di vita erano molto dure. Eugenio Fasce lo sapeva bene e temeva per il futuro delle sue figlie, Maria però era determinata e alla fine riuscì nel suo intento.

Ella entrò nel Monastero di Santa Rita a Cascia nel 1906. In quel periodo in Italia le cose stavano cambiando per l’arrivo di nuove personalità da una parte e dall’altra, più inclini a una politica di collaborazione: il più volte presidente del consiglio Giovanni Giolitti e Papa S. Pio X. Le soppressioni diminuirono notevolmente e Pio X tolse il Non expedit, consentendo ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche del 1913.

La giovane suor Maria Teresa Fasce, comunque, sperimentò i guasti provocati dalle soppressioni, riscontrabili anche nel Monastero di Cascia dove risiedevano due gruppi di monache, divise per valori e in netta opposizione. Ne soffrì molto, al punto da mettere in dubbio le sue scelte, ma dopo un periodo di riflessione nella sua casa di Torriglia, tornò a Cascia, confermata e decisa ad andare avanti.           

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E’ stato un fine settimana di unione, cuore e spiritualità quello che a Cascia ha visto ripetersi l’annuale Incontro Generale della Pia Unione Santa Rita, che da quasi 20 anni abbraccia tantissimi devoti ritiani.

50 gruppi, provenienti da tutta Italia, si sono ritrovati ai piedi della loro Madre spirituale per l’incontro, organizzato dai gruppi del Centro Italia, che aveva come tema “Rita: donna artigiana del futuro“. Tema affidato alla conferenza, molto partecipata e ricca di spunti su cui riflettere e agire, tenuta da Suor Maria Lucia Solera delle Monache Agostiniane di Rossano, in Calabria.

Tra i momenti più emozionanti, poi, l’incontro con le monache di Cascia al parlatorio parenti, il passaggio all’Urna col corpo di Santa Rita e la bellissima processione con la statua della santa per le vie di Cascia, che domenica è stata la conclusione perfetta di due giornate davvero speciali, vissute da tutti in totale fede, comunione e carità.

7 nuovi gruppi e tante affiliazioni

Gioia Tauro (RC), Rombiolo (VV) e Sant’Onofrio (VV) dalla Calabria, Giuliano in Campania dalla Campania, Selargius (CA) dalla Sardegna e Militello in Val di Catania e Palermo dalla Silicia, sono i 7 nuovi gruppi entrati a far parte della grande famiglia della PUP.
I gruppi hanno ricevuto la benedizione di Padre Ludovico Maria Centra, guida spirituale della Pia Unione, alla presenza della Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, Suor Maria Rosa Bernardinis.

Oltre a questi nuovi gruppi, l’evento ha registrato anche tante nuove affiliazioni di persone singole che si sono unite ai gruppi storici della Pia Unione.

Verso il 2025 e 2026

L’Incontro Generale del 2025 si terrà a Roma, in occasione del Giubileo, il 7 e 8 giugno. Mentre per il 2026 si torna a Cascia l’11 e 12 aprile.
Seguiteci per maggiori dettagli!

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PIA UNIONE SANTA RITA

A destra, il Presidente della cooperativa sociale Mio Fratello è figlio unico, Alessandro Carella, durante l’evento del 7 aprile

Ieri, domenica 7 aprile, al Parco di Via Nanni a Roma, la Fondazione Santa Rita da Cascia ha partecipato, con gioia e coinvolgimento, all’evento organizzato dalla cooperativa sociale Mio fratello è figlio unico onlus, guidata dal Presidente Alessandro Carella, per sensibilizzare la comunità e le istituzioni locali sull’autismo e in particolare sul tema dell’inclusione.
Una giornata ricca di iniziative, come il mercatino solidale, attraverso cui anche altre organizzazioni hanno potuto raccogliere fondi per le proprie cause sociali, spettacoli di magia e teatrali, esibizioni musicali e concerti.

Emilio Stracchi, Vice Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia ha partecipato all’evento insieme alla coordinatrice Monica Guarriello

L’evento, a cui per la nostra Fondazione hanno preso parte il Vice Presidente Emilio Stracchi e la coordinatrice Monica Guarriello, ha segnato un’importante occasione per rinnovare il nostro sostegno, nell’intento di costruire insieme dei progetti di vita per i giovani di cui si occupa la cooperativa, accompagnandoli nella crescita e nello sviluppo, anche delle proprie autonomie.
Nata dall’unione di famiglie con figli autistici e operatori del settore, con la necessità di confrontarsi e sostenersi, la cooperativa ha l’obiettivo dell’integrazione e della solidarietà.

La Fondazione per Ortolandia: una fattoria sociale oltre l’autismo

I ragazzi all’opera nell’orto della fattoria

Si chiama “Ortolandia” il progetto, finalizzato allo sviluppo delle autonomie lavorative dei ragazzi più grandi della cooperativa Mio fratello è figlio unico, che la Fondazione Santa Rita da Cascia ha deciso di sostenere nell’arco di tre anni, a partire dal 2023 per un totale di 45.850 euro.

Attraverso la cura della terra, del casale e degli animali presenti all’interno della fattoria, i ragazzi hanno modo di sviluppare autonomia e responsabilità nonché competenze di natura sia tecnica sia socio-relazionale, in un contesto lavorativo e relazionale protetto, a cui si aggiunge la sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente.

Rientrano invece tra i destinatari indiretti le famiglie dei ragazzi coinvolti, nonché gli utenti di età inferiore che potranno beneficiare degli spazi e la comunità locale.

Le attività previste prevedono cura dello spazio, accudimento degli animali, agricoltura, falegnameria, creazione di percorsi naturalistici, organizzazione di giornate-evento.

Un momento della giornata

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